La refezione scolastica è da sempre banco di discussione: tempi di somministrazione dei pasti, costi, qualità e quantità delle materie prime, preparazione delle vivande e via discorrendo. Mamme e papà apprensivi che chiedono al mondo scuola di tutelare i propri cari insegnando una cultura alimentare salutare. Da lunedì è partita presso le scuole primarie di Teano il consueto servizio pasto, accompagnato, come spesso accade in televisione, da una lunga serie di spot promozionali fini a se stessi di cui francamente ignoro il senso. Quest’anno il leitmotiv ricorrente è stato dedicato, oltre che ai famosi pasti “BIO”, già oggetto di ottundente réclame l’anno scorso- come se l’affermazione della sana alimentazione sia un lusso di cui farsi vanto -, dall’introduzione di una avveniristica “ap” con cui i genitori, ormai avvezzi all’uso dello smartphone, possono interagire direttamente con la ditta che somministra il pasto per la prenotazione di questo. Non starò qui a dire che il servizio refezione è partito in anticipo, perché non è vero e, chi ammanta tale notizia, prima di incappare nella classica figura di m…. pardon, brutta, dovrebbe controllare i bandi di appalto e i contratti sottoscritti. Farò, poi, volentieri a meno di evidenziare il fatto che la famosa ap non è una conquista di quest’anno, ma il frutto della stessa offerta migliorativa che ha consentito alla ditta affidataria di aggiudicare la gara di appalto e che, magari, l’applicazione in parola doveva essere impegnata già l’anno scorso: ma poi il costo relativo alla mancata erogazione è stato pagato comunque anche se si è perso un anno? Attenzione! In questo contesto mi sembra quasi di essere nel film “Candidato a Sorpresa” dove i protagonisti, anziché farsi garanti dei propri programmi si limitano a stringere mani e baciare bambini. D’altra parte è chiaro come il sole che è molto più semplice appuntarsi una stelletta sul petto che esercitare, in silenzio, un controllo su quanto si dovrebbe…vuoi mai si dovesse studiare! Apriti cielo! Ciò posto, facendo voto a me stesso di non rovinare oltre la giornata a qualcuno, ove mai ne sia stato capace, l’occasione mi è propizia per partecipare la mia esperienza di genitore…davvero poco piacevole. L’anno scorso ho affidato mia figlia Alice alle amorevoli cure delle docenti della scuola primaria S. Reparata e dallo stesso anno, di concerto con mia moglie, abbiamo deciso, sebbene la piccola di casa fosse anticipataria, per cementare il suo percorso formativo, di farle vivere da subito la convivialità del pasto comunitario tra alunni. Personalmente, essendo stato capo scout per oltre 15 anni ed avendo avuto a che fare per lungo tempo con i bambini (chi lo direbbe, eh!), posso tranquillamente affermare di non appartenere (per il momento) alla categoria dei genitori apprensivi e di essere conscio del valore insistente tra lo scambio soldi – prestazione erogata. Riguardo alla alimentazione “bio” tanto decantata, purtroppo mia figlia ha cominciato a cibarsi di cose che prima aveva visto solo con il cannocchiale alla televisione: spinacine, brodo di dado, tortellini, mais in scatola, frutta dalla qualità e quantità diversa da quella acquistata, brioscine di bassa risma e via discorrendo. Una censura a parte, poi, merita la questione controlli, che io sappia mai eseguiti né in via preventiva, né in via successiva. Piuttosto, sempre a proposito di controlli, nel mondo telematico delle mamme e a seguito di usuali pettegolezzi, perché io mio malgrado in questo vortice sono stato inghiottito, ho sentito di lontane gesta di un amministratore che, sollecitato da qualche madre ad eseguire blitz a sorpresa sulla ditta, avrebbe voluto addirittura avvertire la stessa per concertare il sopralluogo. Come dire, preparati che arriviamo. Altra nota dolente spetta di diritto alla questione Commissione Mensa. Beh, riguardo si potrebbe aprire un poema, mi limiterò a dire soltanto che al massimo si è riunita due volte di cui una sul finire dell’anno scolastico (maggio), quando insomma pentole e padelle erano ormai fredde. Non bisogna essere dotato di particolare ingegno per capire che questi erano tardivi! In ultimo, una preghiera (beh a qualcuno dovremmo pure votarci) rivolta a chi può e deve, per morale e per obbligo istituzionale: meno chiacchiere e più fatti (seri)…tanto le bugie hanno le gambe corte…uomini e donne avvisati. Ora, visto che un genitore deve essere testimone per i propri figli, clicco sulla mia “ap” e vado a cucinare, per la prima volta nella vita, un buon( spero) brodo granulare…però strettamente “BIO”.
Carlo Cosma Barra