Sfogliando qua e la sulla stampa locale, ci siamo imbattuti in una interessante intervista pubblicata dal giornale online Il Mezzogiorno , rilasciata dal Maresciallo Tommaso Forziati, Comandante della locale Stazione dei Carabinieri, a due aspiranti giornalisti, Simone Pane e Alessandro Verdolotti studenti del Liceo di Teano, retto dal Preside Paolo Mesolella.
Il Maresciallo Tommaso Forziati è nell’arma dei Carabinieri da 22 anni, giunto a Teano tre anni fa. Precedentemente era stato a Casal di Principe, Villa Literno e San Giugliano d’Aversa, pria ancora in Sicilia
Gli argomenti affrontati hanno spaziato dai giovani alla droga, dalla disoccupazione alla sicurezza della città e dei cittadini, una intervista confezionata molto bene e dalla quale ne abbiamo ricavato almeno due considerazioni assolutamente positive, la prima è la piacevole scoperta di un rappresentante dell’Arma che, seppure schivo per natura, ha mostrato in questa occasione, apertura al confronto ma soprattutto grande senso del ruolo e chiara visione dei problemi sociali. L’altra considerazione è riferita ai nostri giovani, appartenenti a quel Liceo che qualcuno vorrebbe far chiudere ma che continua a fornirci esempi di grande valore culturale e morale.
Diamo la parola ai protagonisti di questa intervista rilasciata alla fine dello scorso mese di dicembre:
Per quali motivi siete solitamente chiamati ad agire sul territorio?
«Per i casi più svariati: una lite in famiglia, avvistamenti sospetti, incidenti stradali e reati che richiedono il nostro intervento. Talvolta anche per una sciocchezza, come l’assenza di acqua corrente a casa. Anche se mi fa piacere che la gente possa vedere nell’Arma un mezzo per risolvere un qualsiasi problema, nonostante non sia di nostra competenza.»
Cosa pensa dell’installazione delle telecamere a Teano? Non crede che esse possano violare la privacy?
«La privacy è qualcosa d’importante che deve essere rispettata. I diritti sulla privacy, però, si interrompono nel momento in cui io vado ad invadere altri diritti. Se qualcuno può vedere come qualcosa di scorretto “lo spiare”, bisogna anche tener conto che quella stessa persona, a cui ha dato fastidio, potrebbe anche beneficiare di queste registrazioni. Bisogna quindi sempre tener conto di questi due diritti: quello alla privacy e quello alla tutela. Personalmente lo vedo come un fatto positivo perché può essere negativo solo per chi ha qualcosa da nascondere.»
Cosa pensa delle “occupazioni” nelle scuole?
«Il diritto a protestare è sempre stato riconosciuto. E’ importante far valere i propri diritti nelle forme di legge più opportune. Credo però che occupare le scuole significhi restare all’interno dell’Istituto e questo crea problemi soltanto a voi ragazzi. Protestare significa portare la propria protesta oltre l’Istituto. Se io occupo la scuola sono rimasto tra le mie quattro mura e chi vedrà da fuori, lo interpreterà semplicemente come ragazzi che non vogliono studiare e che, tante volte, non sanno nemmeno il motivo della protesta. Sono dell’idea che quando bisogna protestare, occorre trovare i modi per far sentire la propria voce a chi può risolvere il problema. Se resto nella mia stanza e mi lamento con me stesso, non ho risolto nulla. Bisogna uscire fuori ed esporre i propri problemi a chi magari può risolverli. Se mi limito inoltre ad occupare il mio Istituto, impedisco anche a chi non è d’accordo con me, di proseguire il proprio percorso scolastico.»
Come spiega che al giorno d’oggi i giovani non vedono nelle Forze dell’ordine un alleato ?
«Rappresentiamo lo Stato e in tempi di crisi, la popolazione vede in noi, rappresentanti dello Stato, coloro che hanno a cuore il problema. Non credo nel modo più assoluto che la popolazione, soprattutto quella di Teano, possa vedere nei Carabinieri una minaccia. La gente vede in noi coloro che cercano di far rispettare, forse anche fin troppo, le regole in un periodo di sofferenza e crisi”
Cosa ci può dire del rapporto che hanno i giovani con le droghe?
«Il problema esiste e, troppo spesso viene sottovalutato innanzitutto dai genitori che non si rendono conto di cosa combinano i figli; non si accorgono che i figli hanno problemi, e non si rendono conto che magari il Carabiniere sta cercando di “darti una mano, anche se ha fermato tuo figlio”. Essendo padre di una figlia tredicenne il problema me lo pongo, ma vedo che, purtroppo, altri genitori non lo fanno, perché si è portati a credere che il figlio sia perfetto e che non abbia problemi che possono portare poi i ragazzi ad avere difficoltà e cedere a false lusinghe, come la tentazione di uno spinello, che è poi quello con cui si inizia, per poter magari evadere per cinque minuti oppure sentirsi più grande, senza rendersi conto che quello è il primo gradino verso una tossicodipendenza. Qui a Teano purtroppo abbiamo tanti esempi. Abbiamo però, anche strutture, come il Sert, dove tutti i giorni interagiamo con tossicodipendenti che vanno lì per prendere il metadone. Quelle sono realtà che non vogliamo vedere e facciamo finta non esistano, però quel tossicodipendente potrebbe essere nostro figlio, o magari nostro fratello. Troppe volte “farsi una canna” viene considerato come qualcosa d’innocente e si cerca di far passare queste piccole cose come sciocchezze, ma queste “sciocchezze” sono il preludio ad altro. Ne ho visti troppi di morti, troppe di famiglie distrutte, troppe di “brave” famiglie con figli con seri problemi di tossicodipendenza e i genitori si chiedono tuttora dove hanno sbagliato.»
Cosa pensa dell’omertà?
«Non riesco a giustificarla in nessun modo. Non si chiede a nessuno di essere eroe. Fare una telefonata, anche anonima, non significa essere eroe. Nel non farla, non si tratta di omertà, bensì del “fregarsene” del vicino. Essa sorge nel momento in cui si ha paura delle ritorsioni nei propri confronti. L’omertà per me non è giustificabile fin quando hai qualcuno dall’altra parte, qualcuno pronto a darti una mano e a fare in modo che tu non possa avere paura. Se si è omertosi nelle piccole cose non si riusciranno mai a fronteggiare problemi “maggiori”.»
Consiglierebbe ad un giovane di intraprendere la carriera nell’Arma?
«Certo, io vedo in molti giovani la voglia d’aiutare gli altri. La consiglierei perché può dare tante soddisfazioni, non dal punto di vista economico, ma nel sapere di dare una mano agli altri. Vedo in tanti di voi la volontà di dare una mano e la soddisfazione che si prova nel sentire il “grazie” della gente, che è quello per cui vivo.» C’è un messaggio che vuole dare ai nostri lettori? «Vedete l’Arma dei Carabinieri come qualcosa che vi può essere accanto nel vostro percorso di vita, e non come un qualcosa che vi insegue.»