Quella che oggi ci lasciamo alle spalle, si spera, è un’esperienza forte che ha richiesto a tutti, nessun escluso, uno sforzo eccezionale. L’Italia intera si è fermata. Abbiamo sperimentato un forte senso di perdita e impotenza a vari livelli. Perdita della libertà individuale e dei nostri ritmi di vita, di una quotidianità grosso modo prevedibile, della stabilità economica spesso già precaria, degli affetti, del contatto umano, delle certezze. E’stato necessario uno stravolgimento delle nostre abitudini e routine quotidiane con un conseguente, inevitabile, importante livello di stress, al quale si vanno ad aggiungere le tantissime emozioni che abbiamo vissuto sentendoci spesso in balia delle stesse.
Inizialmente abbiamo avuto fasi di negazione pensando, ad esempio, “È solo un’influenza e solo raramente si muore. I media esagerano sempre”. A seguire sensazioni di rabbia, “non possono rinchiuderci in casa, io esco lo stesso.” Siamo ricorsi alla rabbia nel tentativo di avere il controllo sugli eventi e sulle nostre paure. Dopo un po’ di tempo abbiamo iniziato a prendere atto della realtà giungendo, per forza di cose, ad un compromesso e ci siamo detti “Ok, sono solo 2 settimane e poi potremo tornare alla normalità”. Nei momenti più duri, specie quando le notizie erano sconfortanti, è subentrata la disperazione con i suoi pensieri catastrofici: “Non finirà mai”, “Perderò il lavoro”,“non ho più uno stipendio, tra poco non avrò più risparmi, finiremo sul lastrico.” oppure “Ecco, lo sapevo, ho mal di gola, mi ammalerò e morirò solo.”
Infine, ci è toccato arrenderci all’evidenza della realtà e, anziché continuare a opporre resistenza, abbiamo cercato di reagire affrontandola nel modo più efficace possibile. Abbiamo iniziato ad essere prudenti osservando la distanza sociale, a lavarci le mani frequentemente, ad indossare dispositivi di protezione, ad accettare un blocco lavorativo o a lavorare da casa tra mille difficoltà.
Abbiamo provato a dare senso a tutto questo, ciascuno a proprio modo. I genitori hanno goduto del tempo ritrovato con i loro figli tra giochi creativi, didattica a distanza, coccole e stanchezza infinita. C’è chi ha cucinato, impastato, improvvisandosi pasticciere, panettiere, pizzaiolo. Abbiamo fatto scorpacciate di film, di serie tv, di libri che desideravamo leggere da tempo, di telefonate. Abbiamo invaso chat di immagini e video ironici per sdrammatizzare e confortarci a vicenda, ci siamo dati allo sport in casa. Qualcuno ha cantato sui balconi. Abbiamo sperimentato nuovi modi di essere connessi e di esserci, video chiamate, compleanni e appuntamenti in remoto. Ci siamo sentiti soli e smarriti, ma abbiamo fatto appello alla resilienza, alla nostra capacità di resistere nella tempesta scoprendo nuove risorse.
Cosa accadrà nella FASE 2?
Non possiamo aspettarci di cancellare questi due mesi, anche perché sarebbe un errore. Certamente pagheremo anche in termini psicologici gli effetti della quarantena. Nella ripresa potremo sperimentare sintomi fisici quali, ad esempio, stanchezza, mal di testa, un senso di stordimento e confusione. Sul piano emotivo dovremo convivere con l’ansia e la paura nella consapevolezza che queste emozioni non sono assolutamente negative. Al contrario, nella giusta misura, ci serviranno ad essere prudenti e vigili perché, occorre ricordare che non siamo ancora fuori da questa brutta storia.
Per certi versi lo sforzo che ci viene chiesto adesso è ancora maggiore, tornare lentamente alle nostre vite non stando più in casa, di solito un luogo sicuro, ma sperimentando l’angoscia di essere a contatto con un nemico invisibile. Dovremo tenere con noi la paura del contagio, di dover riaffrontare tutto, di ammalarci. Dovremo misurarci con la paura di non risollevarci dal danno economico, dalle relazioni provate dalla lontananza o dalla convivenza forzata in situazioni di forte stress. Nei primi giorni, soprattutto, potremo sentirci provati dalle emozioni, da un malessere generale e, paradossalmente, sentire di non essere pronti a muoverci di nuovo nel modo. Ma tranquilli, è tutto normale: proviamo a esperire queste emozioni rispettandole e cercando di vivere, adesso più che mai, giorno per giorno nella consapevolezza che abbiamo grandi capacità di adattamento, che possiamo condividere con gli altri queste difficoltà e che, se ci sentiamo sopraffatti possiamo e dobbiamo chiedere aiuto.
Valentina Scoglio
Psicologa e Psicoterapeuta
