Piccola, ma necessaria, premessa: avendo la amministrazione comunale, nel suo complesso, raggiunto e superato ogni limite di decenza politica, ed essendo approdata ad un livello che supera quello tragico per diventare ridicolo, mi mancano le forze mentali ed il coraggio per parlarne in maniera seria: mi sentirei un Maramaldo che uccide un uomo morto. Affiderò il compito di farlo a due amici sinceri, Cosimo e Damiano, la cui collaudata bonomia e semplicità potrebbero ancora servire a rianimare una “opinione pubblica” che nei fatti non c’è più; ma, comunque, sempre senza sperare di trarne alcun risultato per il paese.
“E uno, e due, e tre, e quattro, e cinque: plié! E uno, e due, e tre, e quattro, e…..”
“Cosimoooo, ma che cacchio stai facendooooo? Che stai contando? … le pecore?”
“No, no, Damià, ma è come se… Mi stavo ripassando degli esercizi di danza classica; che bellaaaa!”
“E come te ven’ n’ cap’, mò, sta danza classica?”
“Ma, a dire il vero non so se l’ho sognata o l’ho vista ballare veramente nella sala del Consiglio Comunale. Troppo bello, c’era quel famoso ballerino americano che danzava con Ginger Roger, comm’ se chiammmava? Franc, Franc….Franc Astaire! Come era bravo”
“Fred, Damià, si chiamava Fred ! “
“Nooo: quello mio si chiamava Franc; che leggerezza, che maestria! Ha fatto tutte le figure della danza classica, volteggiando sui banchi del Consiglio Comunale. Ha fatto l’”allongé”, l’”arabesque” il “brisé in quinta posizione” e persino il “croisée”, Damià, persino il “croisée”! Ha attraversato tutti i banchi girando sulle punte come la Fracci. Ogni tanto si fermava vicino a qualche gruppo consiliare, sostava due minuti e riprendeva a danzare e girare fino a quello più vicino; qualche volta invitava qualche consigliera a seguirlo nel ballo, le faceva fare qualche giro e poi la depositava in un altro gruppo. Troppo bravo, troppo bravo quel Franc, Damià!”
“E va be’, si chiamava Franc. Come vuoi tu. E poi cos’è successo?”
“Sempre meglio, sempre meglio. Ad un certo punto tutti i gruppi consiliari, tanto erano più che sufficienti, si sono alzati, si sono schierati in fila per sei col resto di 2, sei per sette quarantadue più due quarantaquattro……”
“Ehhhhh, ma che dici? Se sono solo 21?”
“Hai ragione, hai ragione, quella è la canzone dello Zecchino d’oro: in fila per sei col resto di tre, perché tanti sono i gruppi, ed hanno ballato nientepopodimeno che …la quadriglia. Che bravi, hanno fatto tutte le figure (oltre a quelle che stanno facendo dal 10 giugno del 2018): da “le pantalon” fino a “la pasteurelle”. Ed il Sindaco dava i comandi, come al solito! Na’ cosa bellissima perché alla fine si sono intrecciati tutti i gruppi: Caio che era stato eletto con Tizio, si è trovato con Sempronio; Tizio se n’è andato con Terenzio, Giuseppe con Guglielmo e via dicendo. Alla fine non si è capito più niente ma la gente era in visibilio, applaudiva freneticamente, da spellarsi le mani, felice e contenta come non era da due anni, esattamente dal giugno di due anni fa. Troppo bello, troppo bello ed io sono contento quando la gente è contenta!”
“Si? E dimm’ na’ cosa, Cosimì? La gente era contenta pure che non si aprono le scuole e che i consiglieri, danzando danzando, hanno approvato l’aumento delle quote della TARI e dell’ IMU che si andranno ad aggiungere a quelle dell’aumento dell’energia elettrica e del gas, deciso dal governo? E in cambio di che? Era contenta? O manco se n’era accorta? Perché se è contenta siamo contenti pure noi: sia fatta la loro “allegra” volontà, ma. se non se ne è accorta proprio, allora stiamo messi proprio male, perché se non si è accorta di questo, come può accorgersi di chi la prende costantemente, sistematicamente, quotidianamente per il sedere?”
“Nun ce pensà, Damia! Mo metto nu’ dischetto; ce facimm’ nù’ Valzér : e uno, e due, e tre, plié; e uno, e due e……. E’ un tre quarti, Damià”
“Ce stongh’iooooooo a tre quarti, Cosimì, ce stongh’io, mannaggia Belzebù!!!!!!!!
Claudio Gliottone