Fabrizio Zarone
(27 novembre 1900 – † 10 ottobre 1963 )
Fra gli studiosi delle memorie di Teano e delle antiche genti che ne popolarono il vasto e fertile territorio, singolare
collocazione trova il dott. Fabrizio Zarone. Originale fu la metodologia d’indagine storica che applicò ai suoi studi apprezzati per
serietà specialistica, nella placida dimostrazione delle sue argomentazioni che costruiva con
perspicacia.. Il suo stile era comprensibile pur trattando argomenti di articolata interpretazione.
Era, per lo più, uno studioso da tavolino il dottore che, a volte, con irrisori strumenti bibliografici tesseva trame di notevole trasparenza.
Il conte Luigi Cattaneo di S. Nicandro, suo amico ed estimatore, insieme al quale trascorreva piacevoli ore in interminabili,
disquisizioni di storia patria e antica , nella premessa al postumo libro dell’amico da poco scomparso ne puntualizza l’originalità.
“Aveva una particolare inclinazione verso i problemi della medicina legale, e, forse per analogia di procedimenti logici,
si era sempre interessato alle ricerche storiche, relative soprattutto alle memorie di Teano e dei suoi antichi monumenti, pubblicando numerosi studi
in proposito” (Teodora Galluccio, prefazione p. 6).
Fabrizio Zarone nacque a Teano il 27 novembre 1900, guarda caso, proprio all’inizio del secolo che vide svilupparsi e affermarsi, con maggior
fervore e criterio sistematico, un grande interesse e un’ampia produzione di studi relativi alla storia della città sidicina. Si laureò
precocemente a soli 23 anni in medicina e chirurgia, ricoprì disparate funzioni pubbliche, fra cui quella di podestà. Carica piuttosto
scomoda e ingrata, che esercitò con dignità per più di quattro anni, ritornandosene poi, ai suoi studi e alla
funzione di direttore sanitario del locale ospedale Ave Gratia Plena. Fedele al giuramento di Esculapio, si dedicò alla direzione ospedaliera dal
giugno 1948 al luglio 1957 con dedizione. Pubblicò tra l’altro: I Sidicini (1932), Pietravairano (1943), Lo stemma della Città di Teano (1938),
L’antico popolo dei Sidicini (1958), Ricordo di Tulliola (1960), L’Incontro di Teano (1961), La battaglia di S. Giuliano (1961),
Ricerche storiche su di un sarcofago conservato nel Duomo di Teano (1963). Postuml: Teodora Galluccio discendente dai conti longobardi di Teano fu la madre di S. Tommaso d’Aquino? (1964),
Sull’attività svolta dall’Ospedale “A.G.P.” di Teano dal 1 ottobre 1943 al 15 febbraio 1944 (1981).
Nella pubblicazione “L’antico popolo dei Sidicini” sintetizza con stupefacente acume la storia della Teano italica e del suo eroico popolo, valoroso irriducibile difensore della “Porta alta della Campania Felice”.
E come l’antica gente sidicina di cui narrò le eroiche gesta, fu travolto da un invincibile nemico che lo portò alla tomba.
. “Non ai Sanniti e neppure ai Romani cedemmo, ma lotta a oltranza usammo a chi cercò farci venire meno al nostro dovere, e il nostro dovere noi compimmo sino
all’ultimo e più grande sacrificio sulla breccia” (L’antico popolo dei Sidicini, pag. 48).
Era intenzionato a proseguire i suoi studi, regalandoci altri splendidi bagliori della nostra storia. “Ma – afferma con sommesso signorile rimpianto il conte Cattaneo –
gli impermutabili decreti della Divina Provvidenza non lo hanno permesso, e a tutti gli amici ed estimatori dello scomparso, pur nel loro dolore, non resta che
accettare con cristiana rassegnazione la volontà di Dio. Lo scrivente crede però – conclude il gentiluomo – di interpretare il loro pensiero auspicando che la numerosa gioventù studiosa
di Teano voglia non soltanto imitare le virtù civili e professionali del dott. Zarone, ma anche il suo amore per le cose e le memorie dell’antichissima Città Sidicina” (Introduzione di
Luigi Cattaneo di S. Nicandro a Teodora Galluccio, p.6).
E’ un invito che va raccolto, una promessa che va mantenuta.
Giulio De Monaco