Le ultime news che arrivano da Roccamonfina, ci restituiscono una “Lezione di democrazia” (cfr. E.Z. TeanoCE del 16/07/2025) da far impallidire. Non siamo poi tanto lontani da “Rocca”, eppure sembra che ci separino anni luce.
La medesima richiesta di quello spazio di democrazia avanzata in un momento di estrema lucidità dalla minoranza consiliare sidicina, fu inesorabilmente rispedita al mittente udite udite in quanto tale “nuovo strumento avrebbe comportato un lavoro in più per gli Uffici”. In quella seduta di Aprile dello scorso anno, gli “Eletti a governare”, dopo aver valutato siffatta istanza, non se la sentirono di assumersi un tale impegno, considerato troppo gravoso. Qualche amministratore “scurdariello” che in un recente passato recitava come un mantra che una delle sue priorità in caso di elezione sarebbe stata l’applicazione del concetto di “democrazia partecipata”, non ha atteso nemmeno che il gallo cantasse per tre volte…
Il grado di decadenza e resilienza che il popolo teanese ha raggiunto sembra aver raggiunto i livelli massimi. L’apatia più totale, è scossa solo dalle bollette del servizio idrico che stanno arrivando nelle case dei cittadini. Ci arrivasse anche l’acqua con la stessa puntualità ed il medesimo peso, non sarebbe male. Per racimolare soldi, suggeriamo l’applicazione di dazi a quanti si trovano anche solo a transitare per il nostro territorio, secondo un modello ben sperimentato del grande Troisi:“Chi Siete ? Cosa fate? Cosa portate? Sì, ma quanti siete? Un fiorino!”
La stessa società cosiddetta civile, ai continui scempi perpetrati sotto gli occhi di tutti, “si costerna, s’indigna, s’impegna poi getta la spugna con gran dignità”, preferendo restare in silenzio secondo la regola delle tre scimmiette:
non vedo, non parlo e non sento!
Quella società che si fregia di essere civile, continuando a fare spallucce, diventa complice tanto del malcostume quanto della cattiva gestione. Di quel vuoto che ormai riempie la nostra città.
Per quel “lavoro in più per gli uffici, ritenuto altresì gravoso” ci chiediamo e Vi chiediamo se non lo possano svolgere, magari a rotazione, quei Consiglieri seduti tra i banchi della maggioranza che non hanno deleghe o incarichi specifici. O se li hanno è solo per la storia. Non costerebbe nulla, magari a cadenza mensile organizzare un incontro. Chissà se qualcuno di loro, consapevole di sedere in quei banchi grazie ad una volontà popolare, sarebbe disposto ad aprire quel dialogo diretto con tutti i cittadini. Del resto se gli elettori li hanno ritenuti meritevoli di rappresentarli o meglio governarli, non vediamo il motivo per cui non possano essere in grado di gestire un tale confronto.
Un amico ci faceva notare che “non c’è una vera unità a causa della natura tribale della società teanese. Su queste divisioni sguazzano le tifoserie e chi da loro ne trae potere”. Come non dargli ragione.
In una raccolta di poesie in dialetto napoletano di Raffaele Pisani, l’autore “canta l’amore per Napoli, per il suo popolo e per la sua terra. Ma innalza anche un grido di rabbia verso tutti coloro che, con gesti scellerati e criminali, hanno contribuito alla sua rovina.”
Il titolo del libro è significativo: Mettiteve scuorno.
Luciano Passariello