Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave senza nocchiere in gran tempesta,
non donna di provincie, ma bordello!
Quell’anima gentil fu così presta,
sol per lo dolce suon della sua terra,
di fare al cittadin suo quivi festa;
e ora in te non stanno senza guerra
li vivi tuoi, e l’un l’altro si rode
di quei ch’un muro e una fossa serra.
Questa è la dolorosa rappresentazione che fa Dante di una società in cui sono banditi gli ideali del vivere civile. Una invettiva che non risparmia nessuno e che pone tutti sullo stesso piano, vittime e carnefici.
Pensiamo che quanto raffigurato dal “Sommo Poeta” sia un po’ riconducibile pure alla nostra Teano, da sempre specchio fedele di una italietta che tira a campare, dove i valori vengono spesso sacrificati in favore dell’inciucio e del male affare .
Sono passati ormai quasi sei mesi da quando la nuova amministrazione a colpi di sonori e roboanti annunci si è insediata alla guida del nostro paese. Pensavamo, ottimisticamente parlando, che qualcosa si potesse muovere, ma invece nada de nada, tutto ristagna in un guano epocale, dove la città è divisa in grosse fazioni, in delusi, inviperiti e festanti piccoli fans. Ma cosa vogliamo farci mai, questo è segno dei tempi, colpa nostra che ancora crediamo nel riscatto sociale di questo paese in barba all’ottimismo dimostrato dal nostro Sindaco.
Ci sarebbe tanto da dire, tanto da parlare, osservare, dibattere ma sappiamo che con molta probabilità, questo nostro sfogo sarà interpretato, come al solito, come il grido sordo dello scontento di turno, di chi non raggiunge l’uva e dice che è acerba. Bhe, ce ne faremo volentieri una ragione.
Ogni giorno ci viene raccontata una incredibile storia nuova che, se vivessimo “secondo virtute e conoscenza”, sarebbe apostrofata immediatamente come una grande baggianata. Abbiamo dovuto sorbirci la morale indiretta dello specchio di biancaneve per giustificare un’istallazione illegittima di uno specchio; abbiamo dovuto recepire la storiella dell’ingegner figliol prodigo che, non più prodigo ( avrà avuto pure lui le sue buone ragioni) è stato messo in castigo in favore di un altro professionista. Prima alzato agli incensi elisi e poi gettato nel fango, come dire: sedotto ed abbandonato; abbiamo dovuto sentire che i parenti degli amministratori, adesso, è giusto che lavorino, non notando il modo in cui lo fanno – ma si sa, lo sciocco punta il dito e non la luna; ci siamo sorbiti la storia delle scuole e dei progetti delle stesse, prima finanziate grazie all’Amministrazione in carica e poi, presa cognizione della baggianata detta, classificate come fallimentari perché quel birbantello del funzionario regionale ed ex Sindaco, Ing. Di Benedetto le avrebbe attribuito un punteggio basso per mero dispetto, dimenticando che i punteggi, per bando Regionale, sono stati autoattribuiti dallo stesso Comune ( sig, sob); abbiamo sentito la storia del campanile spezzato e riparato in un solo mese o del “Progettone” che non si può fare perché non c’è la depurazione. Potremmo continuare ma ci asteniamo, facendo scendere sui nostri occhi due fette di prosciutto di parma.
Una particolare attenzione però ci sia consentita di dedicarla al metodo discorsivo del Sindaco Dr Dino D’Andrea. Abbiamo notato che il primo cittadino, non difettando di dialettica, non risponde mai in maniera diretta ad una domanda (praticamente se chiami a bastone risponde a coppe) Le risposte vengono date agli interlocutori virando con un lob maestoso su altri argomenti e così: se il paese è sporco, rispondiamo che a Teano verrà il polo Universitario della Federico Secondo, della Università di Campobasso, della Seconda Università degli studi di Napoli o addirittura della Pegaso; se le buche non vengono otturate, allora si risponde che avremmo lo svincolo autostradale; se la gara dei rifiuti non è stata completata si risponde che è stato predisposto un capitolato “bio” ( e che vuol dir); se le strade non si fanno, si risponde che Teano ha ricevuto soldi in maniera inaspettata e che verranno, nonostante siano fondi vincolati, distratti per opere pubbliche maestose come, ci sia consentita una piccolissima freddura, portare magari il mare a Casamostra…
Tutto viene promesso, non c’è via di scampo.
Una menzione di onore però deve essere data al caso “Landolfi”. Grazie al Nostro Sindaco abbiamo assistito al primo ed unico caso in Italia di nomina di amministratori di sostegno ad un amministratore comunale. Ed infatti, la condivisione della delega all’ecologia tra l’assessore Landolfi, non più rinunciatario, e tutti i membri della giunta rappresenta un primato la cui primogenitura va data al D’Andrea. Dunque oggi non abbiamo più un solo referente all’ecologia ma tanti. Una domanda ci sia consentita: spalmare i compiti equivale anche a spalmare le responsabilità? In caso di problemi, di qualunque natura, chi ne risponderà?
Grazie dell’attenzione. A presto lo “strano caso Cataldo”.