Da quando è scoppiata la mania dell’intelligenza artificiale, non si capisce più nulla. Vera e propria diavoleria informatica, è la tecnologia che ci accompagnerà per i prossimi anni. Ritenuta una vera minaccia per la sopravvivenza dell’umanità da Stephen Hawking, uno tra i più autorevoli e conosciuti fisici teorici al mondo. Già nel 2014, mise in guardia il mondo dai pericoli cui si andava incontro. Mica baubau miciomicio.
“L’intelligenza artificiale (in sigla italiana: IA o in inglese AI, dall’acronimo di Artificial Intelligence), nel suo significato più ampio, è la capacità o il tentativo di un sistema artificiale (tipicamente un sistema informatico) di simulare una generica forma di intelligenza” (https://it.wikipedia.org/wiki/Intelligenza_artificiale).
La troviamo ormai dovunque e più o meno consapevolmente se siamo suoi schiavi. In alcuni casi utilissima, in altri meno o addirittura inutile.
Oggi, tanti, per dare una spiegazione alla circostanza secondo cui mentre si naviga dal proprio cellulare compaiono “stranamente” pubblicità di cose di cui si è parlato, magari con qualche amico, attribuiscono all’IA la colpa secondo cui il proprio smartphone ascolti i discorsi anche quando non utilizzato. E, dunque, usi questi dati per proporci qualcosa di gradito.
Per la serie i cookie, questi sconosciuti.
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Siamo certi che se dal chip che governa il vostro dispositivo potesse uscire il genio della lampada, preferibilmente di origini napoletane, direbbe:
“Tu primm vai ngopp ‘e social a fà ‘o fareniell, poi vai truvann che è colpa dell’intelligenza artificiale?
Quann haje installato TikToc, Feisbuukk, Instagrammm e tutt llate social ‘e chi te bbì, chi ha dato l’autorizzazione all’ APP ‘a se fà ‘e cazz tuje ?
Strunz ! E taggio trattat, sì stat tu !!!
E, detto questo, il povero genio se ne tornerebbe sconsolato nella sua lampada, in attesa del prossimo strofinio.
Orbene, la stragrande maggioranza degli scienziati, dei teorici e comunque di coloro che fanno funzionare le sinapsi a mille, quando studiano un fenomeno, sono talmente profondi che cercano di analizzare quella problematica scomponendola in modo infinitesimale.
Partendo dal comportamento dei singoli atomi, cercano di comprendere quell’evento per trovare la soluzione, il funzionamento. Il problema. Ed impegnano il loro tempo anche quando una cosa sembra impossibile da realizzare, almeno fino a quando non arriva uno sprovveduto che non lo sa e la inventa. (Si dice che quest’ultima citazione sia da attribuire ad Einstein).
Noi umili mortali, che non siamo nulla in confronto ai personaggi sopra citati, genio della lampada incluso, ci rifacciamo in modo più grezzo ma pratico, ad un libro di Carlo M. Cipolla, uno storico italiano specializzato in storia economica che ha insegnato in Italia e negli Stati Uniti: Le leggi fondamentali della stupidità umana. Il Libro pone l’attenzione sulla stupidità umana con 4 leggi fondamentali ed un grafico:
- I legge: “Sempre e inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero di individui stupidi in circolazione.”
- II legge: “La probabilità che una certa persona sia stupida è indipendente da qualsiasi altra caratteristica della persona stessa.”
- III legge: “Una persona stupida è una persona che causa un danno ad un’altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé od addirittura subendo una perdita.”
- IV legge: “Le persone non stupide sottovalutano sempre il potenziale nocivo delle persone stupide. In particolare i non stupidi dimenticano costantemente che in qualsiasi momento e luogo, ed in qualunque circostanza, trattare e/o associarsi con individui stupidi si dimostra infallibilmente un costosissimo errore.”
Corollario di queste 4 leggi il grafico che segue. Con 4 parole posizionate in ciascuno dei 4 quadranti del piano cartesiano, restituisce lungo gli assi delle ascisse e delle ordinate, anche qui per i non addetti ai lavori rispettivamente chiamati asse delle X ed asse delle Y, un valore ben preciso che classifica l’operato di una qualsiasi persona, attribuendogli un titolo “nobiliare”.
Il grafico, per essere spiegato, non necessita di intelligenza artificiale o di deficienza naturale, come preferiamo chiamare questa nuova tecnologia.
Tutti da bambini abbiamo giocato a battaglia navale. Bastavano due coordinate per individuare e colpire le navi del nostro avversario. Ed allora, andiamo a vedere come viene classificato chi opera realizzando:
- un vantaggio per sé ed un beneficio per gli altri, posizionandosi nel primo quadrante. INTELLIGENTE;
- un danno per sé ed un beneficio per gli altri, posizionandosi nel secondo quadrante. SPROVVEDUTO;
- un danno per sé ed un danno per gli altri, posizionandosi nel terzo quadrante. STUPIDO;
- un vantaggio per sé ed un danno per gli altri, posizionandosi nel quarto quadrante BANDITO.
Detto questo, la domanda sorge spontanea: voi, in quale quadrante vi posizionate?
Luciano Passariello, FeudoDiViaAnfiteatro 7 Febbraio 2025