Quando si deve scrivere qualcosa per una ricorrenza, spesso si rischia di cadere nel banale delle frasi fatte. Si resta imbambolati davanti al foglio bianco, con la penna tra le dita che continua a roteare. Quella stessa biro con il lato del cappuccio tra le labbra, che di tanto in tanto viene mordicchiata nel vano tentativo di trovare l’ispirazione. Non è facile trovare le parole giuste, in particolare quando si festeggia qualcuno che occupa un posto particolare nel cuore di chi scrive.
Ed allora quando la sfera della punta del pennino comincia il suo lento cammino, su quel foglio bianco restano impresse poche parole che fino a qualche attimo prima erano chiuse al sicuro in quello stesso cuore. L’emozione è tanta, ti prende da dentro. Mentre scrivi, ripensi a tutto quello che è stato. A quello che sarà. Ci si commuove e magari scappa una lacrima.
Sono passati appena dieci anni. Due lunghi lustri da quando un gruppetto sparuto “di folli sognatori” decise di issare una vela e tentare una traversata in solitaria. Con l’occhio sempre fisso sulla bussola, per non perdere mai la rotta, salparono per una lunga navigazione, imbarcando membri per l’equipaggio e semplici viaggiatori. Tutti pronti a condividere con loro una fantastica avventura.
Quel prendere il largo spiegando le vele, verso una meta lontana, visibile solo ai loro occhi e ben impressa nelle loro menti, era per molti solo e soltanto un’utopia. Oggi è una consolidata realtà! Nel corso dei vari attracchi, quel veliero ha perso dei pezzi, e ne ha trovati di nuovi. La grande famiglia del Teano 3 è cresciuta con loro.
Dieci anni non sono pochi e, probabilmente, non sono nemmeno tanti. Certamente rappresentano un traguardo importante, raggiunto con enormi sacrifici. Sfidando tutto e tutti. Un punto di arrivo in cui bisogna necessariamente fermarsi per festeggiare ed al tempo stesso riflettere. Per guardarsi indietro, fare tesoro degli errori e trovare gli stimoli giusti per continuare quel viaggio. È il momento degli abbracci, dei ricordi. Della condivisione delle emozioni che in tutto questo periodo hanno saputo trasmettere ai ragazzi, alle rispettive famiglie ed a quanti gli vogliono bene.
In questi lunghi anni hanno letteralmente preso per mano tanti cuccioli di lupo. Fratellini e sorelline che si sono divertiti a giocare nel mondo fantastico della giungla. Accompagnandoli nella loro crescita, nel rispetto dei valori della Legge e della Promessa Scout, domani saranno uomini e donne pronti per servire il prossimo. Solo chi vi è stato vicino in questi anni, può comprendere appieno quella gioia contagiosa, che poi è un poco di tutti.
Quell’ imbarcazione dovrà riprendere la sua navigazione. Non deve restare ferma. Non può, non le è consentito. Ogni marinaio ritornerà diligentemente al proprio posto con un remo sulle spalle, tutti pronti a remare nello stesso verso, per facilitare le manovre di uscita dal porto. L’albero maestro vedrà issare di nuovo la vela, che sotto il vento favorevole comincerà a gonfiarsi. Il capitano di turno terrà ben stretto il timone. L’equipaggio lo aiuterà nelle manovre. Il suono della sirena scandirà la partenza, mentre dal molo si leverà al cielo uno sventolio di fazzolettoni viola, con le inconfondibili strisce rosse, verdi e gialle.
La scia bianca sulle onde segnerà l’inizio di una nuova avventura. Poco importa se in mare aperto andranno incontro a qualche burrasca. Ci hanno sempre insegnato che non esiste buono o cattivo tempo, ma esiste buono e cattivo equipaggiamento. Siamo sicuri che sapranno uscirne indenni.
Sarebbe troppo riduttivo, semplice e banale dirvi grazie ed augurare lunga vita al gruppo, ma diversamente non basterebbero cento, mille, diecimila parole.
Sappiamo solo che nessun profumo vale l’odore di quel fuoco (cit. B.P.).
Buon compleanno. Buon decennale.
Luciano Passariello