L’emblema più doloroso di questa strisciante “terza guerra mondiale a pezzetti” è la strage simultanea di nove dei dieci figli di una coppia di medici palestinesi avvenuta nella striscia di Gaza bombardata dagli israeliani.
Nove atti d’amore, nove ripetute serie di cure e di sostentamento, nove speranze, nove motivi di vita, ma soprattutto nove sconosciute potenzialità distrutte insieme in meno di un minuto: una famiglia numerosa, e solo questo sufficiente a giustificarne la serena felicità, annientata in pochi attimi dalla feroce stoltezza umana.
La madre, dottoressa Alaa Al-Najjar, se li è visti trasportare tutti e nove, morti, ed il decimo gravemente ferito, nell’ospedale dove stava lavorando lei, pediatra, a curare altri bimbi.
Una tragedia che pare rievocare quella mitologica di Niobe, madre di sette maschi e sette femmine uccisi tutti dai figli di Latona, offesa dalla prima nella sua capacità procreatrice perché ne aveva solo due figli: ma uno era Apollo e l’altra Artemide.
Altre nove potenzialità umane annientate nello stillicidio di una guerra fatta da militari armati contro civili inermi, come pure si usa oggi un tutto il mondo; non più eserciti addestrati che si scontrano sul campo di battaglia, ma droni e missili che colpiscono con precisione millimetrica chi sta dormendo nel proprio letto incolpevole e inoffensivo.
C’è da chiedersi cosa mai si facesse più di questo nelle città di Sodoma e Gomorra tanto da suscitare l’ira di Dio che le rase al suolo. È possibile che l’umanità sia riuscita a fare qualcosa di più disumano di quanto non faccia oggi?
Narra Tito Livio che, durante il regno di Tullo Ostilio (VII secolo a.C.) la città di Alba Longa assalì Roma; la lotta era accesa e sanguinosa. Fu allora che, secondo il racconto, pare fantasioso, di Livio, i Re delle due città decisero concordemente di affidare le sorti del conflitto solo a tre combattenti per ogni parte: quelli che avessero perso avrebbero assoggettato agli altri la loro intera città. E fu lo scontro tra gli Orazi e i Curiazi, tutti e sei gemelli trigemini. Vinsero gli Orazi, romani, ed il re di Alba Longa, come sancito, si consegnò al re romano. E la guerra finì senza altri spargimenti di sangue.
Ma siamo proprio sicuri che oggi si viva “nel progresso”?
Claudio Gliottone