come promesso, eccomi di nuovo a scriverti. Mi perdonerai per qualche tono non proprio oxfordiano. E per qualche “richiamo alla lingua partenopea”. Ma in certi contesti, rendono meglio l’idea.
Non posso iniziare senza non esternare il mio sdegno dopo gli ultimi accadimenti circa il flop all’accensione dell’albero di Natale rimandata. Mi chiedo: “ma che tenimm ‘a festeggià? Bah!”.
Ah è vero, dimenticavo: con l’entrata dell’avvento, “i buoni” riprendono dal cassetto quel modo di fare falso, tipico di questi periodi. I sorrisi a 32 denti, accompagnati da ossequiose strette di mano si sprecheranno: “a zeffun”, “a beverun”, “a miglaiara”. Al pari dell’intramontabile “anche a te e famiglia”, che risuonerà per le vie del paese come un jingle. Sarebbe più saggio essere “buoni” 365 giorni l’anno. Beata ipocrisia.
Queste mie che seguono, faranno sicuramente incazzare la mia dolce metà. Un Santa Donna. “Per la tua salute, devi stare tranquillo” mi ripete ed intima, quando le paleso l’idea di “scendere in campo”. Ha ragione. In effetti, lo scorso 8 dicembre, ho festeggiato la mia rinascita. Sono trascorsi esattamente due anni da quando il mio cuore ha fatto il ballerino. Ma come tu m’insegni, “al cuor non si comanda”, ed io rispettoso dei proverbi, aggiungo “andrò dove mi porterá il cuore”. Alla fine come accade da oltre trent’anni la FeudoFirstLady continuerà ad essere al mio fianco, nella buona e nella cattiva sorte, ed io saprò farmi perdonare.
Siamo ormai nella merda più totale. C’è chi riesce a malapena a restare a galla, chi invece nuota in apnea, per risalire ogni tanto a prendere una boccata d’aria. È sotto l’occhio di tutti. Grandi e piccini. Tranne di chi non vuole vedere. Mi chiedo cosa mai si possa fare in un paese dove tutto si è fermato. Sembra di essere nella famosa Frittole del 1492 quasi 1500, di Benigni e del compianto Troisi. Quale potrebbe essere una valida alternativa, ammesso e non concesso che esista ?
È noto che in un recente passato, ai primordi del covid 19, si tentò la costituzione di un gruppo con ambizioni amministrative. I primi incontri furono tutte rose e fiori. Quando poi si giunse al momento di “quagliare”, uscì la vera anima meschina di taluni, che fecero da traino agli altri. E così quello che per pochi illusi doveva essere un Titanic, al primo Scoglio affondò, grazie a quanti vendettero la propria dignità. “Lo abbiamo fatto per il bene del Paese” fu detto al sottoscritto, all’epoca dei fatti segretario facente funzioni di quel gruppo.
Quel fallimento, come spesso accade, fu per me ragione di scoramento iniziale. Ma poi traendo il meglio da quell’insegnamento, ne ho fatto in seguito tesoro.
A quanti hanno tradito, prim’ancora che il gallo cantasse per tre volte, dico di stare sereni e continuare a praticare quella politica becera, fatta di sotterfugi e di incapacità gestionale assoluta, verso una pianificazione seria del futuro di noi tutti. Nessuno si senta offeso. È l’evidenza dello stato dei fatti che parla. Sfido chiunque abbia “le palle” a contraddirmi e/o convincermi che sto sbagliando.
Quando mi presento, a differenza di tanti “eletti(*)” non uso termini quali sono “il figlio di…” o “il nipote di…”. Tantomeno “zio di….”, “cugino di….”. Uso semplicemente il mio nome e cognome, nel totale rispetto dei miei genitori. Due persone umili e semplici che hanno sempre lavorato onestamente. A loro devo tutto!
Appurato lo stato dei fatti, nel rispetto di quanti fiduciosi mi hanno eletto, avrei chiesto il commissariamento dell’Ente ad horas. Nella piena consapevolezza che non ci sarebbero state le condizioni per amministrare e garantire ai cittadini il minimo sindacale dei servizi. Incapacità, incoscienza o altro?
Sono sempre più convinto che ‘A meglia mort’ è chell i subbit !
Non mi sarei nascosto dietro quel falso “amore per la città” declamato e decantato. Ove mai fosse stato vero amore, non avrei indugiato al rinunciare al compenso mensile; “‘quella pagnotta, che puntuale arriva ogni mese” !!! Nessuno vi ha obbligati a salire a palazzo San Francesco e sedere tra quegli scranni.
Mi piacerebbe avere un dibattito pubblico con gli amministratori tutti, in uno con la minoranza, se non altro per avere un confronto costruttivo. Ma pare che le conferenze stampa si annuncino solo come “spot pubblicitari”. Scriverò prima a Babbo Natale poi alla Befana.
Consapevole che pochi parteciperanno, mi sono ripromesso di lanciare, a breve, un sondaggio on-line circa il grado di soddisfazione del cittadino sidicino verso l’attuale amministrazione. Lo faremo tutti insieme, nel segno della “democrazia partecipata”, come si ripeteva nel periodo delle elezioni. “Facimm ‘e pagelle ‘e fine anno”.
Alla fine poi, dopo aver ingurgitato il mio betabloccante serale, rifletto e mi dico che in fin dei conti la mia metà ha ragione. Per la mia salute, devo stare tranquillo e non mi devo agitare. Non ne vale la pena.
Per finire, quanto segue potrà essere interpretato come una sensazione, un auspicio, o addirittura per qualche malpensante una minaccia. Di una cosa ne sono più che certo: panettone, pandoro e struffoli riusciranno a mangiarli. Per la colomba, nutro qualche dubbio.
Cordialmente,
Luciano Passariello