Eccellenza,
Mi è già capitato un’altra volta di inviare una lettera aperta al Vescovo pro tempore di Teano. Quella volta il destinatario fu il compianto Mons. Tommasiello, al quale mi permisi di contestare l’eccessiva dinamicità e qualche spregiudicatezza edificatoria. Il tempo ed i fatti però gli hanno dato ragione e di questo io ne sono cosciente e contento.
Questa lettera invece parte da un presupposto diverso. Per questa mia amatoriale attività giornalistica, ascolto tutto ciò che la gente dice, ne interpreto gli umori, cerco di dare un senso alle cose che ci vengono raccontate, ma anche per capirne meglio le ragioni.
E quando, come in questo caso, non riesco a a darmi da solo le risposte che il lettore si aspetta, ecco che ricorro alla lettera aperta che vuole essere solo un mezzo per comunicare, mai per polemizzare. Definiamola una richiesta di aiuto.
Ma torniamo al motivo di questa mia spregiudicata iniziativa.
Le avranno senz’altro riferito che l’opinione pubblica, sul suo conto, è divisa in due fazioni opposte. Una divisione per la verità, non propriamente in parti uguali. Da una parte, e sono i meno, c’è chi intende sottolineare i suoi meriti culturali, oratori, estetici e si mostra affascinato dal suo eloquio sempre corretto, quasi perfetto, con il quale racconta e raccomanda senza mai forzare la mano ma, puntando diritto al cuore ed alle coscienze. A questi si aggiungono nel giudizio positivo coloro che hanno ben percepito quanto lei non nutra molta stima verso i nostri amministratori perché li ritiene non rispettosi delle esigenze della popolazione e non in grado di sfruttare come dovrebbero e potrebbero, la nostra storia, le nostre ricchezze culturali, archeologiche ed ambientali. Dall’altra parte e sono purtroppo i più, c’è la popolazione quella più umile, quella che in fondo dovrebbe essere più vicina al suo pastore dal quale invece, si sente abbandonata o forse è meglio dire, trascurata. “ Non lo si vede mai per la strada” addirittura qualcuno aggiunge ” se qualche volta lo vedi in giro cammina sotto i muri e sembra sfuggirti” “ se lo saluti a stento ti risponde” “Cammina sempre con la testa bassa”.
Una delle accuse che più sovente le viene rivolta è riferita alla ristrutturazione della curia vescovile, dotata ultimamente di belle statue, un sistema di illuminazione che ne risalta la bellezza, i giardini fiorenti, gli addobbi preziosi, gli arredi di artistica fattura, una sede che contrasta con quella spartana del suo predecessore. Che dire poi delle serate a tema in cui lei mischia musica, arte e religiosità di pensiero. Per pochi intimi, si vocifera, anche se non ci risulta che sia richiesto l’invito per parteciparvi. Ultimamente è stato sottolineato il silenzio con il quale lei indirettamente ha condiviso o approvato le varie iniziative imprenditoriali, politiche e megalomani del parroco don Luigi De Rosa di Vairano Scalo..
Lo so Eccellenza, tutti quelli che hanno un ruolo di guida, che rappresentano punti di riferimento, sono soggetti a volte a superficiali valutazioni ed apprezzamenti che poi, a posteriori, quando restano solo i fatti, ci si accorge che in fondo le cose poi non erano proprio come le abbiamo voluto vedere.
Ricordo gli appellativi indirizzati al compianto vescovo Tommasiello: il vescovo palazzinaro, il vescovo imprenditore, il Masaniello ed altri ingiustificati ed ingiustificabili appellativi. La verità ci ha detto invece che il vescovo palazzinaro e imprenditore è morto povero, dopo aver venduto anche la sua croce d’oro.
Ora di lei si dice che ci snobba, che a Teano non si trova bene, che soffre di nostalgia per la sua terra e che appena potrà, accetterà ogni altra destinazione pur di andare via.
A conclusione di questo mio scritto, ho il dovere però di dirle cosa penso io, altrimenti mi metterei nella comoda posizione di chi lancia la pietra e nasconde la mano.
Nutro molta ammirazione e rispetto per la sua persona, per le cose che dice e per quelle che scrive. Non mi capita spesso, ma ogni volta che ascolto i suoi sermoni, mi sono sentito arricchito di nuovi orizzonti a fronte di vecchie convinzioni. Lei riesce a farmi scrutare dentro e mi costringe alla meditazione. Io da un Vescovo non potrei aspettarmi di più ma, io non sono il suo popolo, sono solo la millesima parte e forse tra quella più fortunata. Io sono tra quelli che potrebbe venire sempre ad ascoltare le sue omelie ma, dopo di me, anzi prima di me, c’è la moltitudine dei fedeli che non frequenterà mai i suoi saloni, non ascolterà mai le sue dotti riflessioni. Questa moltitudine è la stessa però che ha seguito per ore lo scorso giugno la statua del Santo di Padova per le vie della città, in pieno silenzioso raccoglimento, insieme a lei e con lei.
Eccellenza, ci aiuti a comprenderla meglio, noi non vogliamo più vivere di rimpianti o di sensi di colpa per non averla saputa apprezzare prima.
suo Antonio Guttoriello
A distanza di cinque anni da quando le scrissi questa lettera, non ho modificato le mie convinzioni e resta immutata la mia ammirazione e stima per la sua persona, mi consentirà solo di aggiungervi i miei fraterni auguri per una Santa Pasqua a cui si uniranno idealmente tutti i fedeli di questa Diocesi che con le mani tese cercano le sue mani per stringerle in un unico fraterno augurio Pasquale.