…caro Direttore, ma ho sempre giudicato le persone per quel che realmente sono e pensano, ed il mio “congenito” liberalismo mi ha sempre imposto di comprenderle, di non farmi chiedere perché la pensino diversamente da me, di avversarle se del caso, ma mai di isolarle o di tenerle a distanza o ignorarle.
Questo premesso sento il dovere, pur nella diversa appartenenza ideologica, di esprimere la mia solidarietà alla On. Pina Picierno, nostra compaesana, che a Bruxelles si è schierata con la maggioranza europea votando la mozione di un riarmo europeo, opponendosi alle direttive del suo partito che chiedevano (o imponevano) l’astensione dal voto. Rammento a me stesso cha la “astensione” è una non-decisione: è la palese affermazione di NON VOLER prendere una decisione, per i motivi più vari. È pertanto indegna di ogni considerazione morale, ma solo assoggettabile a giochetti di parte.
I motivi di questa mia solidarietà non sono certamente emozionali e men che mai di parte, ma nascono sì dalla contingenza del momento, e sono supportate da profonde considerazioni storiche che la nostra Onorevole ha anch’essa evidenziato.
Il fatto contingente è chiaro e preciso: la Russia di Putin ha rivendicato il possesso di territori Ucraini per motivi che sono gli stessi con cui Hitler rivendicava diritti su Danzica e poi sull’Austria e poi sulla Polonia, fino alla invasione di questa il primo di settembre del 1939: e fu l’inizio della seconda guerra mondiale!
Passiamo così in modo automatico alle considerazioni storiche di più vecchia data quando il Primo Ministro inglese dell’epoca, Neville Chamberlain, sostenitore della politica dell’“appeasement” che consisteva nell’assecondare le pretese naziste favorendone le concessioni per evitare la guerra, concretizzò questo suo pensiero, assieme alla Francia, nell’incontro di Monaco, che, organizzato e guidato da Mussolini, sancì un patto che fu stoltamente definito salvatore della pace. Il suo motto pacifista diceva che “non valeva la pena morire per Danzica”; ma, al ritorno dal Patto di Monaco, il grande Winston Churchill, bollò la decisione anglo-francese con la famosa frase: “potevano scegliere tra il disonore e la guerra, hanno scelto il disonore ed avranno la guerra”. E così fu.
La saggezza politica degli antichi romani compendiava il da farsi per ottenere veramente la pace nel famoso motto “si vis pacem, para bellum” : se vuoi la pace preparati per fare la guerra, come unico deterrente purché si sia in due a volerla e di conseguenza attuarla.
Cristo invitava chi avesse ricevuto uno schiaffo a “porgere l’altra guancia”: ma Lui era Cristo. Io credo che per una vera pace si debba essere sempre in due a volerla porgere.
Dopo la catastrofica guerra del 1940/45, alla metà degli anni ’50, cominciò a concretizzarsi l’idea di una “Europa Unita”, dapprima solo economicamente e poi anche politicamente, come preconizzata oltre un secolo prima da Giuseppe Mazzini.
Avemmo allora la fortuna, noi italiani, di avere come Capo del Governo, il nostro più grande statista dopo Camillo Benso Conte di Cavour, Alcide De Gasperi. Convinto europeista vedeva una Europa veramente unica, soprattutto con un suo regolare “esercito”. Non ebbe il tempo di battersi perché avvenisse lui vivo. Era solito dire: “uno statista pensa alle prossime generazioni, un politico alle prossime elezioni”. E l’Europa non sua pare proprio nata solo per opera dei politici: per noi solo un ulteriore loro “impiego” oltre che nei comuni, nelle province, nelle regioni, e nel parlamento nazionale. Ma forse anche per le altre nazioni è stato solo così.
Ed eccoci arrivati in pessime condizioni a riconsiderare, in ritardo storico, la possibilità di un esercito comune di fronte alla minaccia russa ed all’abbandono americano. Tra due litiganti o pseudo tali quale sarà il destino nostro e delle nostre generazioni, quelle alle quali era rivolto il pensiero di De Gasperi? Non potremmo che porgere l’altra guancia, anzi dovremmo averne due in più perché gli schiaffeggiatori stavolta sarebbero in due.
Plaudo allora alla coraggiosa e pubblica scelta dell’On. Picierno, oltretutto fatta oggetto di beceri insulti da parte di un giornalista russo, insulti che fanno pensare a quanto sia, ahinoi, concreto il pericolo proveniente da gente che non tollera oppositori interni, ammazzandoli con il plutonio o facendoli sparire del tutto. Insulti di cui è stato oggetto anche il nostro Presidente.
E dopo gli insulti cosà verrà? Io consiglierei di preparare per bene l’altra guancia!
Alla faccia di ogni ingannevole “buonismo” stoltamente trionfante nella politica da troppi anni vigente in Italia e in tutta Europa.
Claudio Gliottone