Bisogna ammettere che in questi ultimi mesi, diversi di noi sono rimasti un po’ tramortiti dai mille proclami che sono stati fatti intorno alla esistenza del locale nosocomio (?), alla sua destinazione d’uso (?), al suo futuro nello scenario dell’assistenza sanitaria sul territorio (?). Ricordate quel gioco un po’ goliardico chiamato “lo schiaffo del soldato”? Il gioco di gruppo consisteva semplicemente nel far girare una persona o comunque nel coprirle la visuale, mentre una persona scelta tra il gruppo lo colpiva con una mano piegata dietro alla schiena: chi “stava sotto” doveva poi indovinare chi aveva tirato lo “schiaffo”, se indovinava scambiava il posto con chi era stato scoperto, altrimenti doveva stare sotto un altro turno. Mentre la vittima cercava di indovinare chi lo aveva colpito, tutti gli altri di solito facevano roteare un dito in aria. Ecco, il nostro tramortimento sulla vicenda dell’Ospedale nasce proprio dai mille annunci (schiaffi) provenienti da ogni dove senza conoscerne le reali intenzioni. Proviamo a ricapitolare sommariamente. Dopo essere stato una vera fucina professionale per decine e decine di validi medici ed operatori sanitari in genere, viene soppresso a seguito di un certo Decreto Bindi. La soppressione non prima, però, di essere stato l’unico della Provincia ad essere adeguato alle norme di sicurezza ed antincendio per essere destinato a PSA (Lire 500 milioni, Ditta Pacifico Costruzioni).
Nel frattempo si decise, opportunamente, di realizzare una nuova struttura ospedaliera ad indirizzo traumatologico (Taverna Zarone) su una superficie di 40.000 mq, per la qual cosa, allora Sindaco Raffaele Picierno, ci si adoperò per realizzare le infrastrutture urbanistiche, strade, luce, etc. (Euro 800.000,00). Dopodiché, un certo Bassolino, e siamo sempre nella stessa area politica di Rosy Bindi, decise che quello ospedale non si sarebbe più realizzato. Intanto, il “vecchio” Ospedale, adeguato alle norme antincendio (!!!) andò a fuoco!!! A proposito che ne è stata di tutta quell’ala bruciata? Qualcuno se ne è interessato per ripristinare i luoghi? O noi, come al solito, non siamo adeguatamente documentati? Fin qui, una breve cronistoria. Ed arriviamo ad oggi. In occasione della recente tornata elettorale, qualcuno profferì queste parole: “l’On. Stefano Graziano candidato anch’esso nella lista del Partito Democratico per le prossime elezioni regionali il quale ha ricordato le molteplici cause sposate per la città di Teano, una tra le tante la riapertura dell’ospedale…”. Ora, al di là della veridicità di queste “promesse”, l’On. Graziano non è stato rieletto al Consiglio Regionale. Quindi per cui, se ne deduce, che Teano, alla luce di questo vuoto incolmabile, non potrà più sperare nella riapertura del suo Ospedale? Anziché no! Il “Re Burlone” (anch’egli dell’area politica della Bindi e di Bassolino), annunciava, e non ha mai smentito, grazie anche ai giornali amici della parrocchia, che il locale nosocomio, dapprima diventato Ospedale di Comunità (?), sarebbe stato individuato come Ospedale Day Surgery, poi come Day Hospital, quindi come Ospedale Covid dotato di specializzazioni di Pneumologia e Cardiologia, definendolo addirittura il Cotugno dell’Alto Casertano (ipse dixit). Oggi, alla chetichella e senza alcun atto formale, veniamo a conoscenza che l’Ospedale di Teano, è diventato Covid Resort (sic!) e che con i suoi 20 posti letto, ospiterà tutti quei pazienti i quali, superata la fase critica della malattia a Maddaloni, sono in attesa della negativizzazione del tampone. Questi pazienti, insomma, avranno una doppia possibilità: fare la quarantena a domicilio, quando le condizioni sociali lo permettono, o essere trattenuti al “Resort” di Teano fino alla negativizzazione. Non c’è che dire! Day Surgery, Day Hospital, Resort, ci sembra di essere di fronte agli ultimi “scampoli” offerti dai vari last minut. E questa è la grande vittoria, il grande traguardo del “Re Burlone”? Senza mettere in conto, che come tutti i “Resort” che si rispettino, c’è da prevedere il personale su tre turni (medici, infermieri, oss), c’è da prevedere l’organizzazione del vitto e delle pulizie, e quanto necessario per una ottima permanenza offerta dai last minut. Ci fermiamo qua per oggi? Penso proprio di si, visto che il gioco dello “schiaffo del soldato” ci ha fin troppo tramortiti.
Pasquale Di Benedetto