Da troppo tempo siamo abituati a leggere solo e soltanto brutte notizie, legate a tragedie, disservizi, lutti. Non ultimo, disastri ambientali. Mai o quasi la nostra attenzione cade su quelle “belle novelle”, che accadono quasi nell’indifferenza di tanti. Certe “gioie”, purtroppo non fanno più notizia, se non tra quella cerchia di familiari ed amici. É nostra convinzione invece, che vada dato risalto a queste GOOD NEWS. Fanno ben sperare e tengono alto l’umore di tutti e rappresentano motivo di orgoglio e lustro per la nostra piccola comunità.
Abbiamo il piacere di presentarvi una nostra concittadina con le idee ben chiare in testa. I sacrifici fatti, cominciano a dare i loro frutti.
Sarebbe bello, da parte dell’Ente, premiare tutti quei ragazzi che schiena dritta e testa bassa, concludono gli studi e s’incamminano con fiducia e speranza nella giungla del mondo del lavoro.
Sul finire del mese di Maggio, la Regione Abruzzo titolava sulla propria pagina FB Intervento raro all’Ospedale di Teramo: ablazione su paziente con il cuore a destra. Nelle note di ringraziamento per l’intervento perfettamente riuscito, tra equipe cardiologica ed infermieristica, figurava il nome di un ingegnere biomedico. Anna Chiara Razzino! Per chi non lo sapesse, nostra giovane concittadina.
Abbiamo scambiato con lei quattro chiacchiere.
Quale scuola hai frequentato prima dell’Università?
Liceo Scientifico all’ISISS Ugo Foscolo di Teano. Tempi d’oro, di Professori come Antonio Migliozzi. Non smetterò mai di ricordarlo con immensa stima e con smisurato affetto.
Da dove nasce questa passione per l’Ingegneria Biomedica?
La mia passione per l’Ingegneria Biomedica ha radici profonde. Circa 25 anni fa, mia nonna Preziosa, dovette recarsi all’Ospedale San Raffaele di Milano per l’impianto di un defibrillatore. Cosa costrinse la mia famiglia a non rivolgersi ad Elettrofisiologi della zona? La mancanza di Ingegneri Biomedici. Crescendo, l’idea di poter essere a contatto con pazienti come mia nonna in sala operatoria, mi ha portato a scegliere il percorso di studi intrapreso.
Quanto sono stati duri gli studi e quale esame ti ha maggiormente affascinato?
Inutile negare le difficoltà che si riscontrano per chi proviene dal Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università Federico II di Napoli. Il percorso triennale è stato sicuramente più intenso ma anche più dispersivo. Il percorso magistrale mi ha permesso di focalizzare l’attenzione sul ramo dei dispositivi medici. Indubbiamente, gli esami che mi hanno vista maggiormente coinvolta sono stati Campi Elettromagnetici (sostenuto sia alla triennale come esame obbligatorio, sia alla magistrale come esame a scelta) e Strumentazione Biomedica (sostenuto alla magistrale).
Quali sono stati i tirocini del tuo percorso formativo?
Finiti gli esami della magistrale ho intrapreso 6 mesi di tirocinio formativo presso un’azienda con sede a Napoli. Non è stato il tirocinio che sognavo ma mi ha permesso di progettare un algoritmo per l’identificazione del complesso QRS dedicato ad applicazioni per la Telemedicina.
Quanto è stato facile “entrare nel mondo del lavoro” dopo la laurea?
Subito dopo la laurea ho preferito iniziare a cercare lavoro piuttosto che aspettare. Ho sostenuto molteplici colloqui per posizioni aperte in ambiti totalmente diversi tra loro. Con Abbott ho sostenuto 4 colloqui: 1 conoscitivo con le risorse umane e 3 tecnici con il manager di area e con il country manager. Non avevo dubbi su quale sarebbe stata la mia scelta, era quello che sognavo dal primo giorno di università. Tre mesi dopo la laurea ero a bordo di una multinazionale americana e già solo per questo, mi sono sentita onorata, orgogliosa e fortunata.
Hai mai pensato di andare all’estero per lavoro? Ci sei andata e/o vorresti andarci?
Per me è un’esperienza ancora da fare, nonostante ci abbia pensato diverse volte. Non è facile, ma credo sia l’unico modo per capire pienamente quanto siamo fortunati ad essere nati e cresciuti in Italia.
In cosa consiste il tuo lavoro?
un FTE (Field Technical Engineer) della divisione di Elettrofisiologia. Ogni giorno sono in una sala operatoria diversa, in una regione diversa d’Italia, con medici ed infermieri diversi. Curiamo le persone che soffrono di aritmie cardiache, nello specifico di tachicardie. La mia azienda produce cateteri elettrici e magnetici che attraverso il nostro sistema di mappaggio, permettono di identificare le distribuzioni temporali e spaziali dei potenziali elettrici generati dal miocardio durante ritmi normali e patologici. Grazie all’acquisizione dei segnali, si descrive la sequenza di attivazione dal suo inizio al suo completamento all’interno di una camera cardiaca di interesse, con l’obiettivo principale di chiarire il meccanismo di un’aritmia in corso e pianificare l’eventuale ablazione di punti cruciali nella “geografia” dell’aritmia.
Oltre l’attività di Ingegnere Biomedico coltivi qualche passione, hobby?
Sono sempre stata ricca di passioni che tutt’ora cerco di coltivare, nonostante il poco tempo ed il passare delle stagioni. Si cambia, ma nel profondo del cuore, si rimane sempre se stessi.
Consiglieresti ad un neo-diplomato la tua scelta? Perché si o no?
Consiglierei sicuramente la facoltà di Ingegneria Biomedica, ma ci tengo a sottolineare che non ha nulla a che fare con la facoltà di Medicina. Molto spesso mi è capitato di incontrare persone che l’hanno scelta dopo il non superamento del test. Non fate questo grande errore. A 18 anni nessuno è davvero pronto a scegliere cosa diventare nella vita, ma l’informazione è fondamentale. Studiate, ricercate, leggete. Non fermatevi a ciò che viene tramandato, osate. Abbiate il coraggio di scegliere ciò che più può illuminare il vostro cammino e abbiate il coraggio di percorrerlo a piedi nudi. Le scorciatoie, spesso, non portano al mare.
Come e dove ti vedi tra 20-30 anni?
Bella domanda! Vorrei saperti dire dove sarò domani, in quale città, in quale ospedale, ma lo saprò solo stasera !
La verità è che ho capito che bisogna seguire il flusso degli eventi, lasciarsi trasportare senza farsi capovolgere. Bisogna imparare ad essere integri. Il mio motto, ciò che spinge la mia volontà è la voglia di arrivare senza mai davvero arrivare. Mi auguro, piuttosto, di essere felice come lo sono ora e di poter raggiungere tutti gli obiettivi che desidererò.
A chi hai dedicato la tua laurea?
A mia nonna Preziosa. A lei, ho dedicato ogni mio traguardo. Continua ad essere costantemente al mio fianco insieme ai miei genitori. Linfa vitale delle mie giornate. A volte, costretti a prendersi il peggio di me, ma senza mollare la presa.
A noi, non resta che ringraziarla per aver accettato di raccontarci la sua storia. Le auguriamo il meglio che la vita possa offrire, ad una condizione però: di conservare sempre e nei limiti del possibile quel suo sorriso
Grazie!
Luciano Passariello

Anna Chiara, storia di un Ingegnere Biomedico.
Anna Chiara, storia di un Ingegnere Biomedico.
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