Sono, per formazione ideologica, un “relativista” e ritengo che il sommo della filosofia risieda nella famosa frase di Protagora di Abdera : “l’uomo è la misura di tutte le cose, di quelle che sono in quanto sono, e di quelle che non sono in quanto non sono”. Ma non è di questo che voglio disquisire; anzi, pur restandone fermamente convinto, devo aggiungere che per poter “misurare” le cose, bisogna prima, ed innanzitutto, conoscerle e conoscerle bene. Poi, e solo poi, ogni punto di vista diventa legittimo e valutabile.
E allora cerchiamo di conoscere bene la storia degli ultimi mesi della nostra Amministrazione Comunale.
Dopo un anno e mezzo di vanagloria personale del Sindaco che ha fatto e disfatto, promesso e rabbonito, spaccato e messo al sole, esaltato e glorificato, i nodi han cominciato a venire al pettine: molti suoi consiglieri hanno cominciato a mordere il freno. Prima Magellano e Compagnone, poi Palmiero, Balbo, De Fusco e Natale , cioè 6 consiglieri su 11, la maggioranza della maggioranza, hanno contestato il Sindaco: questi dicevano che il primo cittadino non lasciava spazio e lui che i consiglieri e gli assessori non avevano voglia di lavorare. Tra la minoranza, nella prima lista eletta, qualcuno faceva notare una predisposizione a supportare la maggioranza, votando il bilancio ed altre cose ed alla fine formando un ulteriore gruppo, con simpatie maggioritarie. Tutto, per forza di cose, essendo un solo rappresentante, restava identico all’inizio nella lista Futur@ . In sostanza, dai tre gruppi designati dagli elettori ne erano nati sei: tre tra la maggioranza, altri due dal primo partito di minoranza ed uno, l’ultimo di minoranza, era restato uguale a se stesso.
Fine ingloriosa per una Amministrazione con la quale il Sindaco prometteva di fare “cose che non sono state mai fatte in trent’anni” (sic) con l’ “aggiunta di rotolo” delle dimissioni, mai ritirate nei fatti, del Vicesindaco! Sopraggiunge l’epidemia da coronavirus; il Sindaco in completa sovreccitazione da “faso tutto mi” comincia a dimenarsi sempre in maniera più che plateale, aumentando al massimo la già alta sovresposizione; i consiglieri tentennano, non si sa se per ignavia o perché il loro spazio si restringe viepiù. Qualcosa comincia a far acqua, a partire dalla Protezione civile, composta da persone degnissime e volenterose, ma alla quale non può bastare tanta buona volontà; occorre un minimo di organizzazione e di rispetto delle regole sanitarie e delle norme legislative. Alla fine uno di quei gruppi dei consiglieri di maggioranza propone al Sindaco di allargare le responsabilità amministrative a tutti i gruppi ora presenti in Consiglio; il Sindaco cede, ma non rinunciando a far apparire questo gesto di perdente in un trionfo del suo spirito democratico, pari solo a quello di Diocleziano quando decise di abdicare dalla carica di Imperatore romano.
Ed eccoci a noi: si forma una nuova giunta, la terza dal 10 giugno del 1918, della quale fanno parte un rappresentante per ogni gruppo, cioè cinque, avendo il gruppo “Identità e Sviluppo”, presieduto dal Dr. Corbisiero, declinato cortesemente l’invito ad aderire. Essi sono: Landolfi e D’Andrea, Magellano, Pentella e Di Benedetto. Si noti che di questi, l’unico vero oppositore resta Nicola Di Benedetto, il quale non ha mai avallato alcuna decisione politica della maggioranza dal momento della sua presenza in Consiglio.
Sorgono allora spontanee, (oramai è un vecchio tormentone) tre domande:
- Cosa è nata a fare questa giunta politicamente anomala?
E’ una Giunta nata esclusivamente per fronteggiare l’emergenza coronavirus e si dimetterà spontaneamente quando questa sarà finita.
- Cosa cambia per i Consiglieri di maggioranza?
Avranno probabilmente più potere contrattuale nei confronti del Sindaco.
- Perché tra i “veri” oppositori è presente solo il Consigliere Di Benedetto?
Perché i suoi colleghi di lista hanno preteso che portasse in Giunta tutta la sua esperienza regionale nel settore della protezione civile e si prodigasse a riorganizzarla e ad interpretare nel modo più responsabile e proficuo le normative regionali e nazionali in materia di prevenzione e di sanità. Con l’impegno di non affrontare alcun problema che non fosse emergenziale, nel democratico rispetto della volontà degli elettori di affidare ad altri la gestione della quotidianità.
Questo è tutto. Un doveroso chiarimento per i cittadini abituati da due anni solo a magniloquenti autocelebrazioni senza costrutto e che, nella fattispecie del momento, sarebbero, come nei fatti si son dimostrate, più dannose che utili.
Adesso, ma solo adesso, ognuno ha il diritto di pensarla come gli pare, da “uomo misura di tutte le cose”.
Certo di essere stato utile, credetemi Vostro
Claudio Gliottone