“Stiamo avviando, una serie di incontri per creare delle opportunità di confronto con i cittadini in un’epoca dove le piazze e i luoghi di vita sono stati soppiantati dai social come se fossero “luoghi” veri di confronto. Questi incontri sono promossi per lavorare in sinergia con i cittadini, conoscerne i punti di vista e i problemi, ma anche le eventuali soluzioni e proposte. Iniziamo con i commercianti per poi incontrare a seguire anche gli artigiani”. Così esordiva il dinamico e vulcanico Consigliere Delegato al Commercio, Guido Zanni, nel mese di ottobre del 2022 e registrato in un ns. del 30.10.2022. È così? Al fine di rilanciare il tessuto produttivo ed imprenditoriale, poi, Zanni ipotizzava nuovi “piani” urbanistici attraverso l’individuazione “delle zone strategiche e di potenziale sviluppo commerciale lungo le due arterie che circondano la città, la Casilina (Taverna Zarone) e l’Appia (Maiorisi)”. Tanto ci basta, per ora, per approcciarci all’iniziativa messa in atto dal Distretto del Commercio Diffuso dell’Area Sidicina Alto Casertano che ha proposto una pur lodevole iniziativa al fine di rilanciare il commercio di prossimità (piccole attività commerciali e artigianali) nei cinque comuni componenti lo stesso Distretto.
Tra i quesiti somministrati ai cittadini rispetto ad un rilancio del tessuto commerciale, quindi, vi è anche la possibilità di elencare problemi ed eventuali soluzioni. Evidenziando in particolare suggerimenti per la rigenerazione delle aree urbane (arredo, sicurezza, accessibilità). Orbene, caro Guido, ricordi quando nel ns. 30.10.2022 ti chiedevamo cosa intendessi Tu per “rigenerazione del centro storico”? Forse, se abbiamo ben compreso, fornendo il Centro Storico di idonei e congrui cestini per rifiuti? Forse ravvivando l’illuminazione pubblica? Forse “imponendo” insegne merceologiche e targhette uniformi dei numeri civici, vasi floreali, panchine degne di un Centro Medioevale? Forse riorganizzando il flusso veicolare con appositi e rispettati parcheggi? Forse evitando di esporre le merci come bancherelle del mercato rionale? Forse evitando di invadere il Monumento ai Caduti con sedie e tavolini sparpagliati alla bella e meglio come nelle sagre contadine? O, forse eliminando fili dell’elettricità o telefonici penzolanti lungo le facciate storiche dei palazzi? Ricordi, caro Guido? Sono passati ben oltre due anni da allora!!! O no? E, di quanto elencato fin qui, caro Guido, ci sapresti dire una sola cosa di queste, che sia una, che è stata fatto? Amministrare vuol dire avere una visione d’insieme delle programmazioni. Vuol dire conoscere e contestualizzare ogni nostra idea o progetto. Indirizzare l’azione politica verso quella visione. Ma, se gli amministratori hanno le idee alquanto confuse, o non hanno proprio idee, proprio loro che sono preposti a tanto, come si pretende dal Cittadino, impegnato in tutt’altri mestieri possa proporre soluzioni? Certo è da plaudire a questa “democrazia partecipativa”, ma se il generale, che è generale, non conosce perfettamente il campo di battaglia, come si pretende che il soldato semplice possa suggerire manovre per vincere la battaglia? Nel caso specifico, caro Guido, stiamo, per intenderci, parlando di marketing territoriale. Il marketing territoriale è quell’insieme di tattiche e strategie che hanno come finalità la promozione di un dato luogo. Quando si parla di luogo, nell’ambito del marketing territoriale, ci si può riferire tanto ad un singolo edificio, quanto ad un quartiere, città, regione o paese intero. Nello specifico gli obbiettivi di questo tipo di marketing possono essere molteplici: Aumentare il turismo; Attirare risorse ed investitori esterni; Aumentare le attività locali; Sviluppo delle aree; Promuovere la cultura. È chiaro che quello del marketing territoriale sia un potente strumento al servizio della promozione di un dato luogo. Ma per procedere in maniera efficace è importante avere una chiara idea di chi si vuole attirare verso quel luogo. Se la promozione, ad esempio, ha come obbiettivo quello di attirare investitori, occorrerà aumentare la visibilità di eventuali opportunità di sviluppo, di occasioni commerciali e via dicendo. Partendo da qui, quindi, dobbiamo convincerci che non viviamo più i tempi in cui si affrontano i problemi con la nostra sola volontà o fantasie araffazzonate dei singoli. Arrangiaticce dei singoli. Non ci si può inventare architetti di un qualsivoglia progetto senza averne i minimi rudimenti. Magari, invece di affidarsi a improbabili quesiti rivolti ai Cittadini, che lasciano il tempo che trovano, perché non affidarsi a “concorsi di idee con l’obiettivo di raccogliere proposte per i progetti, con un premio per il vincitore, che non diventa poi necessariamente il progettista dell’opera”. (Visioni per Roma, una città da rilanciare in ottica sostenibile e inclusiva – Concorso di idee per team multidisciplinari); “Pesaro, una piazza diffusa sul lungomare di Ponente – Concorso di idee”; “Teano, centro turistico commerciale diffuso – Concorso di idee”. Che ne pensi, caro Guido?
Pasquale Di Benedetto