Caro Direttore,
la consegna a priori ” di una targa non di “ ringraziamento ”, ma di sfacciato “ingraziamento ”, ai dipendenti comunali da parte del Sindaco, mi fa venire subito alla mente un vocabolo napoletano, studiato di recente anche dall’Accademia della Crusca, che così risponde alla domanda rivoltale da un cittadino italiano:
Quesito: Rispondiamo a Gianluca Orlandi che ci scrive da Roma chiedendoci una esatta definizione del napoletanismo cazzimma
Che cos’è la cazzimma ?
Cazzimma è un’espressione napoletana, diffusa soprattutto nel lessico giovanile campano e utilizzata, secondo il Dizionario storico dei gerghi italiani (Milano, Mondadori, 1991, p. 89) di Ernesto Ferrero, per indicare un insieme e un intreccio di atteggiamenti negativi: “autorità, malvagità, avarizia, pignoleria, grettezza”. Una tale definizione è certamente troppo generica, tuttavia il dizionario di Ferrero ha il merito di fornire una rara testimonianza lessicografica della voce cazzimma che, invece, non è registrata dai maggiori dizionari dialettali napoletani, i quali potrebbero averla tabuizzata perché sentita come volgare.
Una definizione più precisa d cazzimma ci è data però dal noto cantautore partenopeo Pino Daniele, cui dobbiamo, tra l’altro, una delle prime attestazioni di questa parola nella sua canzone manifesto A me me piace ’o blues (contenuta in un album del 1980), dove dichiara in modo provocatorio: «tengo a cazzimma e faccio tutto quello che mi va». A chi gli chiede che cosa sia la cazzimma , Pino Daniele risponde così:
Già, “’a cazzimma”. Chi non è napoletano e non ha mai avuto modo di sentire questo termine, si chiederà giustamente di che si tratti. Ebbe’, “cazzimma” è un neologismo dialettale molto in voga negli ultimi tempi. Designa la furbizia accentuata, la pratica costante di attingere acqua per il proprio mulino, in qualunque momento e situazione, magari anche sfruttando i propri amici più intimi, i propri parenti […]. È l’attitudine a cercare e trovare, d’istinto, sempre e comunque, il proprio tornaconto, dai grandi affari o business fino alle schermaglie meschine per chi deve pagare il pranzo o il caffè (P. Daniele, Storie e poesie di un mascalzone latino , Napoli, Pironti, 1994, pp. 52-53).
In effetti la cazzimma è innanzitutto la ‘furbizia opportunistica‘, e colui che tiene la cazzimma è propriamente un individuo furbo, scaltro, sicuro di sé, è il dritto che sa cavarsela, anche se ciò comporta scavalcare gli altri…..In conclusione: cazzimma è un termine dialettale napoletano che, da un probabile precedente significato letterale di ambito fisiologico, a partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso è passato ad indicare, per traslato, un atteggiamento opportunistico o prevaricante, sempre e comunque mirato a danneggiare, a coartare o a sopraffare gli altri. Il successo e la diffusione di questo dialettismo (e dei suoi derivati, come cazzimmeria e cazzimmuso ) nell’italiano regionale della Campania (e forse di qualche regione vicina), anche in opere di carattere artistico e letterario, è stato senz’altro favorito dal fatto che in italiano non esiste un sinonimo esatto e univoco di cazzimma
. Ma se la parola resta senza dubbio un regionalismo, il significato che trasmette è, come fa notare ancora Pino Daniele, fin troppo comune “in una società come la nostra, dove certe volte il diritto diventa un optional e anche se non sai fare niente, puoi andare avanti con la cazzimma”.
Saluti affettuosi
Claudio Gliottone