“Finché si tratta di calzolai che siano incapaci o che sian corrotti, o che si vantino di essere abili pur non essendolo, non ne verrebbe una gran perdita per lo Stato. Ma vedi bene che se fossero i Custodi delle leggi e dello Stato a fingere di essere custodi, mentre non lo sono, sarebbe la Città intera a correre il rischio di una completa distruzione, proprio perché la sua felicità e la sua buona amministrazione sono nelle loro mani.” Platone, La Repubblica, IV, 421°. Se Platone fosse esistito ai tempi dei social ed avesse scritto questa Sua riflessione, sicuramente qualche Concittadino avrebbe “commentato”, come fanno per i nostri articoli: “e nun va mai niente bbuono! E bbasta!”. Oppure: “…nun da’ rett solite chiacchiere di chi vuole andare là sopra. Che poi chi li vede mai per Teano”! Come vedi caro Platone sicuramente verrebbe messa in discussione anche la Tua Somma Filosofia! E chi saresti Tu al cospetto di tanta cultura, di tanta scienza, di tanta conoscenza di storia, di turismo, di archeologia, di rispetto ambientale? Saresti la nullità delle nullità! “Che poi chi ti vede mai per Teano”! A prescindere dal fatto che quando “qualcuno” viene a Teano, (spesso!!!), non certo mette i manifesti o lo annuncia via Facebook, ma a questo “qualcuno” quandunque basterebbe la sola vista per guardare fotografie, documenti e quant’altro per verificare le scempiaggini che vengono perpetrate a danno di una Storica ed irripetibile Città. A meno che con photoshop non vengano falsificate ed alterate anche queste!
Ricordate l’ultimo di Elio Zanni del 15.07.2025 sullo scempio delle colonnine in Piazza Duomo? Tutto falso, tutto artatamente ideato con fotomontaggi! Che poi chi lo vede mai per Teano sto Elio Zanni”? Ebbene, oggi, ci avvaliamo di un altro fotomontaggio. Questa volta a danno di un’altra Piazza, a danno della memoria di tanti Teanesi morti sul Carso, sul Piave o sul Pasubio. Parliamo di Piazza della Vittoria. Non più un Monumento ai Caduti, bensì giardino per i bisogni di cagnolini, ricettacolo di ogni ben di Dio, totem delle prelibatezze culinarie e delle caciare serali. Tutto ciò non basta, caro Platone, perché al di là del buon gusto, addirittura vengono ben ancorate al terreno fioriere di dubbio estetismo. E come ancorate? Forando arbitrariamente la basolata con perni di fissaggio!!! Alla faccia di permessi di utilizzo del suolo pubblico (pubblico)! Alla faccia di strutture mobili!!! Qui urge una licenza edilizia per strutture permanenti! O no?
Vedi caro Platone, può anche darsi che noi siamo cecati, ma anche qualche altro Concittadino ha posto qualche domanda all’(A)mministrazione: I motivi per cui i suppellettili a corredo dell’occupazione di suolo pubblico non vengono rimossi quando l’attività non viene svolta; I motivi per cui i suppellettili sono ancorati al suolo; I motivi per cui non sia stato effettuato un effettivo bilanciamento tra l’interesse pubblico e quello privato nel concedere l’autorizzazione di occupazione di suolo pubblico; I motivi per cui le pedane non rispettano le norme igienico sanitarie; I motivi per cui il C.do di P.M., il Responsabile Suap ed il Responsabile Area Tecnica urbanistica non facciano rispettare quanto previsto per legge, quanto previsto dal regolamento comunale e dalle norme igienico sanitario inerente all’ occupazione di suolo pubblico. Ebbene caro Platone sai quale è stata la risposta degli uffici preposti al Concittadino in questione? Eccoti in sintesi alcune significative risposte: 1) “la S.v. non ha tenuto conto del bilanciamento tra privato e pubblico ma ha ritenuto opportuno avvantaggiare il privato rispetto al cittadino (???)”; 2) “la S.V. non ha tenuto conto di un parere legale del Comune di Teano (???)”; 3) “la S.V. non ha tenuto conto di un Regolamento comunale “Canone unico patrimoniale (???)”. Come a dire, caro Platone: “e nun va mai niente bbuono! E bbasta!”. O meglio, “…nun da’ rett solite chiacchiere di chi vuole andare là sopra. Che poi chi li vede mai per Teano”! Per oggi, caro Platone può bastare, ritorneremo molto più approfonditamente sull’argomento ad esempio relativamente alla “culpa in vigilando”, all’Art. 28 della Costituzione, alla Responsabilità Amministrativa, alla Responsabilità dei Dirigenti; al Parere del Consiglio di Stato, Sez. IV – 5 marzo 2025 n. 1882, etc. etc.. “e nun va mai niente bbuono! E bbasta!”.
Pasquale Di Benedetto