Manovra bis, fatta a loro dire, di lacrime e sangue. Espressione poco felice maturata dalla bocca di un personaggio per il quale non ho mai nutrito simpatia. Mister Chiurchil.
In Italia oggi lacrime e sangue per tutti, ad eccezione della casta politica, che non risulta minimamente toccata nei suoi sporchi privilegi.
I politici continuano a godere stipendi favolosi e pensioni d’oro, per giunta estese anche a favore di coloro che sono cessati dall’incarico, vale a dire trombati, alle elezioni. I componenti di questa potentissima casta non pagano niente: autostrade, ferrovie, traghetti, aerei, stadi, cinema e teatro.
Tanto ci pensa Pantalone.
Costoro, non paghi di tanto ben di dio, una vera mamma celeste, mangiano e bevono molto bene anche nelle rispettive Camere di appartenenza, ove sono stati allestiti ristoranti di tutto rispetto, ove con sei euro alla Camera e sei euro al Senato si può mangiare ogni ben di dio, come ha documentato Libero: un ottimo antipasto, un piatto di risotto con gamberi e pachino (con riso integrale o privo di glutine a richiesta) o un bel piatto di spaghetti a salsa di alicetti: come secondo, pesche freschissimo o un bel carpaccio di vitello con salsetta al limone; contorni vari e latticini freschi o bocconcini di mozzarella di vero latte di bufala. Dolci di varie fatture.
Pranzo da gran signore, che non teme il colesterolo; prezzo da pezzente! Il tutto ad un prezzo inferiore a quello che paga, come pasto, un nostro nipotino all’asilo nido. Nessun problema, interviene l’erario con un costo di 1.200.000 euro ogni anno.
I cittadini protestano. Silenzio tombale da parte della casta. Unica voce, quella di Schifani, che dice di aver nominato una commissione. Campa cavallo, in attesa degli studi di questa commissione.
Quello che più indispettisce, in questo contesto, è un abbraccio profondo tra la cosi detta destra e la sinistra cattocomunista in un connubio nelle difese di questi interessi castali, che sicuramente offendono il povero vecchietto condannato a sopravvivere con 520 euro al mese.
Intanto, per fortuna, cinquanta anni di regime, con una imposta “dannatio memoriae”, non hanno cancellato la nostra memoria storica, che ricorda un grande italiano, un signore di altri tempi, l’on.le Enrico Endrich, che, forte di un passato che lo aveva visto potestà di Cagliari dal 1928 al 1934, venne nel 1955 eletto deputato nelle liste del M.S.I. Ebbene il deputato Endrich non esitò un minuto a rassegnare le dimissioni da tale incarico, quando vide approvare, Presidente Gronchi, il vitalizio ai parlamentari. La Camera, more solito, respinse le dimissioni. L’on.le (di nome e di fatto) Endrich insistette e ritornò al suo lavoro quotidiano.
Questo fatto va ricordato perché, se le proteste fossero state accolte, certamente non si sarebbe aperto coll’approvazione di quella legge quel varco, che ha segnato una voragine di leggi, leggine, decreti, ordini e regolamenti, che hanno regalato alla Casta tutti i privilegi che gli italiani non sono più disposti a tollerare.
Certamente non avremmo assistito, impotenti, alla creazione di leggi, che versano miliardi ai partiti politici, alla editoria e chi più ne ha ne mette! Certamente non avremmo dovuto sopportare la erogazione di 3.180 euro lordi al mese a favore del radicale avv. Luca Beneschi per aver fatto costui (incredibile se vero!) il lavoro (si fa per dire) di deputato per un solo giorno e cioè dal 12 maggio 1982 al 13 maggio 1982.
E tanti altri casi, che un senso di pudicizia mi consiglia di non elencare ed evitare il voltastomaco.
Di questi fatti ne abbiamo piene le tasche.
Antonio Zarone