Nel 1957, quando a Roma i rappresentanti delle Nazioni di mezza Europa firmavano il trattato che avrebbe dato vita, con successivi accordi, all’Europa Unita, frequentavo la seconda media. Il mio amatissimo professore di lettere, che era lo stesso di qualche altro collaboratore del nostro giornale, era un europeista convinto e seppe trasmettere a tutti noi alunni l’entusiasmo più sincero e pulito per quanto stava nascendo nel Vecchio Continente. Non ci si poteva aspettare di meglio, ad appena dodici anni dalla fine del più grande conflitto bellico che lo aveva distrutto: quel trattato nasceva con l’auspicio “mai più guerre in Europa”. Ed, almeno finora, ha mantenuto le promesse. Guerre non ce ne sono state, ma le prospettive europee miravano ad un mercato comune e poi ad un soggetto sovranazionale che unisse le forze politiche ed economiche per contare almeno quanto l’America da un lato, e la Russia, dall’altro. Di queste ultime pie intenzioni lascio a voi giudicare quante se ne siano realizzate. Un articolo di Andrea Sogli, su Panorama del 10 ottobre, fa ottimamente la cresta all’Europa in occasione della crisi che vede l’America di Trump aver abbandonato i Curdi al sovranismo del Turco Erdogan, e la Russia di Putin lavarsene le mani, il tutto mentre l’EU non riesce ad elaborare uno straccio di intervento politico o di mediazione per evitare la persecuzione del popolo Curdo, il cui destino assomiglia sempre più a quello degli Ebrei. Pensate che l’UE altro non ha fatto, per tenersi buono il Turco, che oltretutto voleva farne parte, che erogargli 6 miliardi di euro, senza il minimo controllo e rendicontazione. Ma la cosa più repellente, da parte dei paesi arabi e nordafricani, è il ricorso al ricatto della immigrazione verso il Vecchio Continente, che favorirebbero con vari mezzi, bastasse già quello della sola persecuzione bellica. E così i migranti, vista la incapacità europea di por loro un freno, vengono usati anche come arma di ricatto, avesse dovuto mancar loro qualche altra angheria. E il recente fallimento del vertice sulla immigrazione, ricorda il giornalista, è la prova più provata della incapacità europea a darsi una politica comune; salvo poi a trinciare giudizi e condanne morali, come quella rivolta a noi italiani per non aver concesso permessi od attenuanti ad un galantuomo come Brusca, autore materiale di decine di omicidi, tra cui la strage di Capaci e lo scioglimento nell’acido solforico di un ragazzino. Non è umano, dice la UE, avere in vigore l’ergastolo ostativo! E la predica viene soprattutto dai tedeschi, che pare abbiano dimenticato la “soluzione finale” e la morte di milioni di persone innocenti da loro praticata con metodo scientifico. Altro che ergastolo ostativo; erano camere a gas. E non basta dire che sono cose accadute ottant’anni fa! La storia non deve andare in prescrizione! Ma, per fortuna, ferme e terribili sono state la parole pronunciate dal neo Presidente del Parlamento Europeo, l’italiano Sassoli, eletto grazie all’accordo PD M5S, : “chiedo con forza alla Turchia di interrompere immediatamente ogni azione militare”. Al che ad Erdogan è presa una tremarella irrefrenabile durata almeno cinque giorni. Poi pare che, saggiamente, si sia recato da Don Ersilio Miccio, il signore napoletano che, nel film di De Sica “L’oro di Napoli” tratto dal romanzo omonimo di Marotta, “vende saggezza” e pare che questi, dopo lungo pensamento, gli abbia consigliato di rivolgere all’indirizzo di Sassoli quanto già aveva consigliato, nel film, agli abitanti di un quartiere napoletano vessati e costretti a rientrare nei “vasci” da un nobile marchese che pretendeva di attraversare lo stretto vicolo ad ogni ora del giorno e della notte con la sua grossa e potente automobile. E sapete cosa gli ha consigliato di fare? Una sonorissima e lunghissima “pernacchia” , della durata di almeno cinque minuti, e praticata solo dopo lunga esercitazione e studio “matto e disperatissimo”. Le cronache non riferiscono la reazione di Sassoli! Immaginatela voi!
Claudio Gliottone