Come teanesi non è difficile invidiare un po’ Vairano Patenora con la sua Vairano scalo, per essere un centro e un nodo stradale importante, sia per il casello autostradale che per
E a Teano che resta? Sono importanti i suoi monumenti, ma troppi quelli degradati e fatiscenti, come la chiesa dei Cappelloni, l’arco medioevale sito in largo San Giovanni, tanto per citarne solo un paio. Non facciamola morire la nostra città, per incuria e vandalismo e, come dire quasi per scherzo del destino. Ma, qui c’è poco da scherzare. Occorre invece fare i seri e non vivacchiare sulle diatribe tra comuni. Basta, per esempio, con l’annosa controversia sul luogo dell’Incontro tra Vittorio Emanuele e Garibaldi. Ogni comunità, se ben gestita, deve evidenziare le sue caratteristiche peculiari di eccellenza. Bisogna insistere sulle unicità delle proprie idee – valenze.
Teano ha la potenzialità dell’acqua ferrata, Vairano ha le ‘peschiole’ e la ricezione alberghiera, in compenso Teano vanta vari agriturismi. L’invito, quindi, e quello, per i teanesi, i vairanesi e i sessani a sottolineare i propri prodotti e le proprie offerte e questo non per rinfocolare sterili rivalità ma per propagandare e migliorare ciò che si possiede. Teano come città antica è strozzata da un corso indegno di questo nome, breve, stretto e perciò mancante di marciapiede e quindi anche pericoloso visto che s’insiste con il transito delle automobili tutto l’anno e quasi tutti i giorni dell’anno. Ma, migliorato, abbellito, rinfrancato dalla prepotenza delle macchine assomiglierebbe alla galleria di un centro commerciale naturale. Un sogno. Per questo pensando a Sessa Aurunca anche chi scrive fa inevitabili paragoni mortificanti per la città che fu dei sidicini. Sessa ha avuto la fortuna di preservare dai danni della distruzione bellica il teatro romano, il castello, la cattedrale. Ha un corso molto più lungo, largo e articolato e una villa comunale. E poi, la sua vicinanza col Lazio, la riviera marina ha favorito la sua conoscenza e frequentazione. La rappresentazione sui ‘Misteri del Venerdì Santo’ è molto suggestiva. Teano appare più appartata e per questo penalizzata, ma poi si fa del male da sola.
Vediamo come. Ha una stazione ferroviaria di terz’ordine e mal collegata sia col centro capoluogo che con i capoluoghi di regione. Teano isolata? Potrebbe essere anche un pregio ma… c’èra una volta la rappresentazione del ‘Presepe vivente’. C’erano anche, tanto per dire, più cori polifonici in gara tra loro e noti anche fuori città. Di palo in frasca: c’era un vero ospedale, c’era
Facciamo tutti qualcosa per truccare le carte del destino di questa città, perché Teano sia una fiaba che incanti e che attiri. Riscriviamo insieme il finale, adesso bruttissimo, di questa fiaba.
Lui.za