Giorni di mestizia per questa provincia, giorni di grande mestizia. Dopo l’orripilante spettacolino dei fuochi d’artificio fatti esplodere nell’area dell’Anfiteatro Campano a Santa Maria Capua Vetere a Ferragosto, mi sono posta interrogativi su chi ha pensato e permesso questa “trovata” scriteriata e pericolosa per il monumento. Gli studiosi di Statica e di Fisica del suono ci dicono da tempo, da gran tempo che le onde sonore troppo forti danneggiano i monumenti, non è una novità. E penso poi al terrore che sicuramente ha preso gli animali, cani, gatti, uccelli che spesso, lo sappiamo, muoiono appunto di paura.Ecco, mentre pensavo a tutto questo inutile squallore è arrivata la bomba ecologica (annunciata?) di Teano che investe buona parte dell’Alto Casertano. Penso a chi lì vive, penso a chi ha investito nel turismo green cantando sulla straordinaria bellezza di questi luoghi, le collinette di Teano, la piana ricca di acque preziose a Riardo, la piccola, deliziosa Ailano, Pietramelara dal dolce nome che dovrebbe corrispondere alla dolcezza dei luoghi.
Certo, l’incendio è doloso, opera di sciagurati ‘cammoristelli’ portatori di chissà quali loschi interessi, certo è così, ma possiamo chiederci se questi Sindaci che invitano i cittadini a chiudersi in casa, anzi a tapparsi in casa, hanno fatto tutto quello che era possibile fare per ‘prevenire’, nella misura del possibile’ questo disastro ambientale, ecologico, politico, turistico, economico?
Cito a titolo esemplare la doverosa chiusura dell’Autogrill che, però, è rimasto aperto finché non è arrivata l’ordinanza. Dopo anni di lavoro, di fatica per liberarci dell’etichetta vergognosa ‘terra-dei-fuochi’, ora ci chiediamo cosa penserà la marea di turisti che sta tornando a casa sulla A1 dopo le vacanze e non ha potuto prendere neppure il caffè, ma ha attraversato di corsa questo nuovo ‘inferno’ ecologico. E questi Sindaci che hanno rivolto garbati inviti non hanno pensato che erano necessarie ordinanze se non dopo quattro giorni (parlo di Teano, gli altri non so). Intanto, sono arrivati i primi dati ufficiali dell’Arpa Campania. Scoglio, Sindaco di Teano, poeticamente dichiara: “Com’era prevedibile, c’è stato un superamento del valore limite delle diossine, tuttavia il Dirigente dell’Arpac mi ha ‘rassicurato’ sul fatto che non è un valore elevato per queste tipologie di problematiche”. Cioè?
Intanto, mi chiedo: ma che male ha fatto la superba Teano per essere ridotta in queste miserande condizioni? Stiamo parlando di Teanum, capitale del territorio dei potenti Sidicini, la cui bellezza, la cui ricchezza è lì, nei monumenti, nell’immenso teatro, nei reperti dell’incantevole Museo che il mondo ci invidia. Eppure, anche prima di questo disastro Teano sembrava essere diventata un mesto paesello, nonostante i grandi palazzi, le superbe chiese, a cominciare dal Duomo ricco di reperti millenari, i due grandi Musei. Il Museo Diocesano, che da solo vale una giornata, allocato nella Cripta della Cattedrale e in alcune sale del seicentesco seminario vescovile, è visitabile su richiesta, ma può vantare reperti di grande interesse storico e artistico, che vanno dall’età romana, paleocristiana, a quella barocca: epigrafi, lapidi, statue, reperti lignei, brani di affreschi, suppellettili per la liturgia, paramenti sacri e perfino una collezione di meccanismi di orologi provenienti da alcuni campanili delle chiese diocesane.
Il Museo Archeologico. Ricco, ricchissimo, spettacolare, ma senza una vera direzione. Il direttore ufficiale, infatti, sta in quel di Alife e, di fatto, con le sue assenze (certamente giustificate, per carità!), i suoi silenzi, le sue mancate risposte ha di fatto spento la straordinaria vivacità che aveva fatto di questo Museo il cuore pulsante della vita culturale della città. Gli abbiamo scritto (sono Presidente della prestigiosa, non per merito mio, Associazione Sidicina ‘Amici dei Musei’), per offrirgli collaborazione gratuita, la stessa che aveva tanto ben funzionato con i precedenti Direttori (archeologi e studiosi di gran vaglia) negli oltre dieci anni di vita dell’Associazione, ma non si è curato neppure di rispondere per creanza. Dopo oltre 30 anni di attività non è stato possibile neppure il prestigioso Teano Jazz Festival sul Loggione: perché? Il teatro romano: pare ci sia stato un cospicuo finanziamento di oltre un milione di euro, ma nessuno ne sa niente. Non risultano pubblicati bandi di gara e solo qualche giorno fa hanno tagliato un po’ di erba. Comunque, non ci sono visitatori come non c’è nessuna attività di valorizzazione e promozione. Spero di essere smentita. Ma questo è lo stesso teatro dove nel 2021 c’è stata una seguitissima Rassegna di spettacoli per il ciclo ‘Teatri di pietra’ e dove nel 2019 si parlava della Prima Sede della Scuola di Specializzazione in ‘Teatri Antichi’, di una Summer School, curata dal bravissimo prof. Del Mastro, che vide la partecipazione di studiosi di tutta Italia. Ora, solo una coltre di indegno silenzio ammantato di vacua burocrazia.
Perché ricordo queste ricchezze storico artistiche? La verità è che spero, come tanti, che questa tragedia velenosa in ogni senso risvegli le coscienze di Sindaci e delle Istituzioni preposte. Mi auguro che appena possibile il Sindaco di Teano, o di Riardo o di Pietramelara (da tempo ne parlo con Andrea de Ponte) diano vita ad una rete che restituisca nuova vita all’immenso patrimonio storico-artistico di questi luoghi che potrà certamente fare da attrattore. Se non con la Bellezza, con che cosa vogliamo riportare i turisti e gli amanti del buon-vivere da noi?
Jolanda Capriglione (Presidente del Club per l’Unesco. Caserta). Pubblicato ieri su ‘il Mattino’