Sono quelle che si agitano da qualche tempo nella Giunta e nella maggioranza consiliare teanese: apripista furono Magellano e la Compagnone, poi venne Pinelli, poi venne lo stesso Sindaco, non a dimettersi ma ad imporre dimissioni del De Fusco e della Natale e, infine, a concludere, il supervotato Palmiero. Quest’ ultimo pacato e corretto, ma non per questo meno determinato nell’additare a chiare lettere i motivi profondi di un disagio generale che nasce dalla traboccante invadenza del primo cittadino, troppo spesso sovra le righe nel suo quotidianamente perseguito ruolo di “prima donna”. Lo abbiamo stradetto centinaia di volte: quando ci si continua a comportare, per dire con terminologia musicale, “sopra le righe”, alla fine si finisce per gonfiare gli…zebedei; e, quando non se ne può proprio più, questi, che notoriamente non sono di “ben temprato acciaio”, possono anche esplodere. E mi pare che lo stiano facendo, con contagiosità pari a quella del corona-virus! E’ successo prima a noi, semplici spettatori; ora sta accadendo anche agli altri attori di questo fantasmagorico spettacolo di tira e molla, dai e togli, prometti di tutto e di più, spacca e metti al sole e via dicendo; mai comprimari, ma sempre tutti nel ruolo di spalla, se non di “attor giovine”. Non credo di sbagliarmi se oso pensare che questo sia l’unico vero “leit motiv” che va da Magellano a Palmiero, attraverso tutti gli altri, perché, dice l’ottimo Nicola Palmiero, non si possono risolvere i problemi rinunciando al dialogo, e “proprio il dialogo è venuto a mancare perché l’autoreferenzialismo in questa amministrazione ha preso il sopravvento, l’evidente smania di protagonismo ha offuscato la scia di un percorso amministrativo” che spera possa dare ancora frutti positivi, pur nutrendo egli dubbi e perplessità. Non avrei saputo, da critico perenne di questi evidenziati comportamenti, scrivere di meglio. La “evidente smania di protagonismo”, suffragata certamente da un gran concetto di sé, perché, avrebbe detto Alberto Sordi nella parte del Marchese del Grillo: “io sono io, e voi non siete un… cazzo”! I Consiglieri di maggioranza cominciano a capirlo, pur con comprensibile ritardo: ma i nostri concittadini ancora osannanti ad ogni proclama, quando lo comprenderanno che siamo tutti inclusi in quel “e voi non siete un…cazzo”? Credetemi vostro,
Claudio Gliottone.