IMPIANTO TRATTAMENTO RIFIUTI (3) –
Prendo spunto da qualche recente commento, per iniziare a ragionare, a capire e a confrontarci. Lasciamo stare nomi e ruoli. Non sono importanti. Non sono il problema. Sono oramai personaggi fuori dal tempo (almeno lo spero).
Concentriamoci sui contenuti per poi arrivare a tappe alla questione impianto.
Innanzitutto osservo che, con la delibera n.289 del 10.12.2012, la passata Giunta comunale ha approvato un documento articolato “Teano città bella e del buon vivere” (allegato in foto), con cui ha fornito gli indirizzi strategici per l’elaborazione del PUC. Il paragrafo 1.9 è dedicato ai Distretti industriali integrati in Area ASI, dove si legge anche della citata filiera verde (pag. 21). Questa delibera l’ho scovata in occasione della recente interpellanza consiliare sul PUC. Chiarisco che molte delle cose scritte in altri paragrafi di quel documento sono condivisibili, altre invece, come alcune delle previsioni del paragrafo 1.9, non mi sono congeniali e, quindi, occorre lavorare per una sua revisione equilibrata.
Infatti proprio ragionando in quella direzione si era da qualche mese avviata una diretta interlocuzione con i vertici del Consorzio ASI per ridisegnare e progettare le possibili aree industriali del nostro territorio, prestando particolare attenzione alle esistenti fabbriche dismesse.
La linea dell’Amministrazione era ed è quella di dimensionare gli spazi, collocare le aree e decidere la filiera produttiva con occhio molto attento alla politica industriale della Regione, per intercettare finanziamenti, e alla domanda, cioè alla reale disponibilità di potenziali investitori capaci di realizzare progetti e avviare lavorazioni. Questo per evitare di congelare per altri decenni i terreni ed, eventualmente, di buttare dalla finestra fondi pubblici per gli espropri e per opere inutili e di non creare lavoro. Durante questo percorso il Consorzio ha inviato il 18.02.2016 al Comune il proprio provvedimento di avvio delle attività di programmazione e progettazione, richiamando però come strumento ASI ad oggi vigente un atto diverso rispetto a quello fornitomi dagli uffici.
Da qui ho iniziato a richiedere documenti per cercare di capire. Incrociando tutte le informazioni sono arrivato alla conclusione personale che esiste un grosso problema relativo alla corretta individuazione delle aree teanesi destinate ad oggi all’insediamento industriale ASI. In poche parole mi sono convinto, tra l’altro, che l’area, dove oggi dovrebbe sorgere l’impianto di trattamento dei rifiuti, abbia conservato in realtà una destinazione agricola e non sia ricompresa nella zona ASI come invece certificato e sostenuto da sempre dagli uffici comunali. In generale, invece, sono convinto che la perimetrazione dell’area ASI di Teano, a cui fanno riferimento i nostri uffici, non sia valida perché approvata dopo un procedimento (anno 2008) non definitivamente concluso.
Sono iniziati febbrili confronti con i tecnici di ASI per verificare lo stato reale delle cose, al termine dei quali ho chiesto al Consorzio di certificare (01/04/2016) quale fosse il vero strumento ad oggi vigente.
Il Consorzio mi ha risposto il successivo 08.04.2016, trasmettendo le carte del procedimento del 2008 contestato. Il giorno dopo ho scritto una lettera con cui ho ribadito le mie tesi (la allego in foto). Il dubbio ingenerato ha portato l’ASI ad affidare l’incarico per una specifica consulenza legale. Ieri ho incontrato l’avvocato incaricato per sostenere le nostre ragioni, arricchendo il dibattito con ulteriori valutazioni svolte sulla base di specifici approfondimenti tecnici.
In soldoni: se ho torto, l’area, dove dovrebbe sorgere l’impianto, ha destinazione industriale, se invece ho ragione, quell’area, dove sono presenti i resti della ISOLMER, dovrebbe riacquisire la sua originaria destinazione agricola.
Quindi, a cascata, se ho torto, i certificati di destinazione urbanistica rilasciati sino ad oggi dal Comune sono giusti, se ho invece ragione, quei certificati sono sbagliati e possono essere messi in discussione alcuni punti fermi su cui fonda il progetto dell’impianto.
Nicola Di Benedetto
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