“Nessuno ti prepara al silenzio che lasciano i figli quando crescono… Non il silenzio della casa vuota, ma quello che si insinua piano nel cuore….…..E tu sorridi, certo. Perché è questo che volevi: vederli spiccare il volo. Ma dentro……. qualcosa si spezza…… Perché, in fondo, una madre non smette mai di vegliare. Impara solo a farlo nell’ombra……” (da un post fb).
Che strano! Una madre, ed aggiungerei un padre, prim’ancora di essere tali, sono stati anche loro figli. Ed anche loro un bel giorno hanno lasciato il nido per iniziare a volare come degli aquiloni quel volo diverso da quello dei propri genitori. Eppure, forse per egoismo o chissà per cosa, si continua a credere che nessuno li abbia mai preparati a quell’evento “dei figli che crescono”, anche se poi si scopre che lo hanno scritto proprio loro in quello che è il libro del destino.
La vita è beffarda. Da bambini ti fa vivere incollati ai genitori. Chi non ha mai trascorso una decina di minuti attaccato alla gamba del papà o alla gonna della mamma ? Con l’adolescenza, quelli che per ogni figlio sono “troppo vecchi per capire”, diventano nemici da combattere al punto da sentire il bisogno di allontanarsi da loro. Poi quella stessa vita, quando ormai gli “anta” sono alle porte, li riporta da loro a ruoli invertiti.
Quel legame invisibile che nessuno o quasi nessuno riesce a spezzare, è potente come un flusso magnetico che non si vede. C’è e ci sarà per sempre, per attirare o respingere; questo dipenderà solo e soltanto da noi/voi.
Chi non ha mai sbuffato quando varcando la porta di casa per uscire, è stato raggiunto da quelle raccomandazioni provenienti dalla cucina: “non fare tardi”…….”fammi uno squillo quando arrivi”………”con chi vai?”………”state attenti”……..
Mentre sarete intenti a divertirvi, incuranti che le lancette abbiano ormai già superato da qualche ora l’orario del rientro, “loro” saranno a casa ancora svegli ad attendervi, probabilmente con il cuore a mille. In allerta fino a quando non sentiranno il rumore della chiave che lentamente gira la serratura per aprire la porta di casa. Al primo “tac”, la loro corsa per smorzare la luce ed infilarsi sotto le coperte sarà inutile, al pari di quel “Noooo” pronunciato tra uno sbadiglio e l’altro come risposta spudoratamente mendace alla vostra domanda “ma sei ancora sveglio/a ?” ………
Un bel giorno, rientrando a casa, noterete che quella luce in cucina sarà spenta. Quella madre, quel padre, avranno smesso di vegliare. Non lo faranno più nemmeno in quell’ombra diventata ormai più luminosa di quella lucina di un tempo. Quando ciò accadrà, fate in modo che non sia troppo tardi….
Cari ragazzi, alla vostra età anche noi abbiamo sbuffato. Anche noi, spesso, siamo usciti con la voglia di chiudere forte quella porta magari facendola sbattere. Anche noi siamo rientrati oltre l’orario limite consentito. Anche noi abbiamo fatto attendere i nostri genitori “con il patema d’animo”. Non avevamo i cellulari per poter avvisare, ma eravamo “stronzi” allo stesso modo vostro. Se pur ci fossero stati, avremmo avuto sempre la batteria all’1%……Ma oggi noi, siamo diventati loro, e domani sarete voi a diventare loro!
Proprio perché siamo stati “spiriti ribelli” prima di voi, solo adesso abbiamo capito cosa volevano essere tutte quelle raccomandazioni. Credete, sarà dura un domani non poter più leggere sul display dello smartphone che vibra “mamma chiamata in arrivo…..”, “…….papà sta scrivendo…….”.
E allora cazzo: rispondete, messaggiate quando vi chiamano !!!
Provate a riscrivere quel destino. Domani, forse, lo capirete!
Luciano Passariello