Uffici pubblici al tempo di Covid? Che disastro! Capitolo uno, prima fatica. Può capitare, che nostri concittadini debbano avventurarsi in veri gironi danteschi o superare le fatidiche fatiche di Ercole per perseguire i propri diritti. Si “diritti” o servizi al cittadino, semplici, come un certificato di matrimonio, un certificato di nascita o il pagamento di una gabella. Nulla di complesso insomma che però, immaginiamo a causa della pandemia (bella scusa eh) diventa quasi impossibile conseguire in tempi rapidi. Ma procediamo per gradi. Un cittadino, magari lavoratore autonomo ai tempi della pandemia (precisazione doverosa) si reca all’Ufficio delle Entrate di Teano di cui, almeno sulla carta, conserviamo ancora servizio, per pagare una cartella esattoriale. Ebbene, questi, giunto presso il palazzo dell’Ufficio trova, così ci viene riferito, il portone sbarrato ma, senza perdersi in chiacchiere, armato di intenti risolutori, suona il campanello ( pensa lui) per farsi aprire o parlare con qualcuno. Sin qui nulla di anormale…comprendiamo che una porta di un ufficio pubblico, con i tempi che corrono, debba essere chiusa. E qui scatta la prima sorpresa. Infatti come in una scena del film “Benvenuti al Sud” un impiegato dell’Ufficio con nonchalance si affaccia al balcone e incurante della folla in trepidante attesa e della stessa privacy del contribuente chiede ad alta voce “COSA DEVE FARE”? E qui ci sia consentita la prima standing ovation! Il malcapitato, come si suol dire “per chi nu vò sentì”, imbarazzato per la situazione ai limiti del farsesco per non dire altro, riferisce di dovere pagare l’immondizia. L’impiegato, come se fosse in uno sketch del trio “La Smorfia”, mormora “ eh, dovete andare al Comune”… ma come, soggiunge il contribuente, “da li vengo. Mi hanno detto di venire qui!”; “ah ho capito” aggiunge l’impiegato, “aspettate mo vi do un numero …chiamate qui!” Il cittadino, poco felice per il trattamento ricevuto, ma volendo risolvere il problema, seppur riluttante compone il numero e … meraviglia delle meraviglie … dall’altra parte del telefono risponde un altro impiegato che dice di non potere fare nulla perché è in malattia. E qui scatta la seconda standing ovation. Contribuente 0 Ufficio Pubblico 1 palla al centro. Capitolo due, seconda fatica. Il malcapitato cittadino, non pago del “servizio” ricevuto, tenta miglior sorte presso la Casa Comunale di Teano. Altro giro, altra corsa. Si sa la speranza è l’ultima a morire e come diceva in un noto film il meno famoso figlio di Bruce Lee : “non può piovere per sempre”. In fondo, il Nostro, pensa tra sé e sé: cosa ci vuole per ottenere un paio di certificati? Siamo nell’epoca digitale. È lunedì, sale le scale di Palazzo S. Francesco e armato della proverbiale pazienza di Giobbe attende il proprio turno nel rispetto delle norme anti contagio per produrre l’istanza per i documenti a lui necessari: un certificato di matrimonio, un certificato di residenza, uno di nascita. L’impiegato, ricevuta l’istanza, si scusa perché non può rilasciare immediatamente i documenti visto che il suo computer non funziona, indi chiede all’utente di ritornare giovedì (oggi) per il ritiro. Seppur a malincuore il nostro concittadino educatamente (sempre in ottemperanza della famosa pazienza di Giobbe) si congeda dall’ufficiale di stato civile dandosi appuntamento secondo le modalità concordate. È finalmente il gran giorno, sono passati i giorni necessari, ed il cittadino si reca presso gli sportelli comunali per ritirare i certificati prenotati e qui…? E qui in maniera del tutto inaspettata, almeno per l’ignaro cittadino, tra capo e collo, ricevendo un pugilistico uno due, si avvede che i certificati non sono pronti. “Chi non ha provveduto e perché?”, sommessamente domanda. L’impiegato, imbarazzato, scusandosi dice che i certificati sono pronti ma manca la firma (solo la firma! ) del Sindaco, che è assente dalla casa comunale da oltre 4 giorni – quindi se tanto ci dà tanto manca dalla settimana scorsa (il tempo lo trovi…ricordate lo slogan?) o, in sua vece, del Vice Sindaco, assente a sua volta per malattia. Beh accade anche questo. Stendiamo un velo pietoso. Cross dalla destra, spiovente verso il centro e la pubblica amministrazione con una fantastica rovesciata sigla il definitivo 0:2.. Cittadino 0 P.A. 2, triplice fischio e tutti a casa. A margine di queste vicende ci sia consentito chiedere a chi dovrebbe fornire risposte a tutti i cittadini: ma per evitare questi disagi, almeno quelli presso il Comune, non sarebbe stato possibile, così come è sempre stato, delegare la firma degli atti ad un funzionario dell’Ente? Abbiamo l’impressione, speriamo di essere in errore, che la firma sia percepita come l’esercizio di un potere a cui i nostri amministratori non vogliono abdicare. Standing ovation finale. Ps Mentre scriviamo ci giunge notizia dell’ennesima medaglia conseguita da questa amministrazione: l’Alberghiero (sembra) ha perso la dirigenza!!! I fatti, cose o persone non sono frutto di fantasia. Purtroppo. That’s all folks!
Carlo Cosma Barra