Il coronavirus doveva farci riflettere sull’importanza di preservare il nostro pianeta ma non è andata proprio così. L’inquinamento e l’inciviltà è aumentata, e il senso di responsabilità per avere un mondo migliore è scomparso. Sui social sono sempre più frequenti le immagini di strade, piazzali, marciapiedi, giardini, spiagge invasi da guanti o mascherine gettati a terra dopo essere stati utilizzati. Ma se è vero, come certificato, che il virus sopravvive fino a 72 ore sulla plastica, gettare i guanti a terra contribuisce alla diffusione del virus. È anche vero che lo stesso utilizzo dei guanti in plastica non ci mette al riparo dal contagio; sarebbe più efficace lavarsi spesso le mani ed utilizzare disinfettanti gel. Le mascherine invece, sono realizzate per la maggior parte con materiale plastico come il polipropilene, che non è biodegradabile. Tante le associazioni ambientaliste che nelle ultime settimane hanno lanciato l’allarme del disastroso impatto ambientale: Legambiente e l’associazione 4Ocean testimonia attraverso video e foto l’enorme quantità di mascherine che ritrovano ogni giorno e che già si vanno a sommare alla già consistente quantità di rifiuti plastici accumulati sulle coste.
Il Presidente di Plastic Free ha denunciato il problema inquinamento per l’utilizzo di guanti in plastica, avvisando un possibile disastro ambientale e sterminio di tante creature marine, pericoloso anche per l’uomo e le conseguenze sulla catena alimentare.
Sara Finocchi
