Il 25 Novembre di ogni anno ricorre la Giornata Mondiale contro il FEMMINICIDIO e la VIOLENZA sulle DONNE. Ebbene si nonostante i tempi corrano, la società si evolva continuamente, la ricerca faccia passi da gigante garantendoci una vita più sana e duratura, la violenza sulle donne continua ad essere un’emergenza nazionale e mondiale, con numeri che sfiorano le 150 vittime circa ogni anno. Ma come questo sia possibile a volte ancora oggi appare un’esagerazione, ancora ci si domanda se si tratti davvero di un reato o se in fondo in fondo la donna di turno se la sia cercata. Anche questo purtroppo è parte integrante della violenza e rappresenta il seme che l’alimenta: è fondamentale capire che la violenza non si esprime solo in un atto violento fisico, che sicuramente rappresenta l’apice di un comportamento e di un rapporto malsano tra uomo e donna. Ma anche la critica stessa alle donne, l’insinuare il dubbio sul loro comportamento e il voler fornire un alibi al carnefice, rappresenta parte integrante della violenza che le donne si trovano a subire. Volendo fare un piccolo excursus sugli ultimi fatti di cronaca locale, in particolare riferendoci all’efferato femminicidio avvenuto a Vairano Patenora lo scorso 15 novembre 2018, durante il quale un maresciallo della finanza ha ucciso con 2 colpi di arma da fuoco la moglie e la cognata all’interno della Cartolibreria di famiglia, viene spontanea una riflessione sul distorto concetto di amore che spesso si ha e che porta ad epiloghi tanto drammatici.
L’AMORE e il POSSESSO.
Troppo spesso questi due concetti viaggiano su binari paralleli che si intersecano in maniera drammatica, ma che in realtà non dovrebbero avere a che fare nulla l’uno con l’altro. Erroneamente il possesso, il controllo, che oggigiorno i dispositivi elettronici ci rendo tanto facile, dell’altra persona, vengono mascherati con il concetto di amore: ti amo dunque ho diritto a controllare ogni cosa tu faccia. E a volte questo comportamento viene accettato con non poche lusingherie: mi ama dunque mi controlla, gliene frega di me…. nulla di più sbagliato. Amare non vuol dire mai possedere l’altra persona, non vuol dire mai avere il diritto di controllare l’altro e avere potere decisionale su quelle che sono le scelte dell’altro. Amare vuol dire prima di tutto rispettare l’altra persona, dargli i propri spazi, dargli la possibilità di scegliere. Amare è scegliere sempre e ogni giorno di continuare ad amare. Quando questo concetto di rispetto e libertà diventerà sacrosanto per tutti, solo allora probabilmente potremo abolire questa triste giornata dedicata alla violenza sulle donne. Ma finchè questo non succederà sarà compito di tutti, ed in particolar modo delle associazioni più sensibili a questo problema, farsi carico di sensibilizzare tutti ad un argomento tanto importante quanto ancora troppo ignorato e dato per scontato. Per questa ragione l’associazione “L’Officina delle idee” e il “CIF” di Teano hanno pensato per l’occasione di farsi carico rispettivamente dell’affissione di due manifesti e della distribuzione di shopper presso i maggiori supermercati di Teano, recanti frasi ed immagini volte a commemorare questa giornata e diffondere una maggiore conoscenza e sensibilizzazione di queste tematiche fin troppo attuali.
Alessandra Gelsomino