Si era appena diffusa la notizia della nomina di Tommaso De Simone, Presidente della Camera di Commercio di Caserta a Presidente dell’Unioncamere di Napoli che, un’altra notizia, anche questa positiva, raggiungeva il neo presidente regionale sul suo cellulare. Il TAR Campania ha respinto il ricorso presentato dall’ingegnere aversano Antonio Della Gatta, consigliere camerale in quota alla Confindustria Caserta, contro l’elezione, un anno fa, di Tommaso De Simone a Presidente della Camera di Commercio di Caserta. Motivi pretestuosi ma che non impedirono a Della Gatta di avviare un contenzioso inutile quanto pericoloso per il buon funzionamento dell’ente camerale. Dunque De Simone resta fermo al suo posto e ciò anche grazie all’eccellente lavoro compiuto dallo staff legale composto dagli avvocati Eduardo Romano e Giancarlo Fumo, anch’egli di Teano.
Contestualmente a questa vicenda, dalle parti di Confindustria Caserta è scoppiato un vero e proprio terremoto associativo. Stufi di sopportare l’arroganza e lo strapotere del presidente aversano Antonio Della Gatta, accusato anche di gestire l’Ente di via Roma con metodi assolutamente non condivisibili dal punto di vista formale ed operativo, soprattutto da quanti hanno alle spalle decenni di militanza nell’organismo industriale, un gruppo di componenti la Giunta di Confindustria, ha rassegnato le proprie dimissioni ritirando contestualmente le proprie aziende dall’Associazione. In pratica oltre 70 aziende hanno deciso di lasciare Confindustria. Un fatto gravissimo mai verificatosi dal lontano 1950, anno di nascita dell’Unione degli Industriali di Caserta.
In questa occasione uno dei maggiori contestatori della linea Della Gatta è stato proprio il dottore Antonio Guttoriello che, ad una emittente locale, ha rilasciato la seguente dichiarazione:”Rappresento da anni, all’interno di Confindustria e della Giunta, il tessuto industriale dell’alto casertano e domiziano, come componente di Giunta e come Past Presidente della Sezione del Terziario Avanzato. Mai, pur tra tante difficoltà che l’Ente ha dovuto affrontare nel corso degli ultimi decenni, abbiamo assistito a tanta arroganza, tipica di un modo di concepire l’associazionismo come una cosa privata, senza mai dare l’impressione che si stessero affrontando i reali problemi del settore. Caserta è risultata ultima nella graduatoria nazionale delle provincie e parte delle responsabilità devono essere messe anche sul conto della nostra Associazione. Inoltre Caserta già soffre e parecchio della sudditanza dal napoletano, ora ci si aggiunge anche quella dall’Agro aversano, già presente in altri settori della vita politica e sociale, e allora è necessario segnare una svolta”
Una dura presa di posizione che avrà sbocchi al momento imprevedibili ma che fosse necessaria lo dimostrano le numerose dichiarazioni di condivisione che pervengono ai protagonisti di questa civile rivolta, misurabile anche dalle continue defezioni di aziende che ancora in queste ore si stanno protocollando nel registro delle aziende di Confindustria Caserta.
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