Nell’ottobre del 2020, con 4272 voti, tentò senza fortuna l’elezione al Consiglio Regionale della Campania l’avv. Antonella D’Andrea, sorella dell’allora Sindaco, nonché cugina della eurodeputata Picierno. Dopo cinque anni, un altro figlio della terra dei sidicini, un paisano doc, sempre con il Partito Democratico, l’Ing. Pierluigi Landolfi, per tutti Piero, si cimenta nell’improbabile impresa di conseguire il seggio regionale. Esistono i presupposti reali di una elezione o come sempre l’alto casertano dovrà togliere il cappello di fronte a zone più attrezzate dal punto di vista elettorale? Andiamo ad analizzare alcuni numeri. I seggi disponibili per la provincia di Caserta sono complessivamente 8, di cui 5 da assegnare ai vincitori della competizione e 3 alle opposizioni. Volutamente lasciamo in sospeso il discorso dei “resti” che verranno distribuiti con il meccanismo delle percentuali. L’evidenza che l’ingegnere Landolfi non goda dei favori dei pronostici è data dal fatto stesso che ha deciso di candidarsi in una lista definita “grande”, quella del Pd appunto, che nella scorsa tornata elettorale conseguì 63.908 voti realizzando il 17,7% dell’elettorato provinciale complessivo. Dunque, per essere eletti nelle file del Pd è necessario in primis mettere insieme tanti, ma tanti voti, poi ovviamente prendere più consensi degli altri componenti di lista. Il concetto esposto è confermato dal dato storico delle precedenti elezioni dove in candidato Pd dell’epoca che ottenne l’elezione, l’On.le Oliviero, totalizzò oltre 20.000 preferenze rispetto alle oltre 17.000 dell’On.le Graziano. Oggi ammettendo che il centro sinistra vinca le elezioni e riesca a conquistare cinque seggi, dobbiamo tenere presente che almeno un paio di quelli in ballo sarebbero di fatto ipotecati da altrettanti rappresentanti delle liste del centro sinistra, vuoi per potenza elettorale (Oliviero), vuoi per quorum di lista più basso rispetto allo stesso Pd. A conti fatti, quindi, pur volendo considerare “a ribasso” le percentuali di voto attribuibili al Partito di Landolfi, queste non potrebbero scendere al di sotto della soglia del 15 o 16% dell’elettorato provinciale il che, tradotto in dati numerici, significa che per essere eletto con il Partito Democratico al Consiglio Regionale bisognerà(ipotizziamo) prendere almeno 13.000 o 15.000 voti personali. Altro parametro importante per comprendere le reali chance del buon Piero è quello di considerare, a partire dal territorio comunale, il sostegno che saprà coagulare intorno a sé anche con le alleanze fatte all’interno del partito. L’amministrazione di Teano, nel 2020, mise insieme un bottino elettorale di 3.560 voti e formalmente dovrebbe sostenere il candidato locale, tuttavia la realtà di cui vi abbiamo parlato anche nei giorni scorsi rappresenta uno spaccato distante anni luce da questa ipotesi. Un’ulteriore considerazione merita la griglia di partenza, predisposta dai vertici “dem” che vedrebbe in pole position non Landolfi, ma Marco Villano di Aversa, diretta espressione dell’On.le Stefano Graziano e, poco più dietro, Camilla Sgambato di Santa Maria C.V. che, dalla sua, avrebbe il sostegno, conseguito nelle ultime ore, del primo epurato del partito (senza considerare l’esclusione forzata e volontaria di Oliviero), ovvero quello stesso Schiavone che bramava, magari con il posto poi ottenuto da Landolfi, a fare la voce da leone a queste elezioni. Un’ analisi a parte merita la “potenza elettorale” di Teano. La città dello storico incontro ha un lusinghiero bacino elettorale di 10734 votanti caratterizzato, tuttavia, da un altrettanto considerevole numero di astenuti. Infatti i dati riferiti all’ultima competizione elettorale (Le Europee dello scorso anno) vedono una partecipazione cittadina che si attesta al 41,87% rispetto al 60% raggiunto durante le comunali di quasi 4 anni fa. Considerando proprio dall’astensionismo, appare ipotizzabile, correranno alle urne circa il 55% dell’elettorato della città, cioè circa 4.900 votanti che seppur considerati nel loro complesso non consentirebbero l’elezione di Landolfi. Sulla competizione, in ultimo, non dobbiamo dimenticare come inciderà il maggiore peso di aree metropolitane come quella di Aversa o di grandi città come Caserta, S. Maria C.V., Maddaloni o Marcianise, non tralasciando pure la concorrenza interna sul territorio dell’Alto Casertano che incontrerebbe Landolfi con il confronto con l’ex segretario municipale Bonacci. In conclusione, quindi, il candidato di Teano, per potersi avvicinare al traguardo, dovrebbe partire dal suo “paese” con almeno 5.000 preferenze, cioè con ben oltre il totale dei voti ipotizzabili sul territorio, sperando di “pescare” negli altri comuni casertani almeno diecimila voti. Appare quindi più realistico parlare di sacrificio elettorale in vista di un eventuale premio di partito, ascrivendo la candidatura di Landolfi nel perimetro di quelle “di servizio”. Sarà elezione o effettivamente mission impossible? Il tempo ci dirà la verità.
La Redazione

LANDOLFI NON GODREBBE DEI FAVORI DEI PRONOSTICI.
LANDOLFI NON GODREBBE DEI FAVORI DEI PRONOSTICI.
TEANO, PAESE DELLA MER…AVIGLIA!
TEANO SOTTO LA PIOGGIA… E SOTTO L’INDIFFERENZA 
