Servizio di Elio Zanni
TEANO. Infermieri da soli a bordo delle ambulanze del 118. Oppure, al contrario, accompagnati dal medico che però è costretto a lasciare altri paramedici da soli negli ambulatori dello Psaut. Sembra buona la formula, quasi magica, per «risparmiare sui medici». Peccato che Psaut sta per Postazione fissa di primo soccorso territoriale e che si tratti di un luogo dove giungono, anche autonomamente, pazienti in situazioni critiche, spesso in pericolo di vita. Sembra impossibile ragionare così in fatto di salute e servizi sanitari pubblici eppure il tentativo in corso è quello di creare la figura di un supermedico in grado di districarsi tra ambulanza e il pronto soccorso, a seconda della gravità dei casi catalogati per colore, su chiamata: col rosso si parte. Ma lo Psaut rimane in bianco: con gli infermieri che non possono assumere decisioni mediche. Il medico che lascia il primo soccorso sguarnito deve però «avvertire i carabinieri», che, peggio degli infermieri, non possono certo sostituire i medici. Questo è lo scenario che si è concretizzato a Teano dove, già da ieri mattina, in seguito a una disposizione dell’Asl Caserta 1, ha preso servizio un solo medico e non due; come in passato.
Le reazioni, tra operatori sanitari, politici, sindacalisti, cittadini, in termini di preoccupazioni per le conseguenze di una simile disposizione, ratificata da una precisazione a firmata da Roberto Mannella, direttore provinciale del 118, sono per lo meno comprensibili. I camici bianchi hanno così manifestato, ieri mattina, le loro perplessità con un documento spedito all’attenzione del prefetto di Caserta, Raffaele Ruberto, del direttore generale Asl Ce1 Mario De Biasio e del direttore sanitario, Arcangelo Correra. A tentare di sedare gli animi in questo delicato momento sulle «possibili» polemiche e preoccupazioni, è stato l’altro coordinatore provinciale 118. Ferdinando Ghidelli, che ha parlato di «scelta obbligata, di fronte alla grave carenza di figure professionali». Nei numeri la disponibilità attuale è di 98 medici, ma in realtà ne occorrerebbero 132. Dunque, mancano all’appello ben 34 professionisti nella cosiddetta «intangibile» rete casertana dell’emergenza sanitaria.
Di fronte a tale situazione, che fare? Ecco: Teano che ha già assistito al declassamento dell’ospedale cittadino in ospedale di comunità, paga di nuovo. Per Giovanni Scoglio del Pd, consigliere comunale di opposizione a Teano: «La nostra città sta pagando a caro prezzo la mancanza di una sua rappresentanza politica extraterritoriale e l’inefficienza di quella locale». «Nella situazione attuale – ha aggiunto Scoglio – il sindaco di Teano, Nicola Di Benedetto, profittando del fatto che frequenta, per motivi professionali, i vertici regionali, potrebbe sottoporre loro proprio il problema».
E a proposito di consiglieri regionali è già stato investito del problema assicurando della sua «diponibilità ad affrontare la questione», Giampiero Zinzi, in quota Forza Italia. «Sono pronto a dare battaglia – ha detto ieri Zinzi – Il tempo di acquisire i dettagli e tutto quello che sarà possibile fare, certo, dai banchi dell’opposizione, sarà fatto». La situazione è in evoluzione, il sindacato Fials, sta per scendere in campo con sue iniziative.
Elio Zanni