Abitavo un gran casamento dove le stanze si infilavano una dietro l’altra come i dieci piccoli Indiani di Agatha Cchistie. Mistero e magia la pervadevano. Forse c’era anche qualche allegro fantasmino burlone. Su per delle scale erte si accedeva al salotto dove troneggiava il pianoforte di mio zio Nicola chiuso a chiave da Giovanna Contestabile la mia piccola e bianca nonna Gianna chiamata dalle garrule compagne di scuola Giovannina.
Burbera e rigida non consentiva nessuna variante alle sue regole da caporale istruttore – Le sere, in particolari le invernali, le si passava presso il mastodontico fuligginoso camino a contar storie ora ripassar tabelline.
Mio nonno Luca uomo gioviale e sciampagnone era morto da tempo inibendomi la gioia di conoscerlo e di godermelo
Ricordo con vivida memorie le sere del cinque di gennaio quando mia nonna con mia madre si andavano a rintanare tra ridondanti copertone- Restavamo Papà ed io a goderci il guizzare delle fiamme e lo sfrigolio lamentoso della legna – Tacevamo pensavamo in modalità diverse alla benefica Befana Genoveffa che si era messa già in viaggio a cavallo di un’antiquata scopa di saggina volando su dai monti ovattati di soffice neve e avviandosi a compiere il suo annuale “mestiere” apportatore di felicità-Le scintille danzavano una sarabanda da sabba. Mio Padre e io continuavamo a tacere ammaliati dal baluginio rutilante delle legna che si consumava rapida alimentata da un vento forzuto che ululava infiltrandosi nella cappa- Ogni tanto Papà mi incitava a chiedere: “Befana Befanella mename ‘ na caramella “e io ripetevo come un rosso pappagallino meccanicamente. La caramella puntualmente mi piombava sulla testa chissà da dove. E ancor oggi mi domando come facesse il mio vispo Paparino a compiere il prodigio . Gli anni sono volati rapidi ma la memoria di quelle fatate sere attraversa ancora le stanze misteriose del castello della mia memoria. Dedico questo povero scritto in questa vigilia a Tutti voi in particolare ai sognatori, agli artisti, ai musicisti con una nostalgia talmente intensa che fa vibrare ancora le corde del cuore fanciullo.
Giulio De Monaco
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bruno rubino
Che bravo, Giulio. Complimenti. Bruno Rubino