Correva l’anno 1984, quando sotto la regia di Massimo Troisi e Roberto Benigni, tra l’altro interpreti, uscì nelle sale cinematografiche il film Non ci resta che piangere.
Mario (Massimo Troisi) e Saverio (R. Benigni), rispettivamente un bidello ed un maestro elementare di una scuola di Pisa, un giorno in macchina arrivati ad un passaggio a livello, stanchi di aspettare, decidono di prendere un sentiero di campagna. Da qui cominciano i loro guai. I due, dandosi la colpa l’un l’altro, si perdono. Comincia a piovere e la macchina li lascia a piedi. Decidono così di chiedere ospitalità in una specie di locanda li vicino e la mattina dopo si svegliano … nel 1492 a Frittole, un immaginario borgo toscano. In prima battuta credono di essere finiti in un terribile scherzo, ma poi dovranno rassegnarsi alla dura e triste realtà.
Ebbene anche a noi è capitato di ritrovarci per un attimo a Frittole, e precisamente in Piazza Giovanni XXIII, dove ha sede l’ufficio postale.
Avete mai provato ad utilizzare il bancomat? Un gioiello della tecnologia. Di una velocità incredibile, ai limiti di ogni altra immaginazione. Per una semplice e banale operazione, occorre attendere minuti e minuti e minuti ancora. Il sistema, a nostro parere ormai obsoleto, quasi fa fatica ad effettuare le varie operazioni che gli utenti richiedono.
Abbiamo provato a spostarci in quel di Versano, dove esiste un bancomat evoluto, che consente di effettuare singole operazioni in tempi rapidissimi. Procedere con un upgrade della macchina della sede centrale, a parere di chi scrive, sarebbe cosa buona e giusta per l’utenza tutta.
Dopo il bancomat, abbiamo avuto modo di verificare che della medesima lentezza, sono affetti anche i calcolatori interni all’ufficio ed in particolare quelli del settore consulenze.
Nonostante la professionalità e la gentilezza dell’impiegata che ci ha accolti addirittura con un sorriso, non abbiamo potuto fare a meno di constatare un degrado dei sistemi in carico a tale ufficio. La cordiale signora, durante le lunghe attese, tra un inserimento e l’altro dei nostri dati all’interno di un loro programma, continuava, incolpevolmente, a scusarsi per il prolungarsi delle procedure.
C’è da dire che se la tecnologia non è proprio all’ultimo grido, almeno i dipendenti sono cordiali e disponibili. E questo colma in parte quella grave deficienza.
Ora, ci chiediamo se nell’era del digitale dove ormai anche nelle abitazioni private è arrivata la fibra, come sia possibile che un ufficio pubblico che serve un’utenza non indifferente, non abbia delle linee e dei sistemi al passo con i tempi? E pensare che si chiamano Poste e Telecomunicazioni!
Facciamo dunque un appello al direttore di quell’ufficio postale, affinché si faccia carico presso la sede centrale, di richiedere un aggiornamento del parco tecnologico in uno con l’impiego eventualmente di connessioni in fibra ottica, al fine di offrire a noi tutti un servizio migliore ed al passo con i tempi.
Non vorremmo anche noi, al pari di Mario e Saverio, risvegliarci a Frittole nel 1492 e magari avere il piacere e l’onore di spiegare al buon Leonardo Da Vinci che 38 è febbre.
Sarebbe veramente troppo per noi umili abitanti del Feudo.
FeudoDiViaAnfiteatro, Ottobre MMXX
Luciano Passariello