Girando quotidianamente sui social network, in particolare Facebook e Twitter, terreno fertile per disinformazione e propaganda politica, ci si può imbattere in questi giorni nella “agghiacciante” scoperta che “nessuno ti dirà” riguardo le linee mobili ad alta velocità 5G. In un turbine e tripudio di falsi medici (radiati dall’ordine), sedicenti esperti informatici, acclamati avvocati (di cui non esiste traccia) o semplicemente leader di partiti estremisti minoritari (di destra e sinistra, non la scampa nessuno), siamo bombardati da errate dichiarazioni e prove, fabbricate senza alcun fondamento scientifico, sulla pericolosità di questa nuova tecnologia correlata con la diffusione di SARS-CoV2. La questione fu sollevata da un consulente, Gunter Pauli, della Presidenza del Consiglio italiana, già nota per avere a capo di importanti ministeri persone con qualche problemino con la scienza (tra No-Vax e teorici del complotto dell’allunaggio). Da un articolo di BUTAC.it, sito specializzato nello smascherare bufale e articoli di propaganda, viene riportato che Pauli non spiega da dove arrivino le sue convinzioni, magari anche lui ha letto The Epoch Times, testata da cui è stato rintracciato il primo articolo a parlarne, fidandosene senza verificare, e questo la dovrebbe dire lunga su come si informano certi soggetti. La questione del collegamento 5G e diffusione della nuova SARS è stata già trattata da testate giornalistiche serie e affidabili, come Reuters che il 16 marzo 2020 ha pubblicato un articolo dal titolo: False claim: 5G networks are making people sick, not Coronavirus.
Ma ancora meglio, Query Online, che il 24 marzo in un bell’articolo a firma Stefano Maurizio riportava: …se due variabili A e B correlano, non possiamo concludere che una delle due sia la causa e l’altra ne sia l’effetto. Proviamo per esempio a contare ogni giorno il numero di persone con l’ombrello nella nostra città e a misurare la quantità di pioggia caduta quel giorno. Probabilmente osserveremmo che queste due variabili correlano, cioé che c’è un legame fra le due. Questo tuttavia non è sufficiente ad affermare che la causa sia la pioggia e l’effetto sia prendere l’ombrello, oppure se la causa sia prendere l’ombrello e la pioggia l’effetto: sta allo scienziato ragionare sul legame di causa-effetto, ricordando che la causa deve precedere l’effetto.
Il tutto per cercare di spiegare a Pauli (e ai tanti che gli vanno dietro) che non è che siccome due variabili hanno correlazione vi sia a tutti i costi causalità. Esistono milioni di esempi di variabili correlate che però non hanno alcun tipo di collegamento reale fra di loro. Esistono anche siti dedicati proprio a questo genere di analisi. Continuare a sostenere che il 5G sia pericoloso e collegarlo all’attuale pandemia significa non aver letto con attenzione nessuno degli studi prodotti negli ultimi anni sul tema. Significa fidarsi di ciarlatani che campano proprio sullo spaventare la gente in ogni modo possibile. Istituti di ricerca privati che pubblicano studi con più buchi di un groviera, soggetti disturbati che credono a teorie del complotto. Che in tutto questo accada a un comune cittadino si può capire: non ha gli strumenti adeguati per difendersi dall’information disorder. Che ci caschi un personaggio come Pauli, consulente del governo e soggetto ritenuto autorevole in determinati campi, è preoccupante e non poco.
Riccardo Luigi Conte