E’ facile intuire perché la filosofia , fuori dall’ambito accademico , abbia un interesse di nicchia ,ma è anche paradossale, perché ogni uomo è filosofo: lo è nella misura in cui sa di essere biologia ,ma sa anche di potersi emancipare dalla sua animalità , proprio grazie al pensiero. Il positivismo prima e il neopositivismo dopo, hanno fatto della filosofia qualcosa di contraddittoriamente superfluo, il senso comune la guarda come l’astratto per definizione, ma del resto siamo senso comune anche per questo. A toglierle lustro è stata la stessa scienza, quell’episteme che l’ha rinnegata per liberarsi del suo fondamento, e poter così manipolare quell’ente che libero dalla catena delle cause diventa storico,transeunte, sic et simpliciter. Ciò che esiste è , ma anche non è, si perde l’essenza dell’essere che si oblia a favore di un’esistenza traducibile in un tempo che recupera spazio tra due nulla : tra un tempo che non c’è più (passato) e un tempo che non c’è ancora ( futuro). Questi sono gli anni della meccanica quantistica, della scienza che rifiuta la determinatezza filosofica , ma anche quella della meccanica classica di Einstein, per aprire a quel principio di indeterminatezza per cui l’uomo diventerà un’onda di probabilità. La materia si smaterializza , ma non è poi un concetto così nuovo, già Giordano Bruno sosteneva che fosse il pensiero a creare la materia e non viceversa. Finisce bruciato a Campo de’ Fiori e le sue ceneri buttate nel Tevere, sotto gli occhi di una folla plaudente . Era il 1600 , non sembrava un’eresia solo alla Chiesa, ancora oggi si fatica a capirne il senso . I parresiasti non sono mai piaciuti a nessuno, perché la verità non consola ,illumina e ciò che fa luce, lascia vedere tutto quel che c’è, anche quello che non ci piace. Non riusciamo ancora oggi a scorgere come la realtà non è affatto quell’oggetto esterno che non necessita di noi per essere, ma è pensiero, e che tutto ciò che esiste è fatto della stessa sostanza. Siamo fatti di cellule, quindi di atomi , che sono sé stessi ma anche tutto lo spazio. La quantistica ci dice che la realtà è un evento psicofisico, a cui noi partecipiamo attivamente. Gli atomi non hanno bisogno di trasmissioni , di interconnessioni, perché non sono veramente disconnessi : siamo tutti un UNO, l’uno è insieme l’altro, per entanglement ( intreccio) quantistico. L’osservato e l’osservatore sono la stessa cosa, non per morale cristiana , e nemmeno per quella Kantiana : non c’è una regia esterna, è l’esperimento delle due fenditure a dirlo e il relativo dualismo onda –particella, rispecchiato dall’interpretazione di Copenaghen di Niels Bohr. Tutto è pensiero, spirito, energia , l’universo diventa così una struttura a partecipazione umana. Pensante e pensato sono un UNO , non c’è il DUE. Certo è che è contro tutto ciò che ci è stato insegnato, noi facciamo tutto con le coordinate spazio/tempo, ci sentiamo figli del finito, fatichiamo anche solo a semantizzare l’infinito. Eppure che non fossimo un oggetto concreto già Heidegger lo intuisce, parla di possibilità sempre aperta e mai veramente determinata. Se proprio non vogliamo scomodare i presocratici : già per Anassimandro , l’archè è L’Apeiron ( il tutto, l’infinito). La fisica quantistica arriva dopo 2500 anni da Anassimandro a dirci che non esiste il determinato , che tutto è in sovrapposizione, che al reale concreto serve la mia attenzione perché ci possa essere quel collasso che trasformerà l’onda in particella, stabilizzando ciò che noi definiamo come realtà oggettiva. Il dualismo non nasce con la fisica quantistica , onda/ particella , si riconoscono nella visione avanguardista del dualismo corpo/anima che non è un’eredità del cristianesimo, ma di Platone: non a caso Nietzsche dirà che il cristianesimo non è altro che Platone spiegato al popolo. Anche la fisica ci suggerisce di stare attenti all’idea di realtà, ci dice che possiamo solo interpretarla ma non capirla in tutto il suo abisso strutturale. Separare la scienza dalla filosofia, ha prodotto una brutta scienza e una brutta filosofia. In Grecia con il termine episteme si indicava sia la scienza che la filosofia , l’idea della separatezza viene dallo sviluppo delle scienze esatte: la filosofia non avrebbe mai potuto essere esatta, ha a che fare col reale e col suo significato più recondito . Un reale che non è solo il fenomeno visto ( delos), ma anche ciò che lo determina ( Adelos , come testimonianza dell’identità che eccede la forma, come il non ridotto e non come il non conosciuto). Il discorso scientifico ha a che fare con “ La Cosa “, al di là della quale non c’è niente. Metafisica, nell’immaginario collettivo è proprio l’oltre l’essente. Sono gli anni in cui la filosofia si arrende anch’essa al paradigma riduzionistico, contribuendo a far sparire la differenza ontologica ( tra ciò che è e ciò che appare, tra l’essenza e l’esistenza ). Che oltre l’essente ci sia il nulla è solo il modello positivistico a dirlo, non è la verità assoluta . Sono 200 anni che la verità non gode più del lustro che le apparterebbe per statuto , trascinando con se il suo alter ego , ciò che Aristotele definisce come il bene più prezioso , quello che trova la sua vera essenza nel volere il bene dell’altro : la giustizia. E’ con Nietzsche che l’interpretazione ruba il posto alla verità , ma l’interpretazione non è l’essere ,è solo un modo della sua rappresentazione, e se non si coglie questa differenza , la filosofia si compie : se tutto è ridotto all’essente, se tutto è ente storico, non c’è bisogno di pensare, di cercare, di indagare, di interrogarsi. Nel Sofista , Platone dice che l’essente non può essere mai del tutto definito, ha una quidditas inattingibile, una storia inesauribile, ma non per questo non va indagato. Lo spirito della filosofia è proprio l’indagine tra conoscente e conosciuto : c’è un’armonia possibile tra il mio considerare l’ente e la struttura in sé dell’essente? E qui che le prospettive diverse, quelle scientifiche e quelle filosofiche dovrebbero incontrarsi. Se muore questa prospettiva non muore solo la filosofia , a crollare sarà tutto quell’apparato umanistico che poneva limiti a quella volontà di potenza che ha sempre impedito all’uomo di essere la sua parte migliore. Che il mondo sia governato da logiche matematiche non è da discutere, ma c’è chi crede che il problema sia chi governa chi . Forse resta il Papa a interrogarsi su cosa sia l’uomo mentre è governato dalle macchine. L’ enciclica Rerum Novarum, è il tentativo di riconoscere la tecnoscienza come il nuovo orizzonte dell’umano. Per riaffermare una nuova grammatica spirituale ma anche ontologica. E’ un punto cruciale da dove poter ripartire, se non attenzioniamo più l’ontologia, l’essere nella sua essenza, rischiamo di rinunciare a capire i veri significati degli eventi che decideranno della nostra vita . Un personaggio come Trump, un uomo che non tollera il dissenso nè la libertà di pensiero, ha creduto di meritare il Nobel per la pace e a molti non è sembrato così sconveniente. II suo piano di pace , se così si può chiamare fuori retorica, contemplerà i 2 milioni di Palestinesi ancora nella Striscia? I 600 mila coloni Israeliani lasceranno gli insediamenti illegali in Cisgiordania ? Smantelleranno i blocchi navali e tutti gli sbarramenti che fanno di Gaza una prigione a cielo aperto? I responsabili di questo massacro indiscriminato , risponderanno dei loro crimini? Hegel ci ha lasciato un grande strumento filosofico per superare ma senza dimenticare il negativo, per far sì che ad essere interrogata sia la nostra vera intelligenza, quella CHE NON ACCETTA RIDUZIONI, e non quell’intelletto astratto tanto caro a Kant , che da illuminista ha assolutizzato la ragione, credendo che da sola bastasse a trovare quella legge morale che ogni uomo, a suo dire, ha dentro di sè. Non discutiamo certo la grandezza di Kant, ma gli assiomi restano dogma non verità. Kant ha vinto su Hegel , l’intelletto astratto la fa da padrone ,l’assenza di fondamento ha lasciato che la furbizia ne prendesse il posto , dimenticando che Kant salva l’intelletto con una raccomandazione che suona come un imperativo “ abbi il coraggio di usare la tua intelligenza “. La furbizia calcola il vantaggio, l’intelligenza misura il senso : quale delle due usa la Meloni quando dice che la sinistra italiana è più fondamentalista di Hamas? L’intelligenza è affascinata dalla verità, ne è l’incarnazione, non campa di espedienti. Non traffica, non deduce, non trama: illumina. Non chiede complicità ma coerenza : il resto è coreografia del vuoto incartato. Nel tempo a noi coevo, la realtà non è più ciò che viviamo, ma ciò che guardiamo, ciò che ci è consentito consumare come immagine .L’auto di Sigfrido Ranucci che esplode sotto casa è solo un fatto di ordinaria criminalità? O piuttosto il frutto della deriva a cui si arriva necessariamente quando ad attaccare la libertà di stampa è lo stesso Deep State? Nei suoi massimi esponenti, rischiando di determinare l’isolamento di chi svolge il proprio lavoro informando i cittadini senza fare sconti al potere di turno. La stessa Flottiglia è rimasta vittima della sua riduzione a frammento televisivo. La tragedia resta ai margini, l’ideale viene manipolato, interpretato , (non lasciato essere quello che è , nel suo aspetto ontologico non soltanto logico). Non è arrivato il fatto in sé , ma la sua rappresentazione . La verità non persuade, rivela, non manipola ma disintossica, non è rappresentazione ma essere come atto puro. La Flottiglia è stata scortata, sorvegliata come fosse un nemico pericoloso , invece che segno di grande solidarietà umana . Ci sono state due tifoserie da stadio, chi a sostegno chi contro, come se il destino di un intero popolo servisse a farci guadagnare le caselle dell’oca, quelle più fortunate all’omonimo gioco. Pasolini ci aveva già avvertiti che occorrono gli occhi nudi per riappropriarci della verità, le notizie non sono realtà ma immagini della realtà : ciò che non viene inquadrato non esiste. E ’un’operazione assai poco complicata quella di manipolare la notizia che si vuole vendere come verità. Walter Lippman, il precursore dell’agenda setting, grazie al suo libro del 1922 “ Opinione Pubblica “ spiega come i media influenzano la realtà che percepiamo, selezionando e rappresentando le notizie. Una vera e propria strategia di comunicazione, capace di oscurare il dibattito volto alla vera dialettica, facendo in modo che la memoria collettiva si concentri su ciò che si vuol far passare come verità. I sondaggi danno la Meloni come supervincente, nonostante l’assenza totale di coerenza con tutto quello che prometteva ai suoi elettori. Ma cos’è a vincere : il potere tecnico, quello impersonale, che usa i potenti del momento per sfamare la sua necessità di autoreferenzialità, o il potere di nome Giorgia Meloni? Non credo sia una mia interpretazione dire che la Meloni delle strilla al distributore contro le accise non sia pervenuta, come pure quella dei porti chiusi, della sicurezza sociale, della fine della pacchia per i falchi europei, dell’interruzione degli sbarchi, del sovranismo come sua identificazione. Credo sia innegabile che a vincere sia la tecnica globale e non la Meloni populista, quel non visto, che però lascia vistosamente esanimi tutte quelle ideologie che non vanno nella sua direzione. Quella tecnica che svela come ogni ideologia sia stata il volto dell’illusione, il credere che la potenza impotente dell’uomo , avesse bisogno di un ideale per giustificarsi. La tecnica è diventata principio stesso del reale, il nuovo assoluto, che non proclama valori, ma risultati. Se Trump o anche Meloni , o chiunque altro sembri rappresentare il potere qui e ora, non dovessero corrisponderle, sarebbero eliminati come errore tecnico non come errore politico. Anche le masse che scendono in piazza in nome dei valori umani, in realtà offrono più corpo al potere che le osserva ,rendendole simulacri , semplice rappresentazione. Il potere tecnico ingloba tutto ciò che gli si oppone, tutto ciò che si pone come eversivo e ne fa uno standard inoffensivo. Se l’uomo si arrende a questo pensiero unico , scambia la parte con il tutto, scambia l’adelos con il nulla , rinuncia a quel fondamento che per quanto inattingibile resta ciò che ci rende umani , ciò che ci ha emancipato da quell’atavico che ci ha visto cavernicoli, prima prede che cacciatori, prima animali che esseri dotati di logos. Il filosofo che più di tutti ha reso possibile questo magnetismo tra me e la filosofia è sicuramente Emanuele Severino, ormai chi bazzica in questa officina lo avrà di certo capito. Sono tantissime le luci che ha acceso sul profondo abisso della mia ignoranza, che non è una mancanza colpevole, ma una parte di coscienza non consaputa, non manifesta a me, ( Severino abbraccia e consola , perché solo la verità incontrovertibile , di cui lui si dice semplice testimone, può farlo) . Mi ha insegnato che l’uomo crede di essere un pensante ma in realtà è un pensato. Qualsiasi ragionamento siamo in grado di fare nasce da una premessa che ormai nessuno più discute : la fede nel divenire , la vera radice del nichilismo che signoreggia l’umanità , ciò che rende qualsiasi violenza qualcosa di accettabile ,perché se è il divenire a vincere sull’essere, qualsiasi morale, qualsiasi etica risulta essere solo una filiazione di una petizione di principio,di una fallacia logica , che assume per vero una fede travestita da evidenza. La filosofia severiniana , come metafisica autentica, per riaccreditare l’amore per il sapere ,come cura per la verità, quell’apparente inutile postura che sembra non aver alcun utile…..ma solo perché è già il tutto . E’ vero quello che dicono della filosofia, “del suo non servire ad alcun sapere”, ma solo perché la filosofia E’ IL SAPERE. E’ difficile? Certo che lo è ,come tutte le cose facili, ma ne va della nostra verità, del nostro essere quello che siamo, prima ancora di quello che crediamo di essere.
ANNA FERRARO A seguire un brano del Maestro Enzo Avitabile davvero profondo nella sua apparente semplicità

L’UNO E L’ALTRO O L’UNO E’ L’ALTRO?
L’UNO E L’ALTRO O L’UNO E’ L’ALTRO?
REFEZIONE SCOLASTICA A TEANO: SERVIZIO RIATTIVATO, MA L’APP RESTA UNA PROMESSA NON MANTENUTA. 
