
Il simbolo dell’evento “La notte bianca” che è confermato, non si realizzerà, per obiettive e giustificate motivazioni illustrate dagli organizzatori la” Proloco Teano e Borghi”
In una recente intervista rilasciata al giornale online “Paese News”, il Sindaco di Teano ha fornito il suo punto di vista sulla cancellazione degli eventi estivi da parte di alcune Associazioni. L’Ing. Di Benedetto, in sostanza, ha incentrato il suo ragionamento su quattro punti:
Uno – la Circolare Gabrielli in materia di sicurezza, emanata dopo i fatti di Torino, doveva essere applicata pedissequamente in tutte le sue parti in quanto la stessa non concedeva ai Sindaci alcun margine di discrezionalità e, pertanto, per nessuna ragione era a lui consentito di derogare dalle misure stringenti da essa derivanti, misure illustrate nel dettaglio in un incontro tenuto con le Associazioni;
Due – le Associazioni di Teano che hanno cancellato le loro manifestazioni lo hanno fatto perché non sono state in grado di affrontare la situazione per loro limiti organizzativi (concetto ribadito dall’Assessore alla Cultura ed al Turismo);
Tre – altre realtà associative di Teano hanno affrontato i problemi con successo ed hanno tenuto le loro manifestazioni (Festa della Birra, Festa della Pizza, ecc);
Quattro – il regolamento “ecofeste”, emanato d’iniziativa del Comune di Teano, rappresenta un importante momento di crescita culturale per la Città in quanto rivolto a promuovere attraverso le associazioni l’uso di materiali biodegradabili (piatti, bicchieri, tovaglioli, tovaglie, posate, ecc.) nella vita quotidiana di tutti i cittadini in luogo di quello di plastica tradizionalmente usati.
Su queste valutazioni, riteniamo opportuno esporre il nostro punto di vista.
Alla luce di quanto illustrato dal Sindaco, la nostra Associazione, per tenere la “Notte Bianca” avrebbe dovuto compiere una serie di adempimenti burocratici e tecnici che si possono così riassumere. Innanzitutto produrre una planimetria dei luoghi interessati dalla manifestazione su cui devono essere rilevate, in scala e con precisione, tutte le strutture montate per lo svolgimento della festa (gazebo, spazi per mostre, palchi, pedane, spazi espositori, spazi destinati alle degustazioni, spazi destinate alle performances degli artisti di strada, ecc.). Naturalmente, detta planimetria deve essere certificata da un Tecnico che rilascia il suo visto a fronte del pagamento della relativa parcella professionale (300/400 euro). Nella planimetria, inoltre, devono essere indicate tutte le vie di accesso all’area della festa nonché le vie di fuga. Le vie di accesso e di fuga devono essere portate a conoscenza del pubblico con capillare informazione mediante diffusione sonora, cartellonistica e volantini distribuiti durante la festa da personale riconoscibile e per questo dotato di apposita pettorina, (altri costi). Le vie di fuga devono essere presidiate da personale formato. Nell’ambito della festa, ed in rapporto alla superficie occupata, devono essere collocati estintori, naturalmente presidiati anch’essi da personale in grado di utilizzarli, per intervenire in caso di incendio (altri costi). Negli spazi della festa devono essere lasciati corridoi transennati per garantire l’accesso ai mezzi di soccorso (ambulanze e Vigili del Fuoco). Palchi e pedane, con i relativi impianti audio e luci devono essere certificati da tecnici del settore sia per quanto riguarda la staticità delle strutture montate (ad esempio, le “americane”) che l’emissione dei suoni (altri costi). Gli impianti elettrici devono essere realizzati con materiali e con modalità che garantiscano da qualunque rischio ed incidente (per fare un esempio, le luci e le attrezzature montate sotto ogni gazebo devono essere fornite della relativa “messa a terra”, peraltro di difficile realizzazione sul basolato del Centro Storico. (Altri costi, e non pochi). Negli spazi in cui si tengono gli spettacoli musicali o teatrali occorre quantificare, in rapporto alla superficie dell’area utilizzata, un limite massimo di capienza: si deve quindi mettere in atto un sistema di “contapersone” e conseguentemente bloccare l’ingresso di spettatori al raggiungimento del numero massimo di presenze consentite.
Se a questa somma di prescrizioni aggiungiamo l’accanimento burocratico che cova cupo nella cultura di alcuni settori della pubblica amministrazione, si può immaginare la miscela di problemi che ci si è frapposta davanti. Il progetto della festa, dettagliato e con l’indicazione di tutte le soluzioni che gli organizzatori intendono adottare, va sottoposto all’esame di una apposita Commissione, nominata ad hoc, della quale fanno parte rappresentanti del settore sanità, antincendio, ingegneria elettrotecnica ed acustica oltre ad alcuni Funzionari comunali. L’effettuazione della festa è subordinata al nulla osta da parte della Commissione che ha, poi, la facoltà di verificare sul campo se gli organizzatori hanno realmente messo in atto tutte le misure di sicurezza elencate nel progetto. In caso contrario, la Commissione ha la facoltà di bloccare la manifestazione anche poche ore prima dell’inizio della stessa.
Si dirà: come mai, nonostante tutte queste norme complesse, alcune “feste” si sono regolarmente svolte?
A questo punto si rende necessario chiarire che cosa sono le ASSOCIAZIONI ONLUS, che trovano la loro ragion d’essere nel volontariato dei soci e nelle finalità che esse perseguono. Nello specifico, per quel che ci riguarda, le Pro Loco sono Associazioni riconosciute dalle Istituzioni nazionali e registrate in un apposito Albo Regionale delle Onlus che si rinnova di anno in anno. Per conservare il diritto ad essere iscritte annualmente in tale Albo le Pro Loco devono produrre alla Regione il consuntivo di bilancio accompagnato da una dettagliata relazione sulle iniziative svolte nel corso dell’anno precedente. Dalla documentazione prodotta l’Ufficio Regionale preposto andrà a valutare se le Pro Loco hanno rispettato o meno i due capisaldi che caratterizzano le associazioni di volontariato: l’assenza di ogni fine di lucro e la congruità delle iniziative realizzate con la cultura, la storia, le tradizioni, il paesaggio e l’enogastronomia del proprio territorio, così come è scritto negli Statuti di tutte le Pro Loco. Grazie a questa vocazione culturale che le caratterizza, l’UNESCO nella riunione di Parigi del 2013 ha riconosciuto alle Pro Loco italiane il ruolo di tutela e valorizzazione della cultura immateriale dei propri territori ed ha concesso loro la facoltà di segnalare siti e culture degni di entrare a far parte del patrimonio mondiale tutelato dall’UNESCO.
E’ evidente, allora, che una associazione come la Pro Loco non potrà mai mettere in piedi una Festa “commerciale” a tema, rivolta alla vendita di un prodotto specifico per realizzare utili. Le nostre manifestazioni ci consentono a malapena di coprire i costi. Ancor più le Pro Loco tradirebbero la loro missione se il prodotto commerciale che viene assunto a tema della festa non avesse alcuna attinenza con l’economia del proprio territorio. Per essere chiari, le Pro Loco di Teano o di Vairano o di Capua non potranno mai organizzare una Festa del Baccalà, della Bistecca Fiorentina o del Gianduiotto Piemontese, perché questi prodotti non hanno nessuna attinenza con l’economia, le tradizioni e la cultura della propria Città. Simili feste non renderebbero un buon servizio alla specifica realtà produttiva del loro territorio.
E’ legittimo e anche positivo che altre Associazioni facciano manifestazioni a tema prevalentemente commerciali: hanno il grande merito di animare i nostri paesi e richiamare molto pubblico. Ma è proprio la natura “commerciale” delle loro feste che ha consentito agli organizzatori di far fronte al notevole aumento dei costi derivanti dalla applicazione della nuova normativa sulla sicurezza e dall’adesione al “Regolamento Ecofeste”.
Anche su quest’ultimo tema, vorremmo esprimere la nostra opinione. Il Comune di Teano, animato da un lodevolissimo intento ecologico, ha scritto alle Associazioni invitandole ad utilizzare nelle loro feste materiali biodegradabili al posto di quelli in plastica. Precisando che chi non avesse aderito al Regolamento, avrebbe dovuto pagare, in alternativa, la tassa per l’occupazione del suolo pubblico. Buono l’intento, sbagliato il metodo. Abbiamo fatto qualche sondaggio e siamo riusciti a quantificare l’aumento dei costi con l’adesione al regolamento ecofeste. Per rendere l’idea di come lievita la spesa, basti pensare che oggi per acquistare 100 piatti di plastica non biodegradabili nel mercato all’ingrosso si spendono 1,50 euro. Al contrario, acquistando in rete 50 piatti (la metà) biodegradabili con le caratteristiche indicate nel regolamento comunale, si vanno a spendere circa 6,50 euro. La stessa cosa avviene per tutte le altre stoviglie.
Ci saremmo aspettati un altro approccio al problema. Qualcuno avrebbe dovuto dirci: “Vorremmo che le Associazioni di Teano utilizzassero materiali biodegradabili affinchè con il loro comportamento virtuoso fungessero da esempio e di sprone verso tutti i cittadini; se poi tutto ciò dovesse far registrare una lievitazione dei costi, il Comune è pronto a fare la sua parte premiando in qualche modo coloro che aderiranno al Regolamento Ecofeste.” Invece è prevalso un atteggiamento punitivo, come si fa con i bambini: o fate così a totale carico vostro o vi mettiamo in castigo.
In conclusione, diciamo che ci incoraggia il fatto che il Viminale, pressato dall’Associazione dei Comuni Italiani e dall’Unione delle Pro Loco, si è accorto dell’errore commesso con la Circolare Gabrielli ed è corsa ai ripari emanando una nuova normativa che prevede tre livelli di rischio, basso, medio e alto. Per ciascun livello dovranno essere valutate undici variabili: natura dell’evento che può essere politico, sportivo, musicale, ecc.; durata dell’evento; stima del numero dei partecipanti; età dei partecipanti; periodicità dell’evento; luogo e logistica dell’area; e via di seguito. Applicando quest’ultima normativa avremo un regolamento pesante per la Festa della Taranta e un regolamento leggero per la sagra della Mortadella. Naturalmente, come spesso avviene, al momento è tutto fermo. La situazione di stallo è dovuta al fatto che il Viminale ha lasciato irrisolto il nodo delle ordinanze: non si sa se ad emetterle devono essere le prefetture, le questure o i sindaci.
In questa situazione, constatiamo che intorno a noi, nel novantanove per cento dei Comuni è tutto un susseguirsi di feste e di sagre che si tengono nella più assoluta continuità con il passato.
Tuttavia, siamo ottimisti: il prossimo anno ci saremo.
La Proloco Teano e Borghi