La piazzetta del rione Abenavolo, spesso imbrattata con pseudo murales da giovani che esprimono degrado (morale e culturale) . Questa volta sembra però che abbiano incontrato un Sindaco per i loro denti.
Osservo con dispiacere di come dei presunti giovani intendano il bene pubblico, visto anche che con questi giovani ho avuto modo di parlare più di una volta e di spiegare in modo educato e dialettico il perché di alcune scelte. Innanzitutto penso sia giusto ricordare che senza alcuna autorizzazione di chi è legalmente proprietario di quell’area, ossia il Comune e la sua Amministrazione, un gruppo di presunti giovani aveva “occupato” quella piazzetta pensando di vivere ancora in un paese dove questi estremismi ideologici siano ancora condivisibili e aveva pensato bene di iniziare ad imbrattare con presunte rappresentazioni grafiche i muri di un bene che non gli apparteneva. Fui avvisato dai vigili e mi recai a parlare con loro. Ciascuno di questi ragazzi sa bene che in quell’occasione li ringraziai perché stavano già completando un’opera di pulizia che gli amministratori stessi, in prima persona, avevano già in parte fatto a proprie spese. In quella occasione mi accorsi che i veri protagonisti erano di fatto dei giovani provenienti dai comuni limitrofi, i quali immaginavano che Teano fosse governata da loschi figuri e da reazionari e fascisti. Quella domenica ebbi modo di confrontarmi a fondo con loro senza alcuna prevaricazione istituzionale e cercando di spiegare loro cosa fosse un bene pubblico. Nel corso di quel confronto spiegai che avrei sistemato gli impianti e le strutture in ferro e inoltre che avrei eliminato tutti i danni che l’incuria e il vandalismo avevano prodotto. Tutto questo per fare in modo che quello spazio degradato potesse essere fruito dalla comunità e non solo ad una piccola parte di essa. La comunità poi avrebbe potuto utilizzarla non escludendo nessuno, così come invece era nel disegno di questi presunti giovani che la volevano “occupare”.
Per tutta risposta, appena me ne andai, i sedicenti giovani imbrattarono un bene pubblico con dei presunti murales.
Seguirono diversi tentativi di chiarimenti con cui ho ripetutamente chiesto agli aspiranti occupanti di proporre un progetto organico di utilizzo sociale di quell’area, ottenendo solo chiacchiere e slogan. Dopo questi eventi, come volevasi dimostrare, quei presunti murales hanno attirato l’attrazione morbosa di altri imbrattatori, riproponendo quella stessa storia già sperimentata in passato che aveva relegato quell’area ai margini della comunità, favorendone il suo inevitabile degrado.
A quel punto penso che un Sindaco normale dovesse prendere atto di tutto ciò e dovesse accelerare ciò che aveva in animo di fare, utilizzando quei soldi della comunità che la legge gli attribuisce come indennità. Ad oggi quella piazzetta è stata resa sicura negli impianti, acquistando inoltre un quadro elettrico a norma da utilizzare per eventuali manifestazioni, è stata ripulita sui muri e sulle parti metalliche. Ora sono in corso i lavori per eliminare altri inconvenienti già rilevati, le sterpaglie vengono eliminate con regolarità, è prevista l’installazione di un paletto dissuasore per impedire ai frequentatori notturni di salire con le auto fin dentro la piazza e di un gruppo di cestini per evitare l’abbandono dei rifiuti di ogni genere nelle varie parti della piazza. Dopo gli eventi di ieri è la seconda volta che degli ignoti imbrattano con scritte il lavoro fatto. Oramai è un fatto sistematico. Invece di condannare qualcuno pensa bene di far prendere aria ai polmoni. Qualcuno li definerebbe “consumatori abusivi” di tempo e di pensieri. Questi presunti giovani, piuttosto che rimbambirsi con frasi e parole ad effetto, potrebbero riunirsi in associazione e chiedere di adottare quell’area, sollecitando il Comune di scrivere insieme le regole di utilizzo di quell’area, in modo da salvaguardare l’intera comunità a cui quella piazza è comunque destinata. È questo il succo del discorso che avevo fatto a questi presunti giovani: le regole sono la base comune di qualsiasi comunità e quindi si rispettano. Invece, in nome di una confusa partecipazione civile, mi è stato chiesto e si continua a pretendere di non rispettare le regole. Invito i presunti giovani ad aprirmi le porte delle loro case per poter imbrattare le mura delle loro proprietà private con ciò che la mia fantasia onirica mi dirà di rappresentare. In difetto di tale autorizzazione procederò all'”occupazione proletaria” della loro proprietà privata, visto che la loro ideologia la ripudia e non la riconosce, e sarò contento di contattare i migliori writers che conosco per dare sfogo alla loro fantasia. Non mi immagino proteste o critiche.
Giovanotti a casa vostra fate ciò che vi pare, fuori, togliete il ciuccio dalla bocca, e comportatevi da cittadini! Rispettate le regole e smettete panni che vi stanno larghi! Il dissenso non deve solo essere urlato, va ricondotto agli schemi che la nostra democrazia prevede a tutela dei valori comuni. Non vi auguro di capire ciò, solo quando incontrerete arroganti e maleducati che vi zittiranno solo perché urlano più di quanto voi siete capaci. Auguri per il vostro svezzamento e la vostra maturazione.
Per tutto quello che è accaduto, presenterò ai Carabinieri una denuncia circostanziata e precisa. Sarà poi chi è deputato a giudicare a valutare le cose, facendo tutti gli accertamenti necessari per individuare i responsabili di tali atti vandalici.
Nicola Di Benedetto
Ci sembra superfluo sottolineare che condividiamo questa nota dal primo all’ultimo rigo.
La Redazione