Appare fin troppo evidente che l’ordine democratico della nostra città risenta di un assurdo connubio derivante dalla commistione di protagonismo spiccio ed avveniristiche teorie giuspolitiche frammiste a quel generale senso di paura legato alla recente pandemia. Che la pandemia abbia reso possibile amministrativamente quello che prima non lo era è cosa chiara un po’ a tutti (si vedano le misure di Governo centrale e Regionale), parimenti è chiaro che qualcuno ha cavalcato tale clima per nascondere le proprie difficoltà politiche. Ma fino a quando si potrà tirare la corda? Beh, se solitamente la paura fa “novanta”, nel nostro caso, nel rispetto del vecchio adagio “meglius est abundare quam deficere”, potremmo tranquillamente affermare che la stessa (la paura) fa almeno centotredici (sperando che il tredici in onore di S. Antonio porti bene)! Ed è proprio grazie a questo mix letale che, oltre al proliferare di figure per lo più “mitologiche”, vicine al famosissimo “Minollo” della tradizione cabarettistica napoletana, con annesse funzioni non ben definite e dalla dubbia legittimità e legittimazione, vengono realizzati atti, si dice, sempre nell’ interesse della nostra comunità, che definire border line è qualcosa molto vicino ad un eufemismo. In questi giorni le minoranze consiliari (finalmente segni di vita!) hanno inviato al Segretario Comunale di Teano e al Prefetto di Caserta una richiesta congiunta con cui si chiede di chiarire la legittimità degli ultimi atti posti in essere dalla Giunta di Sanità Pubblica, asseritamente rea di avere realizzato atti deliberativi non conformi alle regole sul numero legale. Se quanto testé paventato corrispondesse al vero, senza avventurarci in concetti tecnici, appare chiaro che l’amministrazione oltre a fare una gran brutta figura, farebbe alla nostra comunità un danno dai contorni ben più gravi. In questo contesto, nonostante si getti acqua sul fuoco, riaffiorano radicati e sostanziali problemi politici all’interno dell’amministrazione sidicina che il nostro Sindaco, con aplomb anglosassone, di fretta e furia, vuole nascondere sotto il tappeto di casa. Sulle prime, in realtà, è lo stesso comportamento tenuto dall’amministrazione D’Andrea che conferma i sospetti delle Minoranze consiliari, giacché, se si scorge l’albo pretorio, si potrà notare che per quel periodo di tempo che va dall’ultima decade di giugno sino agli inizi di luglio, la Giunta ha deliberato con la presenza del Sindaco e di soli due assessori mentre, nel periodo successivo, trasmessa la famosa nota dei consiglieri, le sedute sono state integrate, magicamente, con la presenza di un terzo assessore. Caso o ravvedimento operoso? Per quanto ci compete, però, ci sentiamo, da profani, di chiedere a chi avrà la bontà di animo di risponderci, una cosa facile facile: piuttosto che avventurarsi in fantasiose interpretazioni normative o giurisprudenziali, non era il caso di concertare le sedute di giunta in modo da garantire la presenza di tutti? Forse, e la buttiamo li, sperando di non urtare la sensibilità di chi in questo momento sta lavorando per noi, le ruggini presenti nell’esecutivo di emergenza, ed in tutto quello che una volta era il gruppo di maggioranza, sono ben più gravi di quelle che si vuole dissimulare. Quello che è di tutta evidenza, almeno a chi gli occhi li vuole tenere aperti e non vitrei come un salmone sul banco del pesce, è che ora vengono considerati amici politici coloro che per etichetta non lo erano e, viceversa, nemici coloro che in origine erano sodali. Ma le delibere dell’esecutivo appaiono essere solamente la punta di un iceberg ben più grande, problemi irrisolti che covano sotto la cenere e che impedirebbero al Primo Cittadino di nominare rispettivamente, da oltre un mese un nuovo assessore e, dopo più di quattro mesi, un nuovo vice sindaco. La costituzione di due gruppi esterni (saliamo a quota 6 totale!) alla maggioranza originaria prospetta al Sindaco una duplice scelta: sfogliare la margherita tra i fedeli (forse 5) o cercare di barcamenarsi ulteriormente, così come fatto con la stessa Giunta di emergenza (non nascondiamoci! Allo spirito democratic non crede più nessuno), nominando un esponente in seno al nuovo gruppo per mantenere in vita quanto più possibile il proprio interregno. Ma come dicevamo, probabilmente, la vera “grana” viene dalla nomina del VICEREI ( termine non usato a caso), per il quale, impressione nostra, si sta aspettando di trovare un nuovo stato di necessità per ri nominare quello che è la soluzione invisa ai più in maggioranza, ma migliore per la propria salute politica ovviamente individuale. Ma si sa i nostri vogliono solo il meglio per la nostra comunità e tra un selfie ed un plebiscitario comunicato, un primo risultato è avvenuto: uno degli assessori “esterni” ha votato il conto consuntivo, approvando ciò che durante l’anno aveva apertamente criticato. Senso del dovere o altro? Fermiamoci qua; le elezioni sono impellenti e saranno sale sulle ferite o vento nelle vele… sempre se queste non si strappino prima. Nel frattempo come si dice: a pensar male…
Carlo Cosma Barra