La devozione endemica per Santa Reparata è antica e diffusa nell’area dei Paesi costieri del Mediterraneo, oltre che in Sardegna, in Corsica, a Nizza di cui è Patrona. Si rammenta che è la Patrona di Lucca,Firenze e che la cattedrale precedente all’attuale le era intitolata.
Molte città e luoghi ne perpetuano il nome ( Santa Reparata in Valle, Baia Santa Reparata, Santa Reparata di Gallura e via di seguito) In suo onore, nella cittadina di Terra del Sole, si disputa ogni anno la prima domenica di settembre il Palio di Santa Reparata, in quanto la chiesa principale del paese è a lei intitolata. Nel culto della Santa di Cesarea ogni 5 anni nel comune di Pesco Sannita si realizza un dramma sacro sulla vita della martire, con persone del luogo. Per tradizione un buon paesano almeno una volta nella vita deve vedere il dramma, e per l’occasione ritornano tutti gli emigranti.
Grandi artisti fiorentini l’hanno raffigurata in celebri opere (Andrea Pisano, Arnolfo di Cambio, Andrea Passignano) "Pensare la fede come una difesa della città è dunque il primo messaggio che ci giunge da questa festa.-sostiene l’Arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori in un appassionante panegirico – Un problema che se nell’antichità era legato alla sorte delle armi, oggi si colloca su quello di una identità da non perdere dentro tempi confusi e soggetti a cambiamenti che rischiano di far perdere i riferimenti di fondo. Ne consegue un indebolimento etico che corrode la convivenza, i suoi comportamenti, la saldezza stessa della comunità.(…)Ma torniamo a Santa Reparata di cui, se abbiamo appena ricordato come si costituì il suo legame con Firenze, dobbiamo però recuperare ancora la figura di santità. L’attuale Martirologio Romano con estrema sintesi parla di una vergine e martire venerata in diversi luoghi. Ma il grande storico della Chiesa card. Baronio, sintetizzando la sua Passio, è più diffuso, e al giorno 8 ottobre scrive: ‘A Cesarea di Palestina, martirio di santa Reparata vergine e martire: poiché rifiutava di sacrificare agli idoli, sotto l’imperatore Decio, fu sottoposta a diverse specie di torture e fu infine messa a morte con un colpo di clava. Si vide la sua anima uscire dal corpo e salire al cielo sotto forma di una colomba’. " L’anima che se ne torna in paradiso, come colomba " dal disio chiamata" è comune ad alcune Sante del primo Cristianesimo. Mi piace ricordare Santa Scolastica, che il fratello Benedetto, tornandosene all’abbazia, dopo averla visitata, la vide di lontano trasmutarsi in questo simpatico volatile, simpolo di pace e purezza. A Teano il culto di Santa Reparata fu sempre molto forte e tenuto in vita con diverse modalità. Dopo che le Benedettine di Santa Reparata dovettero abbandonare il loro Monastero in quanto nuove norme vietavano alle religiose di vivere , per motivi di sicurezza in edifici fuori dalle mura urbane, furono sostituite dai cappuccini e infine, in tempi recenti dai Redentoristi, per volontà del Cardinale D’Avanzo, che recuperò il patrimonio confiscato e lo donò ai figli di S.Alfonso. Anche il corpo della nostra Patrona fu riportato ai principi del 1900 nella sua chiesa dopo essere stato traslato in Cattedrale e ivi venerato per molti anni presso l’altare maggiore sormontato dall’arco trionfale sopravvissuto ai bombardamenti dell’ultima guerra e a lei dedicato. Fu fondata anche una congrega dai calzolai e conciatori che abbondavano in Teano, producendo splendide calzature, esportate anche all’estero.
Concludo questa breve memoria della Santa con le parole del Vescovo Betori che calzano a puntino per questa sentita solennità: "Il martirio per il cristiano non porta con sé l’oscurità del lutto, ma si illumina della gioia di poter condividere la sorte stessa di Cristo.Questo vogliamo chiedere alla nostra Patrona."
Giulio