… così la Francesca dantesca, uccisa assieme all’amante dal marito che li aveva colti in flagrante adulterio, vittima di leggi patriarcali di onore e di sopraffazione di genere. Uccisa dal marito e condannata a vagare trasportata dal vento nell’inferno, a scontare ancora lì una trasgressione alla quale non ha posto fine l’averla già pagata con la vita.
A noi, sempre speranzosi nell’affermazione vera dei principi democratici nati nella Grecia antica, offuscatisi nel Medioevo ultracattolico e rinati con la grande stagione dell’Illuminismo, “ancor ci offende” la boriosa ed accolta pretesa di De Luca di barattare la sua accettazione di Fico alla candidatura regionale, oltretutto dopo aver tentato di forzare la mano con una sua illegale terza candidatura, con la certezza della elezione del figlio a Segretario Regionale del suo partito, il PDI.
Non a caso l’editoriale di un giornale non-allineato lo ha definito: l’ultimo democristiano, ma solo in ordine di tempo. La moda dei clan familiari (ricordate i Bosco, i Gava, i De Mita che in Campania e non solo dirigevano il bello e cattivo tempo?) da noi non è mai scomparsa, e la istituzione delle Regioni, voluta nella Costituzione dalle sinistre nel ’46 ed attuata solo nel 1970, l’ha fortemente rafforzata.
La democrazia non è l’attuazione di intrighi tra potenti: la democrazia è avere delle idee e proporle all’elettorato accettandone la decisione maggioritaria, qualunque essa sia.
Una regola che non è mai valsa tra i Reina, i Badalamenti, i Provenzano e via discorrendo.
La democrazia è tutt’altra cosa, nella sostanza certamente, ma dovrebbe esserlo anche nella forma: e se questa non c’è… il modo ancor ci offende!
Claudio Gliottone