ma non esisterà mai una gomma per cancellare il passato!”. L’aforisma è di Albert Einstein, il grande scienziato del secolo passato.
Potremmo parlare per ore ed ore sull’argomento, tanto ne sono interessanti il contenuto e le prospettive, che nascono in paritaria maniera sia retrocedendo verso il passato che veleggiando verso il futuro; spazialità temporali intimamente connesse, al punto di non poter cancellare il primo per poter scrivere il secondo. Quand’anche quest’ultima cosa ci potesse essere di utilità, non riusciremmo mai a realizzarla.
Il presente non è altro che un attimo, paragonato alla infinità dei due descritti momenti, concessoci per costruire il futuro, ma sempre e comunque su fondamenta già precedentemente create: queste potranno essere solide e facilitare la cosa, o deboli e renderla più difficile, ma dubito che potrebbero in ogni caso annullarla, perché diverso è il “momento storico” nel quale si verificano. Difatti il “momento storico” sarà cambiato proprio grazie al veloce accumularsi di infinite altre situazioni accadute, quasi sempre senza che noi ce ne accorgessimo, proprio in quel “passato che nessuna gomma potrà mai cancellare”. L’Umanità si sarebbe fermata all’età della pietra se così non fosse.
Così, nella cosmica distinzione tra “bene e male” esiste un passato che sarebbe follia riprodurre ed uno che andrebbe riportato in vita ed accresciuto nelle sue manifestazioni. Il primo dovrebbe avere insita una sua potenzialità di deterrenza, il secondo di incentivazione. Vi pare che questo accada in un mondo che ripropone guerre di religione o di conquista (Medio Oriente, Russia, Israele e via discorrendo) e strumentalizza uomini, magari dalla pelle di un altro colore, in cerca di una vita migliore? Non vi pare che stiamo riscoprendo il Medio Evo o il Colonialismo? Non vi sovvengono la conquista di Costantinopoli, la battaglia di Lepanto, e le infinite stragi post-riforma tra luterani, calvinisti, anglicani, cattolici e chi più ne ha metta o gli stati africani sotto le dominazioni inglesi, francesi, belghe, olandesi, spagnole od anche italiana (tardiva, ridicola e disastrosa), o la tratta americana degli schiavi?
V’è certo anche l’aspetto positivo di una umanità che invece tenta di comunicare col dialogo tra tutti i popoli e di combattere unita contro mali che riguardano tutti, come le pandemie o i disastri naturali, quali carestie, terremoti ecc.
Nessuna gomma potrà mai cancellare questi dati, ma, ahinoi, esiste però una gomma che può cancellare le “motivazioni” che hanno portato ad essi per sottoporle ad interpretazioni le più varie, ma sovente “di parte”.
Infatti come potremmo tracciare una linea divisoria ben netta tra il “bene e il male”? Quante volte ed in quante situazioni diverse si intersecano tra di loro trasformandosi l’uno nell’altro, in omaggio ad un comprensivo “relazionismo” che esclude di fatto ogni “verità assoluta”?
Forse sarebbe necessario che del passato, a voler imparare qualcosa di positivo, non ci limitassimo a considerare il semplice fatto in sé, che è la cosa che più ci colpisce, ma a studiarne le cause che lo hanno prodotto. Citiamo, ad esempio, la “notte di San Bartolomeo” con la strage di tremila ugonotti in una sola notte, o la strage della Vandea, per restare in Francia, e pensiamo al solo fatto cruento e non al “passato” ancor più “passato” di quello che ne è stato il precedente causale.
Aborriamo il Nazismo, il Fascismo, il Comunismo, le conquiste coloniali, la tratta di esseri umani, ponendo la nostra attenzione solo su quello che hanno fatto e sono stati, ma difficilmente lo facciamo sulle cause che li hanno prodotti.
E credo sia questo quello che Einstein volesse insegnarci.
Claudio Gliottone