Siamo in una crisi climatica senza precedenti e il dito è puntato contro ogni singolo uomo, poco importa se i dati ufficiali dicono che della CO2 prodotta sull’intero pianeta solo il 7% è imputabile al fare dei singoli uomini come abitatori della Terra. Nessuno osa neanche nominare le 100 industrie che muovono la grande economia, insieme alla speculazione finanziaria: le idee dominanti sono quelle dei dominatori. Il mondo attuale non è più descrivibile con le parole del nostro vocabolario. Ci è arrivato dritto dagli antichi Greci, il popolo che più di tutti ha avuto cura per la verità e per le parole che possono dirla. Ne avevano così tante a disposizione da riuscire ad inventare tutte le scienze, quelle di cui noi ci facciamo vanto , nonostante l’impegno a depauperarle della loro parte più alta, quella che loro chiamavano episteme e che noi abbiamo derubricato in una selvaggia specializzazione scientifica. I Greci avevano fondato l’etica sul senso del limite, necessario non solo a un civile vivere comunitaristico, ma alla stessa felicità di ogni abitante della polìs . Cos’è il logòs greco se non il calcolo sociale? Lo stesso Oracolo di Delfi recita “ conosci te stesso e realizzati secondo giusta misura “ . L’arrivo della tradizione giudaico-cristiana, cambierà completamente questo scenario, la natura diventerà una creatura di Dio, smettendo di essere quello sfondo immutabile, che è sempre stato e sempre sarà, verrà consegnata all’uomo come suo dominio, è il lascito veterotestamentario a dirlo. Comincia la cultura antropocentrica, la stessa scienza contrariamente a quanto si pensa, è fede nel dato, è cristianesimo laicizzato, non a caso nasce in occidente. La scienza sa del suo problema ontologico, ma lo lascia volutamente alla sola filosofia, rinnegando la sua nobile genealogia in forza di un’autoreferenzialità che la fa correre veloce tanto quanto l’ allontana dalla verità. Comincerà Cartesio a dire basta alla vita secondo natura. Gli scienziati con gli esperimenti potranno indirizzare gli eventi, sarà la natura a dover corrispondere loro : e l’uomo diventa il padrone del mondo. Con Darwin si apre l’età moderna, l’uomo da creatura di Dio sarà un prodotto dell’evoluzione ,che non premierà l’uomo più giusto ma solo quello più adatto alla sopravvivenza. Per Nietzsche , figlio del suo tempo, sarà quasi naturale usare il piccone contro la verità , non riuscirà ad avvedersi che si sta autoconfutando : se la verità non ha più alcun valore , allora anche quello sta dicendo lui si nega da se. Sulla stessa scia nichilistica la fisica rinnegherà lo spazio assoluto, la matematica considerata da sempre l’indiscutibile , ora sa che non potrà mai avere la teoria dell’intero , nessun numero potrà mai essere più grande di tutti gli altri. Eisenberg parla di indeterminatezza facendo uno sgambetto a Einstein, che non era affatto d’accordo col mondo che accade. Einstein è un eternista , “Dio non gioca a dadi con il mondo”, dirà a Niels Bohr per sottolineare la natura probabilistica della meccanica quantistica, che non è mai andata d’accordo con la fisica classica. Arriveremo al post moderno, la cosidetta età della tecnica, la più alta forma di razionalità mai raggiunta dall’uomo : efficienza, produttività, velocizzazione del tempo. L’uomo dovrà rinunciare all’irrazionale, e quindi a se stesso. Alla fantasia, all’ozio, all’amore . La tecnica oggi non è più un mezzo, è il mondo nel quale ci muoviamo, è la nostra forma mentis, la sua essenza non è affatto tecnica ma metafisica. Non dice la verità, non apre scenari di salvezza, ma funziona e lo fa in maniera universale, riuscendo a globalizzare l’intero pianeta. Dirsi umanistici, volendo contrastare la realtà tecnica, suona come un anacronismo di un generazione di boomer fermi alla visione del mondo prodotta dal dopoguerra. Lo Hegel nel 1816 scrive dell’importanza degli strumenti tecnici, e di come cambiando la quantità influenzeranno anche la qualità del paesaggio. Marx ha il tempo per intercettarlo e dirà che il denaro se aumenta fino a essere l’unica maniera per ottenete tutto non è più un mezzo ma è il primo scopo, che travolgerà l’intera ingegneria dei valori sociali. La tecnica ha oltrepassato le competenze di ciascuno di noi, ci fa essere inadatti al nostro tempo storico. Il populismo così ha vita facile, fa leva sull’ignoranza funzionale della popolazione, che non riesce a non restare indietro rispetto alle innovazioni tecniche che divorano se stesse , ancora prima che l’uomo riesca ad acquisirle come prassi. Questo ha spostato il baricentro della stessa etica , che essendo di matrice cristiana era delle intenzioni. Ma come faceva chi ha inventato la bomba atomica a prevedere cosa sarebbe successo poi. L’etica della responsabilità a cui ci ha educati il più grande sociologo del ‘900 Max Weber, vale solo se le azioni sono prevedibili , visto che a qualificare l’azione è sempre lo scopo e non viceversa. Noi pensiamo in modo finalistico, ma la scienza guidata dalla tecnica moderna ha risultati casuali, ci si muove a moscacieca. C’è un eccesso di fare sulla capacità di prevedere gli effetti. La storia esiste quando gli avvenimenti sono iscritti in un orizzonte di senso, il suo inizio si fa risalire alla venuta di Cristo, che inscrive il mondo in un progetto escatologico. La storia è un tempo denso di significato, per questo quando due persone si innamorano si dice che hanno una storia, c’è un nuovo significato a riempire quello spazio-tempo. Come può l’uomo non sentire il disagio di abitare un mondo tecnico, dove conta solo la performance, e dove le nevrosi funzionali al nuovo sistema vita vengono additate come fragilità individuali. La tecnica non ha orizzonti di salvezza, non è inscritta in un disegno escatologico, non guarda all’emancipazione dell’ umanità, che non è emancipazione dei costumi, o almeno non solo. Dopo il Covid abbiamo visto arrivare i delfini a Venezia al posto delle pantegane, sarà che dall’antropocentrismo dovremmo passare al biocentrismo? Come suggerisce Galimberti, d’altronde bio si traduce con vita , cosa più della vita può riguardarci da vicino?I nostri nonni sentivano il dovere di difendere la Patria, oggi noi siamo un’umanità che deve difendersi da séstessa. Ci hanno costretti ad essere la parte peggiore di noi, che si accontenta della resilienza , del resto rimaniamo quelli che hanno fatto la restaurazione senza passare dalla rivoluzione. La tecnica ha già oltrepassato i confini degli stati, ci sono multinazionali molto più ricche d’intere nazioni, le merci sono più libere degli uomini, alla ragion di Stato andrebbe sostituita la ragione dell’umanità . La fratellanza per quanto faccia problema, resta l’unica logica che può salvare il pianeta. Il Cantico Delle Creature, di Francesco, serviva proprio ad interiorizzare tutto questo, non era solo una cantata sentimentale, per quanto già da sèil sentimento è anche una dimensione cognitiva . Sentire come bisogno primario l’urgenza del senso di giustizia fa la qualità dell’umanità , che se vuole essere dignitosa non può non preoccuparsi di che mondo lasciare a chi verrà dopo . In Svizzera 2500 nonne, con un’età media di mezzo secolo più della ventunenne Greta THumberg e qualche stagione in meno davanti, sono riuscite a suon di querele a farsi ascoltare dalla Corte Europea di Strasburgo, sulla riduzione delle emissioni fossili. E’ stata riconosciuta la violazione dell’art. 8 della Convenzione dei Diritti Umani , ottenendo una accelerazione sulla transizione ecologica, bocciata nel 2021 da un referendum popolare. Un gruppo di donne, in nome dell’onestà intellettuale verso i loro nipoti, sono riuscite a fare giurisprudenza, forti della consapevolezza che la narrazione che parla di quanto il mondo attuale sia il migliore dei mondi possibile, non dica la verità. Hanno scommesso su un futuro che non vedranno mai, per non arrendersi a quella banalità del male che come insegna Hannah Arendt , è il vero concime del male radicale . L’indifferenza o l’incapacità di prendere una posizione morale può portare alla realizzazione di una malvagità non messa in conto . In una società burocratizzata è facile nascondersi dietro le regole e le procedure , evitando la responsabilità personale fino a perpetrare il male partendo dall’essere individui ordinai , che accettano lo status quo senza interrogarsi sulla moralità delle loro azioni. Epitteto ci dice che la cura della responsabilità della nostra esistenza, è quanto basta per edificarla. Che superiorità morale possiamo vantare rispetto a un filo d’erba che produce ossigeno, a un’ape che fatica tantissimo in difesa dell’ecosistema, dovremmo pretendere qualcosa di più da noi stessi che accettare quelli che c’è, perché c’è. Marx è stato superato come utopista, si dice che la storia non gli ha dato ragione, ma la sinistra ha smesso di essere sinistra quando lo ha rinnegato. La sua comunità socializzata di uomini uguali, liberi e solidali resta ad oggi la proposta più persuasiva di felicità . Un tempo si diceva che non si può essere veramente felici se non lo sono anche tutti gli altri : qualcuno era comunista per questo motivo, canta un giovane Giorgio Gaber. L’altro mi serve per poter dire io ,non c’è uomo se non c’è riconoscimento, se non c’è sete di giustizia , lo insegna Gesù ,imitato da Socrate passando da Giordano Bruno fino a Julian Assange : ogni tempo ha gli eroi che si merita. Oggi per irregmentare le masse non serve più la camicia dello stesso colore, basta la dittatura del politically correct,che ci vota tutti al pensiero unico; Ciò che è politicamente corretto è eticamente corrotto ,non è un’idea di sinistra, è Ezra Pound a dire che chi non persegue le proprie idee o non valgono niente le sue idee o non vale niente lui : Essere antisemiti non significa non poter criticare l’espansionismo imperialistico di Netanyahu; Non dirsi antifascisti in un paese risorto a fatica dalle rovine del fascismo, non è un legittimo e libero pensiero, ma è antidemocratico e anticostituzionale , per non volersi appellare al giudizio morale che non può in alcun modo tollerare il luogo del naufragio dell’umanità . Parlare di green economy vorrebbe dire ridurre l’impatto ambientale, ma è possibile in un modello di sviluppo turbocapitalistico? Il corto circuito del meridionale che vota la Lega non è frutto di un problema cognitivo ma di una scelta opportunistica legata alla figura più esecrabile della moderna realtà : la falsa coscienza, vera cifra della logica del politicamente corretto che non si serve più del PDNC aristotelico. Non è più necessario riuscire a tenere fermo come vero, ciò che si vuole sostenere, si tollera quella contraddizione che da sola basterebbe ad inficiare la non verità in quanto tale. E via a negazionisti, complottisti, terrapiattisti ,cioè a pezzi di umanità che usa parole corrette per dire cose che corrette non sono. Il paradosso del mentitore non è più un paradosso , ha smesso di essere quella forca caudina da cui il pensiero era costretto a passare per potere essere incontrovertibile . Il principio alla base di ogni pensiero è il linguaggio, noi pensiamo limitatamente alle parole che conosciamo, le ambiguità concettuali sono volute da un linguaggio che di corretto ha soltanto il nome e ha bisogno di dirsi tale proprio perché sa di non esserlo .I limiti del linguaggio sono i limiti del mio mondo dice WITTGENSTEIN , perché se non abbiamo a disposizione una parola per esprimere un concetto , non possiamo formulalo. Questo dovrebbe darci il polso di quanto il politicamente corretto possa spostare il baricentro della verità, fino al completo capovolgimento dei significati. E’ anche vero che nessuno merita di essere definito per quello che gli manca , e in questo il linguaggio rivisitato e corretto svolge una funzione didattica sociale di non poco conto , ma mai sarà sufficiente a spostare il valore del nostro pensiero critico strutturato si ,su un linguaggio comune ma senza che per questo perda la sua unicità di costruzione . Questa officina corre il serio rischio di apparire ripetitiva e non solo per un fatto di stilemi. Le strutture concettuali complesse vanno ripetute all’infinito perché sempre più persone possano appropriarsene, per poterle smontare e adattare al proprio linguaggio, per farle proprie, riscattandole da quella iniziale parvenza dogmatica. Le linee dritte saranno anche più semplici , ma ci fanno perdere tanto della bellezza di quei tratti complicati quanto accattivanti. La nostra è una realtà complessa , non si può gestire con soluzioni semplici : semplificare è complicato , vuol dire conservare il necessario , mentre banalizzare resta comodo, una volta tolta la verità si fa uso e abuso di ciò che resta. La filosofia , quando è filosofia insegna che il significato è l’originario. Quell’originario che la volontà col linguaggio cerca di carpire , perché ciò che veramente è appare alla nostra coscienza . La parola non dirà mai la cosa come la cosa vuole essere detta , perché non è la cosa. Ciò che la parola separa è quel significato che è in sé e per sé da sempre anche significante . Se i linguisti capissero questo…
ANNA FERRARO