“Tutto va ben, madama la Marchesa, tutto va ben….” Ripeteva con insistenza il maggiordomo alla madama marchesa mentre il palazzo bruciava, gli armenti erano fuggiti ed il marchese era ruzzolato giù per le scale e non dava più segni di vita. “Tutto va ben…” continua a ripetere, distribuendo targhe ed onorificenze, qualche tronfio imbonitore del Comune dei Teano, di fronte a quanto, con grande precisione ed amarezza, pubblicato su questo giornale dal Sig. Massimo Balasco, che mi piace annoverare tra noi pochi coraggiosi combattenti una battaglia che sappiamo persa in partenza. Ed anche questo l’amico Massimo ha con diligenza evidenziato nel quart’ultimo capoverso del suo scritto; ed è la cosa più drammatica, perché si continua ad incantare i serpenti col flauto trasverso, a volte “mentendo sapendo di mentire”!
E se c’è cosa deleteria, per ogni singolo cittadino come per tutta una comunità, è il continuare ad ingannarli distogliendoli, con progetti grandiosi quanto irrealizzabili, dalle quotidiane necessità e miserie che si ingrandiscono, queste sì, giorno per giorno. Si toglie loro la capacità di osservare la realtà, di non farla diventare uno stile di vita immerso nell’abbandono totale, di comprendere e di reagire. E così per anni e anni.
I Francesi, padri della più grande rivoluzione che abbia mai cambiato l’umanità dopo la parola di Cristo, stanno violentemente reagendo alla amministrazione di Macron; sono scesi a migliaia in piazza per un aumento della benzina di 20 centesimi, mentre noi paghiamo ancora in silenzio le accise imposte per la guerra di Libia (1911)!
E’ un peccato mortale continuare ad insegnare ad un popolo, già di per sé costituzionalmente servile, ad “obbedir tacendo e tacendo morir”! Nel grande come nel piccolo.
Impariamo a legger tra le righe dei comportamenti politici dei nostri amministratori, se cerchiamo spiegazioni e voglia di riscatto. Non facciamoci prendere per i fondelli, ne va della nostra intelligenza.
P.S. : Non soffro di Dinopatia, come qualcuno ha scritto. Quel che dico e ribadisco oggi è esattamente quello che vado dicendo e ribadendo, ahimè senza successo, dal 1980, quando l’amico (e non è questa una qualifica scritta a caso, ma sentita , almeno da parte mia) Dino aveva appena 6 anni!
Claudio Gliottone