“Ora, caro Direttore, tutto è cambiato; e cambia continuamente anche il contrario di tutto. E, inesperto di diritto ma forse ancora in possesso di una sia pur piccola capacità di ragionamento, mi chiedo e ti chiedo: ma se un malintenzionato cerca di forzarmi la porta per rubare in casa mia e, riuscitoci, non trova nulla da portar via, può querelarmi e richiedere un risarcimento danni perché ha perso tre ore di tempo per scardinare la porta e non ha trovato nulla in casa da portarmi via?”. Così lapidariamente ci fa riflettere l’amico Claudio nel suo del 08.03.2025. E, visto che chiede lumi proprio a noi (?), proviamo con le nostre anacronistiche contorsioni mentali a rabberciare una qualche risposta plausibile. “…. ma se un malintenzionato cerca di forzarmi la porta per rubare in casa mia e, riuscitoci, non trova nulla da portar via, può querelarmi e richiedere un risarcimento danni perché ha perso tre ore di tempo per scardinare la porta e non ha trovato nulla in casa da portarmi via?”. Vedi caro Claudio che, forse già da decenni non ti sei avveduto che comunque tu, noi, tutti, paghiamo un lauto risarcimento a quei ladri, imperterriti, i quali dopo aver scardinato (scardinato) la serratura; dopo aver divelto (divelto) grate e tapparelle; dopo aver danneggiato (danneggiato) mobili, cucine, suppellettili; dopo aver sgraffignato (sgraffignato) gioielli, risparmi, monili e quanto di più affettivamente prezioso, qualora (qualora) acciuffati ed eventualmente (eventualmente) condannati perché recidivi (recidivi), vengono condotti in una cella delle patrie galere. Ora, a questo punto, veniamo ai tuoi amletici quesiti. Premesso che quei ladri recidivi (recidivi), ci hanno fatto un danno economico ammontante a diverse migliaia di Euro, senza contare quelli più “onerosi” legati ai traumi insanabili di ordine emotivo psicologico dovuti alla vera e propria violenza e stupro del proprio domicilio esistenziale, quale legge prevede l’obbligatorietà risarcitoria di tali danni? Vi è una contabilità analitica di tutto ciò? Ma tanto non basta, caro Claudio, poiché tu, noi, tutti, con le nostre tasse e contributi, siamo costretti, noi malgrado, al sostentamento in cella di quei ladri recidivi (recidivi), condotti nelle patrie galere. Luce, gas, acqua, televisori, vitto, psicologi, medicina penitenziaria, guardie penitenziarie (eventuali straordinari), spese processuali e di avvocati, l’ora per il sesso e chi più ne ha, più ne metta. Ovvero, tu, noi, tutti, cornuti e mazziati! Prima il danno e poi la beffa. Concordi, caro Claudio? Come vedi, non ci sarebbe da meravigliarti, meravigliarci, se una Ilaria Salis qualsiasi proponesse anche un qualche “ ….. risarcimento danni perché (il ladro) ha perso tre ore di tempo per scardinare la porta e non ha trovato nulla in casa da portarmi via….”. Concordi, caro Claudio? E, guai a te se ti ribelli ad una eventuale tale ipotesi!!! Forse, non sai che già hai tanto da addebitarti e pentirti poiché nulla hai fatto affinché quel ladro, pecorella smarrita della Bulgaria, Romania, Albania, o Italica, è stato, suo malgrado, costretto a delinquere! Alla faccia dei tanti emigranti italiani, privi di soldi, di lavoro e di un qualche sostentamento, ma ricchi soltanto di onestà e dignità hanno varcato i confini delle distese Americane, delle Alpi Svizzere, delle catene di montaggio in Germania o delle miniere in Belgio. Partono ‘e bastimente pe’ terre assaje luntane. Tornando, poi, all’obbligatorietà risarcitoria dei danni prodotti (ai componenti di una società), caro Claudio, forse non sai, che durante l’infausto Ventennio, le attuali Ville Comunali di Formia, ad esempio, furono realizzate con il “contributo” dei detenuti del carcere di Gaeta. Caro Claudio, forse non sai, se proprio non vogliamo rifarci al tanto “vituperato” Ventennio Fascista, che ancora oggi, nella civilissima Svizzera, le case di detenzione sono collocate in prossimità delle campagne, dove ogni mattina vengono condotti i detenuti per la raccolta delle patate, il cui raccolto viene devoluto alle case di riposo ed al sostentamento degli stessi “ospiti detenuti”. Tutto ciò quale risarcimento nei confronti della società e dei cittadini onesti. Eccoti spiegato il contrario di tutto di cui tanto tu ti lambicchi il cervello. E, come tu dici, tutto ciò in presenza di una personale e discutibile inesperienza di diritto ma forse ancora in possesso di una sia pur piccola capacità di ragionamento. Concordi, caro Claudio?
Pasquale Di Benedetto