Mi sono stati trasmessi una serie di articoli apparsi sulla stampa locale nella settimana appena trascorsa, in cui sembrerebbe imminente una rimpasto della giunta da me presieduta. Mi sono sorpreso nel leggere la narrazione di fatti, di accordi, di tensioni e di frizioni di cui non sono a conoscenza. Penso che sia giusto chiarire spontaneamente alcune cose, visto che nessuno me lo ha chiesto.
Passaggio di deleghe – Dopo quasi un terzo di consiliatura, ho chiesto a tutti i componenti della maggioranza, in base all’esperienza maturata, di valutare la congruità tra gli obiettivi programmatici relativi alle deleghe assegnate e la forza richiesta per poterli perseguire. L’assessore Migliozzi mi ha ricordato di valutare la possibilità di affidare ad altro collega la delega del commercio, dal momento che il difficilissimo e sensibilissimo settore delle politiche sociali lo assorbiva quasi completamente e dal momento che bisognava presidiare con maggiore forza la materia della trasparenza. Nessuno dei colleghi di maggioranza ha espresso la disponibilità ad occuparsi di tale materia, complicata e specialistica, ragion per cui ho pensato che la soluzione più logica fosse quella di far riferimento all’Assessore esterno Eduardo Sacco, unico tecnico con competenze specifiche. Conseguentemente, non potendo chiedere all’amico Eduardo l’impossibile, abbiamo concordato il passaggio di un’altra sua delega, quella del Personale, alla mia diretta responsabilità, dopo aver constatato l’indisponibilità degli altri colleghi. Mi sembra tutto molto lineare. Ora l’unica cosa rimasta da fare è quella di delegare ad altri qualche materia, oggi ricondotta alla mia persona, in base alle disponibilità già manifestatemi.
Sacco & MIgliozzi – Voglio premettere che stiamo parlando di amici e di persone che stimo e ammiro. Voglio ricordare che loro sono tra i fondatori di quel movimento civico che alcuni anni fa ha gettato le basi per il successo elettorale dell’anno scorso, che con loro ho condiviso, negli anni passati, l’amarezza di riunioni serali tra pochi intimi ma determinati sognatori. Privarsi volontariamente di loro, per me è impensabile: sarebbe come pretendere di far sopravvivere un organismo senza i suoi organi vitali.
Accordi pre-elettorali – Per quanto riguarda la composizione della squadra di governo comunale non esiste altro accordo se non quello di attuare le linee programmatiche approvate. Tutti sapevano, sostenitori e cittadini, che l’unico Assessore esterno, destinato alle materie economiche e finanziarie, sarebbe stato il dr. Sacco, per le sue evidenti e specifiche competenze e per la sua totale condivisione del programma elettorale della nostra lista. È vero anche che all’amico Eduardo consentirei di farsi da parte solo nell’ipotesi di un consigliere eletto che abbia maturato esperienze e acquisito competenze tali da poterlo sostituire senza colpo ferire. È evidente però che oggi queste pre-condizioni non ci sono e quindi stiamo parlando di pura fantascienza. Il dottore Sacco è ancora indispensabile e insostituibile.
Visibilità – Far parte di un’Amministrazione non significa partecipare ad uno spettacolo dove ci sono protagonisti e comprimari, che quindi hanno più o meno visibilità. Tutti i componenti della nostra Amministrazione hanno pari dignità ed hanno deleghe da esercitare compiutamente e completamente e quindi tutti sono determinanti per il risultato finale. Alle deleghe già attribuite corrispondono specifiche e pesanti responsabilità che devono essere sostenute con impegno e abnegazione quotidiana. Ognuna di esse, se esercitata al meglio, consente iniziative senza fine ed esige applicazione e competenze da consolidare continuamente.
Passaretti – La nostra capogruppo è una trottola instancabile: esercita il suo ruolo, in uno alle sue pesanti deleghe, in modo autorevole. Deve parlare con tutti, ascoltare tutti e trovare soluzioni. Non ha un partito che le faciliti il compito, visto che i nostri consiglieri rappresentano un territorio e non una parte politica. Quando le viene chiesto, dà una mano e partecipa senza invadenze, rifuggendo dal ruolo di prima della classe. Con me ha sempre parlato chiaro in merito alla necessità di dover contemperare i suoi pressanti impegni lavorativi con le esigenze dell’Amministrazione, senza che però questa impellenza diventasse un alibi per non fare. Quindi mi chiedo: se tutto è ok, perché dovrei divertirmi a complicare o a smontare un meccanismo che funziona
Nicola Di Benedetto