L’altra settimana sono stato a Pietrelcina (Benevento) per fare visita al mio santo prediletto: San Pio da Pietrelcina, meglio conosciuto come Padre Pio, in occasione di una sua breve visita al paese natale, esattamente cento anni dopo la sua nascita.
Molti episodi mi legano alla sua figura e conservo sempre viva l’immagine del Padre mentre mi somministra la Comunione, all’interno della piccola cappella dei Cappuccini a San Giovanni Rotondo, a me che avevo solo 9 anni.
Ma questo è un ricordo personale citato solo per spiegarvi con quale intensità emotiva mi sono messo in macchina quella mattina, accompagnato dalla mia consorte, e partito alla volta del piccolo centro beneventano. Ci era sembrata una buona idea avviarci molto presto ed infatti alle otto circa già eravamo nella zona parcheggio alla prima periferia del paese. Ci siamo incamminati verso la chiesa situata proprio al centro del paese ma, ben presto, ci siamo accorti che come noi molti altri, certamente centinaia di fedeli, avevano avuto la nostra stessa idea.
Praticamente a duecento metri dall’ingresso della Chiesa dove fu sistemata la teca contenente le spoglie del Santo, già c’era una lunga fila, a quattro, di fedeli in attesa di entrare in una chiesa già affollatissima. Un’attesa che si è prolungata fino alle 10,30 allorchè è stato annunciato l’inizio della messa. La temperatura era bassa ed una forte umidità penetrava nelle ossa, e non ci aveva tranquillizzato una informazione degli uomini della Protezione civile che ci avvertivano che la fila non si sarebbe mossa se non al termine della Funzione religiosa
Una funzione religiosa lunghissima, cantata e con una omelia durata almeno 45 minuti mentre fuori la moltitudine di fedeli si ingrossava sempre di più ma tutti disciplinati e rassegnati a subire la rigidità della temperatura mista ad una umidità che si faceva sempre più penetrante.
Alle ore 11,45 eravamo ancora in attesa che dalla chiesa arrivassero segnali per far partire la fila, la stanchezza avanzava quando, all’orizzonte del viale centrale che delimitava le due ali di fedeli, proveniente dalla chiesa, è comparso un gruppo di quattro persone composto da un signore in rigido completo blu e camicia bianca, a fianco una signora di mezza età con ampia e lunga pelliccia e dall’altra parte due giovanotti elegantemente vestiti, probabilmente i figli della coppia. I quattro si muovevano con andatura altera e sguardo compassionevole verso la lunga fila. Una signora anziana che aveva condiviso con noi la lunga attesa ha urlato verso questi signori: “Ma voi chi siete, perché vi è consentito muovervi in libertà e noi dobbiamo stare qua al freddo senza poterci muovere?” La moglie fece un gesto di stizza ed il marito si fermò e diretto verso la signora anziana pronunciò solenne: ” Io sono un’autorità e sto lavorando!” La mia consorte, anche lei stanca per la lunga attesa, non ha resistito ed è intervenuta: “E lei lavora in compagnia della moglie in pelliccia e figli al seguito?” Pronta la risposta dal tono ironico, del gentiluomo:” Piccoli privilegi”.
Noi San Pio non siamo riusciti a salutarlo, la stanchezza ha prevalso sulla nostra fede ma, ci rifaremo, come ogni anno andremo a San Giovanni Rotondo, ci fermeremo nella piccola cappella dei Cappuccini, una sosta vicino al confessionale dove fui confessato da Padre Pio e poi la Santa Messa.
Piccoli privilegi!!!
Antonio Guttoriello