E’ stata inaugurata domenica 4 agosto nella splendida Annunziata la mostra “Orme Sidicine”, giunta alla sua terza edizione e che sarà aperta al pubblico per sette giorni fino all’11 agosto, al termine della manifestazione “Storia, Sapori e Mestieri dai Sidicini a Garibaldi”, organizzata, insieme alla mostra stessa, dall’associazione “Il Campanile” capeggiata da Valter Giarrusso, presente al tavolo dei partecipanti insieme agli altri protagonisti chiamati a intervenire.
A prendere la parola per primi sono i curatori dell’evento, la dottoressa Paola Melillo e il signor Gerardo Zarone, che hanno insistito sull’unione di artisti diversi per età, genere e livello in nome del proprio territorio e della propria storia: infatti, essi pur provenendo da vari percorsi artistici, convergono e s’incontrano sul terreno comune dell’arte come forma d’espressione del loro legame con tutto ciò che riconduce alle radici sidicine. E da qui s’incita una rinascita del settore, per cui viene chiamata in causa la politica e perciò le fila del discorso vengono subito riprese dal Primo Cittadino di Teano Nicola Di Benedetto, che ha affermato come “la politica può imparare osservando l’opera d’arte”, in quanto questa è portatrice di idee e passione, due pilastri fondamentali anche per la risoluzione dei problemi compito l’azione amministrativa. Inoltre, egli sostiene che questo tipo d’iniziative devono diventare punto di riferimento per la comunità in quanto riflettono l’identità e i valori di una comunità che deve avere un indirizzo culturale consapevole e senza invadenze politiche. Poi, è stata la volta del Sindaco di Roccamonfina Maria Cristina Tari, che ha ribadito il forte legame artistico tra Teano e Roccamonfina anche soprattutto grazie all’attività del Direttore del Museo Magma di Roccamonfina, il signor Paolo Feroce, figlio del compianto artista Rino Feroce, autore di alcune opere esposte. In chiusura, ma di rilievo, l’intervento della Direttrice del Dipartimento di Lettere e Beni Culturali, la dottoressa Rosanna Cioffi, che si è soffermata proprio sulla bellezza di età settecentesca dell’Annunziata, capace di fondere antico e contemporaneo, così come su quella del celebre Campanile dell’omonima chiesa, che deve essere “fonte di riconoscimento del senso di appartenenza di una comunità”. E per consentire quest’ultimo è necessario anche mettere in comunicazione Teano con i centri vicini e di rivitalizzare la formazione degli ambienti accademici finalizzata alla conservazione dei beni culturali, che vanno poi trasmesse alle generazioni future con tutta la forza del loro messaggio etico.
I ringraziamenti vanno a tutti coloro che hanno consentito l’organizzazione della mostra, oltre alle persone suddette, all’amministrazione comunale (in particolare al sindaco Di Benedetto, al vicesindaco Eluisa Monteforte e all’assessore alla cultura Gemma Tizzano), al personale della Biblioteca Tansillo, alla signora Anna Amalia Cangiano, al prof. Capaccioli, al dottore Claudio Gliottone (autore di alcune opere d’arte) a Emiliano D’Angelo, all’Auditorium e alle famiglie degli artisti scomparsi.
E onore al merito agli artisti che hanno contribuito e reso possibile la realizzazione della rassegna, con la loro geniale ispirazione artistica caratterizzata dalla vivacità del colore e della luce, Filomena Giordano, Laura Oliva, Elena Balasco, Noemi Powers, Anna De Biasio, Adolfo Monteforte, Federica D’Alesio, Antonio Fumo, Daniele Cardellino, Livia Argento, Elena Mastrostefano, Massino Inguscio, Claudio Gliottone, Fabio Faella, Alessandra Martino (giovanissima artista emergente che proprio quest’anno si è classificata seconda al concorso d’arte “Imago”e la cui opera la si può ammirare all’ingresso della Sala dell’Annunziata), Manuel Gallo, Franco Zanni, Antonio Cocozza ( che ha creato modellini di barche, fontane, ma soprattutto del famoso Campanile), Gaetano De Biasio, Angelo D’Errico, Mario Carpine, Rino Feroce, Anna Amalia Cangiano e Giovanni Varone.
Dunque, un’occasione per riscoprire il passato intriso di storia di un’antica civiltà e per proiettarlo verso il futuro attraverso l’arte che renda indelebili le proprie impronte.
Rosella Verdolotti