Le celebrazioni ufficiali del Giorno della memoria nel ricordo del 65/mo dell’abbattimento dei cancelli del campo di sterminio di Auschwitz si sono aperte al Quirinale con una cerimonia alla quale il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha invitato le alte cariche dello Stato, gli amministratori locali e molti ex deportati, i loro familiari e studenti che hanno partecipato al concorso che premia i lavori scolastici rivolti ad approfondire la conoscenza della Shoah.
Ospite d’onore il premio Nobel Elie Wiesel. Hanno ricordato la tragedia dello sterminio degli ebrei il presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, Renzo Gattegna, e il sottosegretario all’Istruzione Giuseppe Pizza. Il presidente della Repubblica ha premiato le scuole vincitrici del concorso ed ha conferito una medaglia d’oro al merito civile alla memoria della signora Emilia Marinelli Valori, che tra il 1938 e il 1945, a Meolo (Venezia) "a rischio della propria vita offrì sostegno alle forze partigiane e organizzò un’attività clandestina per dare ospitalità e assistenza a molti ebrei e ad altri perseguitati, che riuscì a sottrarre alla deportazione e alla morte". La medaglia è stata ritirata dal figlio, Giancarlo Elia Valori. Ai sopravvissuti nei campi di sterminio sono state conferite altre 80 medaglie.
Giorgio Napolitano ha accolto al Quirinale il premio Nobel Elie Wiesel con parole calorose. "Lei rappresenta – ha detto – la voce più alta che potessimo ascoltare oggi, e saremo lieti di ascoltare fra poco il suo intervento a Montecitorio. Lei ha meritato in Italia ammirazione e rispetto per l’impegno incessante a tenere alta la memoria e la lotta per i diritti umani per una pacifica convivenza tra i popoli. Grazie di essere qui".
Il presidente della Repubblica ha spiegato di aver voluto la cerimonia al Quirinale "perché è la casa degli italiani ed è bello sentire qui la voce dei ragazzi che hanno studiato la resistenza, la guerra e l’epilogo tragico dello sterminio degli ebrei. Vedere come si sono dedicati a questo studio è motivo di conforto per noi", ha concluso con la voce incrinata dalla commozione.
L’esperienza della Shoah, della deportazione e dello sterminio degli ebrei "é una tragica esperienza ancora carica di insegnamenti e di valori", ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al Quirinale ringraziando con commozione gli studenti che si sono impegnati ad approfondirne la conoscenza. "E’ motivo di concorso per noi. Noi non chiediamo di meglio per trasmettere il testimone, a nome dello Stato, ai giovani".
PAPA, MAI PIU’ CRIMINI COSI’ EFFERATI – Quelli compiuti dalla Germania nazista, in particolare contro il popolo ebraico, sono "crimini di inaudita efferatezza". Lo ha detto il Papa che, nella giornata della memoria ha invocato "Dio onnipotente" affinché "illumini i cuori e le menti, perché non si ripetano più tali tragedie!". Il ricordo della Shoah, ha detto al termine del’udienza generale nell’aula Paolo VI, "susciti un sempre più convinto rispetto della dignità di ogni persona, perché tutti gli uomini si percepiscano una sola grande famiglia".
"Sessantacinque anni fa, il 27 gennaio 1945 – ha detto il Papa ai fedeli riuniti nella Sala Nervi – venivano aperti i cancelli del campo di concentramento nazista della città polacca di Oswiecim, nota con il nome tedesco di Auschwitz, e vennero liberati i pochi superstiti. Tale evento e le testimonianze dei sopravvissuti – ha proseguito – rivelarono al mondo l’orrore di crimini di inaudita efferatezza, commessi nei campi di sterminio creati dalla Germania nazista".
Benedetto XVI ha sottolineato come oggi si celebri il Giorno della Memoria, "in ricordo di tutte le vittime di quei crimini, specialmente dell’annientamento pianificato degli Ebrei, e in onore di quanti, a rischio della propria vita, hanno protetto i perseguitati, opponendosi alla follia omicida". "Con animo commosso", il pensiero di papa Ratzinger è andato "alle innumerevoli vittime di un cieco odio razziale e religioso, che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte in quei luoghi aberranti e disumani". "La memoria di tali fatti – è stato l’appello del Pontefice tedesco -, in particolare del dramma della Shoah che ha colpito il popolo ebraico, susciti un sempre più convinto rispetto della dignità di ogni persona, perché tutti gli uomini si percepiscano una sola grande famiglia". "Dio onnipotente – ha concluso Benedetto XVI – illumini i cuori e le menti, affinché non si ripetano più tali tragedie!".
BERLUSCONI, IL RICORDO E’ UN DOVERE – "Il ricordo è un dovere, perché tutto ciò non possa più accadere". Così il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, rende omaggio al giorno della memoria a dieci anni dalla legge che ha previsto la sua istituzione "in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti". Si tratta, scrive il premier in un messaggio, di "un’iniziativa importante del Parlamento italiano, che ha portato all’attenzione dello Stato e di tutto il Paese il ricordo di un evento fino a quel momento coltivato prevalentemente dalla comunità ebraica, che ne è stata vittima. Grazie a questo provvedimento, il ricordo della Shoah é uscito dallo stretto ambito privato ed è stato affidato alle Istituzioni il compito di rendere omaggio alle vittime e di proteggere le future generazioni da deliranti ideologie ispirate dall’odio razziale".