Scrivere in ore antelucane avvolti da un antico silenzio sidicino in ovatta smerigliata non ha eguali. I pensieri si rincorrono lucidi e aguzzi come scaglie di ossidiana. Il campanile batte lentamente rintocchi di giada che si perdono in un cielo cobalto che sfuma verso l’incredibile policromo arcobaleno dipinto dall’Aurora dalle dita di rosa. ” La concubina di Titone antico ( che) già s’imbiancava al balco di Oriente (Dante). Immagini si inseguono in un galoppo rossiniano da Guglielmo Tell.
Passano i 5 anni magistrali dei magnifici nicolini o dibenedettini. Lasceranno un vuoto abissale, li rimpiangeremo con un nostalgico singulto. Di Nicola capotribù, incompreso ricorderemo il dismagante sorriso, la persuasiva parola, le eleganti camicie stile “sedie a sdraio” o quelle ispirate a un country a scacchiera, la trasparente gentilezza, l’ impegno stremante. Si riposi ora don Nicola e ogni tanto ci pensi con compunta discrezione. Onore a Lei sidicino gioiellone e alla sua scalpitante compagine.
Di converso i pensieri rincorrono il Vescovo, il nostro smagliante infaticabile Vescovo. L’alfiere del nostro affrancamento, la perla di una virginale corona, la speranza del domani, la consolazione degli ultimi, la preghiera che si fa parola. Mi ha detto in uno dei nostri placidi incontri a casa sua, che ora è TEANESE pleno jure e a pieno orgoglio. Mi ha riempito di felicità. In un visionario momento . ho visto i suoi predecessori da San Paride al pio Vescovo Mauro Benedettino di frontiera da Sant’Urbano teanese di nobile stirpe al Benedettino Angelario dal venerabile Padre Pandulfo allo spagnolo di munifica liberalità Miguel Angel de Media§Heredia dal costruttore de Guevara al generoso de Rosis. Si sono stretti a Lei Eccellenza Reverendissima in un corale abbraccio di Amore. Emozionante. Il Suo non potrà non essere un nobile episcopato all’insegna della carità della lealtà dell’onestà intellettuale che hanno onorato il suo meravigloiso Parrocato a Ortanova e Cerignola. Grazie di essere ora tutto nostro non dimentico tuttavia, dei suoi Figli pugliesi che la amano a giustificata ragione struggentemente. Compostamente.
Il campanile scandisce paziente le ore e culla i suoi sogni, i suoi progetti, i suoi aneliti di Bel Pastore. Le piante del giardino e del parco con la ciarliera fontana le cantano una canzone antica : tutta sidicina – carezzate da un vento gentile.
Sostenga alle prossime elezioni la sua bellissima martirizzata città episcopale, luminoso fulcro della Diocesi con la sua forza e la sua voce, il suo coraggio, la sua adamantina schiettezza, il suo immenso affetto. Ci difenda, ci protegga, ci orienti col suo affettuoso sorriso con la sua ancestrale sapienza secondo le sue prodigiose possibilità nel rispetto dei ruoli. Ci sentiamo smarriti circondati da anaffettiva indifferenza. Le nuove oltretutto coperte da timido silenzio non incoraggiano certo . Unico e solo il combattivo doctor Corby finora nocchiero “a fari spenti” nel buio della notte ha fatto sentire il suo canto libero, i suoi vocalizzi di irriducibile interprete elettorale:“AGLI amici chiedo di ignorare questi messaggi perché il fuoco di paglia non alimentato si spegne subito”.